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Via borfuro

Dalla condanna per il femminicidio di Romina Vento all’inchiesta Covid: un anno di giudiziaria

Numerose le sentenze del tribunale di Bergamo nel 2023: otto quelle per omicidio, di cui due in Appello

Un anno carico di sentenze e di procedimenti penali ancora in corso, il 2023. Nei corridoi del palazzo di giustizia di via Borfuro (e di altri tribunali che hanno giudicato bergamaschi) i giudici si sono pronunciati su numerosi casi accaduti nella nostra provincia. Ci sono stati anche diversi ricorsi in appello, sui quali si è espressa la Corte bresciana.

Romina Vento, Carol Maltesi, Stefania Rota: i processi agli assassini delle tre donne si sono conclusi con altrettante condanne. Matteo Regazzi, Leonardo Scarpellini: anche per loro, giovani morti sul lavoro, il tribunale ha individuato e condannato i responsabili.

Marwan Tajari, Anselmo Campa, Fausto Gozzini, Luigi Casati, Walter Monguzzi, Bara Thiam: gli autori dei loro omicidi sono stati tutti giudicati colpevoli e condannati in primo o in secondo grado.

Il 2023 è stato anche l’anno dell’inchiesta legata al Covid, all’interno della quale il pool di magistrati bergamaschi ha cercato eventuali responsabilità nella gestione della pandemia e nel conseguente dramma che ha colpito in particolare la Val Seriana, dove si sono registrati circa 6mila decessi.

Omicidio di Romina Vento, la condanna di Carlo Fumagalli

Carlo Fumagalli, operaio di 49 anni, il 30 maggio 2023 è stato condannato a 22 anni per aver annegato la sua compagna, Romina Vento, 44 anni. Non tollerava l’idea che la donna, madre dei suoi due figli, non lo amasse più e lo volesse lasciare. La sera del 19 aprile 2022 era andato a prenderla al lavoro, a Fara Gera d’Adda, lei in auto aveva ribadito l’intenzione di separarsi, lui a quel punto era uscito volontariamente di strada finendo con la vettura nel fiume Adda. Romina non sapeva nuotare, chiedeva aiuto, Carlo le aveva tenuto la testa sott’acqua fino ad affogarla, poi aveva raggiunto a nuoto la riva opposta del fiume. Lo avevano trovato poche ore dopo i carabinieri, mentre vagava ancora fradicio lungo una strada del comune di Vaprio d’Adda.

 

Con l’auto nell’Adda, annegò la convivente: Carlo Fumagalli condannato a 22 anni di carcere

Omicidio di Carol Maltesi, la condanna di Davide Fontana

Davide Fontana, bancario di 44 anni, il 12 giugno è stato condannato dal tribunale di Busto Arsizio a 30 anni per l’omicidio di Carol Maltesi, 29 anni, madre di un figlio. Il corpo di una donna, tagliato a pezzi e nascosto in alcuni sacchi della spazzatura gettati poi in una scarpata a Borno, proprio al confine con la provincia di Bergamo, era stato ritrovato alla fine di marzo. Solo alcune settimane dopo gli inquirenti erano riusciti a dare un nome alla povera vittima: Charlotte Angie, in arte Carol Maltesi, influencer attiva su Only Fans. Si è scoperto dopo che il suo assassino, con il quale la donna aveva avuto una relazione, aveva brutalmente massacrato la giovane, sezionato il cadavere in 18 parti conservate in congelatore e poi aveva cercato di bruciarle ma, non riuscendoci, le aveva poi gettate nel dirupo in Val Camonica. Anche in questo caso all’origine del delitto c’era la volontà della donna di interrompere la relazione.

 

Carol Maltesi, uccisa e fatta a pezzi: condannato a 30 anni l’ex compagno

 

Omicidio di Stefania Rota, il cugino Ivano Perico rinviato a giudizio

Il 21 aprile i carabinieri, allertati dalle amiche preoccupate per la sua prolungata assenza, entrano nell’abitazione di via XI Febbraio, a Mapello. Abbattono la porta e trovano il cadavere di Stefania Rota, 62 anni, riverso sul pavimento. In testa ha una ferita ma in un primo momento gli inquirenti pensano che il decesso sia dovuto ad un malore e la ferita ad una botta presa durante la caduta. Ma ci sono diversi elementi che non tornano: le chiavi di casa non si trovano, l’auto nemmeno. Le indagini, durate una ventina di giorni, portano al cugino di lei, Ivano Perico, 61 anni, che messo sotto pressione confessa di aver colpito a morte la parente con un batticarne al culmine di una lite per una questione catastale. Lo scorso 21 dicembre è stato rinviato a giudizio per omicidio volontario per omicidio volontario aggravato dai motivi abietti. Processo al via il 26 marzo.

