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Roberto sestini (1935-2024)

Veronica: “Il mio Presidente Sestini: gentile, simpatico e attento verso tutti”

Veronica Monticelli è stata la segretaria per 18 anni di Roberto Sestini quando era presidente della Camera di Commercio di Bergamo. Ricorda quegli anni passati accanto al presidente

C’è Roberto Sestini, indiscutibile capitano d’industria riconosciuto da tutti. E poi c’è “il presidente Sestini” visto da vicino. Da molto vicino. Praticamente fianco a fianco per 18 anni.

Un ritratto che dipinge con le parole Veronica Monticelli, dipendente della Camera di Commercio di Bergamo all’ufficio segreteria, ora in pensione.

“Per raccontare il mio Presidente Sestini bisogna partire dalla sua generosità. Era generoso, lo ha dimostrato in diverse occasioni, in alcune in particolare. Ma di una generosità semplice e discreta. Un dono. Generosità non solo economica, anche di attenzioni. Capitava che lo raggiungessi nel suo studio alla Presidenza della Camera di Commercio per delle firme, lo trovavo attento e assorto nella lettura di alcune pagine, si fermava e chiedeva: “Veronica, come va?”. E la sua non era una formalità, si fermava, metteva la penna sul tavolo, ti guardava negli occhi e ti ascoltava. Aveva una capacità di ascolto verso tutti. Tanti ti chiedono come va, ma poi pochi ascoltano la tua risposta. Ecco il mio Presidente Sestini era attento all’ascolto di tutti”.

“Quando arrivava saliva al primo piano e sempre stringeva la mano a tutti gli uscieri che erano al bancone, a tutti. Poi passava dalla segreteria e ci veniva a salutare. Non era mai in ritardo e se capitava non passava mai oltre nel corridoio senza prima averci salutati. Un signore. Davvero: elegante, gentile e attento verso tutti. Mi ricordo che a Natale arrivava coi pacchetti, chiunque nella sua posizione avrebbe demandato il compito di consegnare il panettone o un regalo agli uscieri o a un fattorino. No, Sestini arrivava e ricordava che ogni pacchetto era destinato ad una persona che lavorava nell’ente camerale. Ti faceva sentire davvero una persona al centro dell’incontro”.

“Era pacato, simpatico perché amava raccontare le barzellette. In diciott’anni trascorsi insieme al lavoro non l’ho mai visto arrabbiato. Forse un paio di volte, ma sapeva smussare ogni contrasto per trovare l’accordo, sistemare la situazione”.

Veronica Monticelli ricorda due momenti in particolare. “Un giorno era il mio compleanno, passò come sempre in ufficio a salutarci e vide che c’era un vaso di fiori. Erano il regalo delle mie colleghe. Mi fece gli auguri e poi scese dal fiorista Ravasio, poco dopo mi fece recapitare un mazzo di fiori. Poi alla morte della mia mamma mi fece le condoglianze, ma tornata in ufficio quel giorno passò, entrò e mi abbracciò senza dire una parola. Quell’abbraccio così umano, paterno, sincero fu per me un gesto straordinario”.

C’è una caratteristica che Veronica ricordava. “I discorsi. Scriveva dei bellissimi discorsi, poi al momento di leggerli iniziava le prime righe e poi andava a braccio. Non era l’uomo delle formalità, non aveva bisogno di leggere, prendeva la parola e alla fine andava sempre tutto bene: discorsi perfetti”.

“Non dimenticherò mai quell’attenzione che aveva verso di noi, suoi collaboratori. Ti faceva accomodare nel suo ufficio, ti offriva una sigaretta, ti chiedeva “come va?” e poi ti ascoltava attento, immerso nel fumo delle sue Muratti. Il mio Presidente Sestini era un galantuomo. Bergamo gli deve molto e anche io gli sono profondamente grata per tutto ciò che mi ha insegnato”.

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