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L'indagine milanese

Prince Hu, chi è il ristoratore-influencer di Bergamo arrestato per il tentato omicidio a Chinatown

"Prince" Hu, 31 anni, dice di ispirarsi a Jack Ma, il fondatore dell'Amazon cinese Alibaba. Ma la sua scalata verso il successo rischia di fermarsi molto prima

Bergamo. Dice di ispirarsi a Jack Ma: il fondatore di Alibaba, l’Amazon cinese. Ma la scalata verso il successo di “Prince” Hu, al secolo Weiwei Hu, rischia di fermarsi molto prima.

Mercoledì 10 gennaio, il 31enne imprenditore di Bergamo – titolare con altri due soci di un noto ristorante giapponese in via Angelo Maj – è stato arrestato dalla Squadra mobile di Milano con l’accusa di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione per l’agguato del 10 aprile scorso in via Lomazzo, Chinatown milanese.

Una brutale aggressione, durata lo spazio di pochi secondi, avvenuta all’interno del ristorante ‘Houjie’ ai danni di un 25enne. Insieme a lui, sono stati raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare anche un ragazzo di 19 e un altro di 20 anni, ritenuti i presunti complici.

Secondo le ricostruzioni della Squadra Mobile quel giorno, poco prima delle 15, un uomo vestito di nero con un casco integrale ha fatto irruzione nel locale. Ha puntato dritto alla vittima e senza esitare l’ha colpita al collo e al torace con diverse coltellate. Il 25enne, seduto a una tavolata di amici, si è protetto con il braccio evitando il peggio per miracolo. “È Prince Hu o qualche uomo che ha mandato lui”, ha urlato ancor prima dell’arrivo delle volanti e dell’ambulanza.

Gli investigatori sono arrivati a lui dopo un lungo lavoro d’analisi: fatto di visione di telecamere, ascolto di intercettazioni, testimonianze, perquisizioni. Il movente? Un presunto regolamento di conti, nato dopo alcuni insulti su TikTok da parte del 25enne, poi “punito” dalla banda.

Appunto, TikTok, il regno di “Prince”, ristoratore con velleità da influencer. I suoi canali social (su Instagram conta quasi 30 mila followers) sono un patinato mix di autoreferenzialità ed esibizionismo: auto di lusso, moto di grossa cilindrata, vestiti griffati, locali alla moda, selfie con vips e calciatori. Alcuni di loro, immortalati proprio agli scintillanti tavoli del ristorante in via Maj.

 

 

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