 

Omicidio di Stefania Rota, il cugino Ivano Perico rinviato a giudizio

L’infortunio mortale di Matteo Regazzi, le condanne

Il 5 novembre 2018 l’elettricista 38enne Matteo Regazzi subì un infortunio che lo portò al decesso nel giro di un paio di settimane: venne schiacciato da una bobina di 275 chili rotolata da un muletto che la stava trasportando. Giuseppe De Stasio, il titolare della Diesse Rubber Hoses spa di Filago, teatro della tragedia, è stato condannato 1 anno e 8 mesi di reclusione con pena sospesa. La stessa azienda è stata considerata colpevole dell’illecito amministrativo e condannata al pagamento di una sanzione di 79.980 euro. Anche l’Elettrobonatese, la ditta di Bonate Sopra della quale la vittima era dipendente, è stata condannata al pagamento di 7.500 euro, e il suo titolare, Cesare Previtali, datore di lavoro di Regazzi, a 1 anno e 2 mesi con pena sospesa e non menzione. Lucian Sturzu, che quel giorno era alla guida del muletto sul quale trasportava una bobina di 275 chili finita addosso all’elettricista, è stato condannato a 8 mesi, anche lui con pena sospesa e non menzione.

Morto in ditta a 38 anni: condannate le due aziende, i titolari e il mulettista

L’infortunio mortale di Leonardo Scarpellini, le condanne

Una condanna a due anni, con pena sospesa e non menzione. È la sentenza emessa martedì mattina, 11 luglio, dal giudice Patrizia Ingrascì a carico di Giovàni Lo Bianco, amministratore delegato della Volvo Group Italia. Il tribunale ha quindi ravvisato una responsabilità dell’Ad nella morte di Leonardo Scarpellini, meccanico di 24 anni, deceduto il 19 gennaio 2017 nel truck center di Boltiere. Il giovane si trovava in una fossa all’interno dell’officina e stava sostituendo la molla idraulica di un camion. Il componente è esploso e lo ha colpito in pieno petto, provocandone la morte nel giro di poche ore.

Morto in officina al Truck Center, condannato a 2 anni l’amministratore delegato del Volvo Group Italia

Omicidio di Marwen Tajari, confermata in Appello la condanna per Alessandro Patelli

Confermati i 21 anni di carcere. Questa la decisione dei giudici d’appello nei confronti di Alessandro Patelli, il 21enne condannato in primo grado a 21 anni di carcere per l’omicidio del 34enne tunisino Marwen Tayari, ucciso a coltellate in pieno giorno l’8 agosto 2021 in via Novelli a Bergamo, davanti al suo portone di casa.

Patelli, ai domiciliari in un’altra abitazione, per il nuovo processo si è affidato all’avvocato del Foro di Milano Ivano Chiesa, che ha insistito sulla legittima difesa e sull’esclusione dei futili motivi riconosciuti dalla Corte d’assise di Bergamo, secondo la quale era stato invece Patelli a innescare la sfida mortale. Tesi accolta dai giudici di Brescia.

Omicidio di via Novelli, confermati in Appello i 21 anni al giovane Patelli

L’omicidio di Anselmo Campa, la condanna di Hamadi El Makkaoui

Il 30 giugno Hamedi El Makkaoiu, marocchino di 26 anni, è stato condannato a 23 anni per l’omicidio di Anselmo Campa, padre della sua ex fidanzata. Il giovane rivendicava un credito nei confronti dell’imprenditore, che gli aveva lasciato in uso un’auto per la quale il 26enne aveva già versato circa 5mila euro. Al termine della relazione tra Hamedi e la ragazza, l’auto era tornata a Campa, che l’aveva rivenduta. El Makkaoiu aveva chiesto la restituzione della somma o di una parte di essa, così aveva raggiunto Campa nel suo appartamento di Grumello del Monte. All’ennesimo diniego da parte del 56enne, il ragazzo aveva afferrato un martello e lo aveva colpito più e più volte, lasciandolo esanime sul pavimento.

 

Uccise a martellate il padre della ex fidanzata: condannato a 23 anni di carcere

 

L’omicidio di Fausto Gozzini, la condanna di Domenico Gottardelli

Lo scorso 23 settembre Domenico Gottardelli, 79enne di Covo, è stato condannato dalla Corte d’Assise del Tribunale di Cremona a 24 anni di reclusione per l’omicidio dell’imprenditore di Romano di Lombardia Fausto Gozzini. Il 14 settembre 2022 Gottardelli raggiunse la ditta dell’amico Gozzini a Casale Cremasco. Scese dalla sua auto impugnando un fucile e fece fuoco colpendo a morte il 61enne. Il movente dell’omicidio resta tutt’ora oscuro: i giudici non hanno creduto alla versione del 79enne, ovvero che l’amico e la cameriera, sua amante, gli avessero sottratto 300mila euro; così come non hanno creduto alla versione della moglie della vittima, che ipotizzava questioni legate alla pedofilia.

 

Uccise l’amico con un colpo di fucile, 24 anni per l’ex idraulico di Covo Domenico Gottardelli

 

L’omicidio di Luigi Casati, l’assoluzione della vicina di casa Silvana Erzembergher

Il 9 maggio Silvana Erzembergher, 71enne autrice dell’omicidio del vicino di casa Luigi Casati, è stata assolta perché incaèace di intendere e di volere. La donna la mattina del 28 aprile 2022 attese Casati in strada con una pistola in mano e, quando lo vide uscire insieme al cane dal condominio di Treviglio, fece fuoco e lo colpì in pieno petto, uccidendolo. Poi sparò anche alla moglie della vittima, Monica Leoni, accorsa per aiutare il marito, ferendola ad una gamba. La 71enne, in preda ad un disturbo delirante, era convinta di essere vittima di una cospirazione: di essere spiata, inseguita, molestata dai vicini.

 

Omicidio di Treviglio, Silvana Erzembergher assolta perché incapace di intendere e volere

 

L’omicidio di Walter Monguzzi, la condanna di Vittorio Belotti

Lo scorso 18 dicembre Vittorio Belotti, magazziniere di 50 anni, è stato condannato a 14 anni per omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Il 30 ottobre 2022, al semaforo di via Papa Giovanni a Montello, i due furono protagonisti di una banale lite stradale. Scattato il verde Belotti speronò la motocicletta di Monguzzi facendolo cadere proprio mentre nell’altra corsia sopraggiungeva una Bmw che inevitabilmente centrò il 55enne uccidendolo sul colpo.

 

Ucciso per una lite al semaforo, Belotti condannato a 14 anni

 

Tutti assolti in Appello per la morte di Bara Thiam

Nessun responsabile per la morte di Bara Thiam, senegalese di 20 anni caduto in un burrone a Ubiale Clanezzo nel luglio 2017. Lo scorso 16 dicembre la corte d’Appello di Brescia ha assolto l’unico imputato che era stato condannato in primo grado a 8 mesi di reclusione per tentata violenza privata. Secondo i giudici, nonostante il giovane fu inseguito da Claudio Brioschi, 56enne di Ubiale, mentre scappava dalla Ubiale Power Sound Fest dopo aver tirato una testata ad un ragazzo in servizio alla sagra, non ci sarebbe nessuna responsabilità penale nel decesso del 20enne.

Ucciso per una lite al semaforo, Belotti condannato a 14 anni

 

L’inchiesta Covid

L’inchiesta aperta dalla Procura di Bergamo sulla mancata zona rossa in Val Seriana e la gestione della pandemia da Covid 19 ha visto l’archiviazione di 13 posizioni da parte del Tribunale dei Ministri di Brescia, comprese quelle del governatore della Lombardia Attilio Fontana, dell’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, degli ex ministri della Salute Roberto Speranza, Beatrice Lorenzin e Giulia Grillo. Rimandati gli atti alla Procura solo per l’accusa di rifiuto d’atti d’ufficio per non aver applicato il piano antinfluenzale del 2006 a carico di Silvio Brusaferro, Angelo Borrelli, Claudio D’Amario, come tecnici, e dell’ex assessore Gallera e dell’ex dg Luigi Cajazzo.

Inchiesta Covid, archiviazione a Roma per Speranza, Lorenzin e Grillo

 

 

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