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Cinema

La classifica

Da “Oppenheimer” a “Killers of the Flower Moon”: i migliori film del 2023

In un’annata segnata dai fenomeni “Barbenheimer” e “C’è ancora domani”, spazio ai confronti tra uomo, Natura e una società sempre più individualista

Barbenheimer. Si potrebbe racchiudere in una sola parola, questo 2023 cinematografico. La sfida al botteghino andata in scena il 21 luglio negli Stati Uniti (e posticipata in Italia, con “Oppenheimer” in sala da fine agosto) tra “Barbie” di Greta Gerwig e l’ultimo film di Christopher Nolan dedicato all’inventore della bomba atomica, ha segnato il rilancio delle sale attraverso due film che, sin dall’uscita, erano tra i papabili per diventare i film dell’anno.

Nolan ha portato sul grande schermo il trionfo e la tragedia di J. Robert Oppenheimer, uomo che ha segnato e che è stato travolto dalla Storia, in un film dove ossessioni e ferite, tra intensi primi piani e catastrofi solo evocate, sono state mostrate in un film travolgente, segnato dall’ottimo montaggio, dalle intense interpretazioni attoriali (Cilian Murphy su tutti) e da una splendida colonna sonora.

Sicuramente più discusso “Barbie” di Greta Gerwig, che ha portato un’icona mondiale e fuori dal tempo in un film femminista rosa shocking, con un messaggio urlato (ma poco incisivo) che si misura però con scenografie e costumi splendidi, dove l’ostentata perfezione sembra sgretolarsi quando Barbie/Margot Robbie dovrà confrontarsi con un brusco risveglio di coscienza nel mondo reale.

Due film che, in modi diversi, hanno segnato questo 2023, accompagnati dallo splendido ritorno di Martin Scorsese con il suo “Killers of the Flower Moon”. Continua la narrazione della controstoria americana, con una rinnovata dignità per i nativi americani, costretti a sopravvivere nonostante il veleno dei Bianchi. Una richiesta di perdono alla popolazione Osage che scuote dalle fondamenta il mito fondativo americano, con una messa in scena importante, accompagnata dalle ottime interpretazioni di De Niro e DiCaprio.

Dagli Stati Uniti si passa poi a Tokyo, con la denuncia ecologica di “Il male non esiste” del regista giapponese Ryusuke Hamaguchi. Un piccolo villaggio deve opporsi ad un’azienda di moda e spettacolo intenzionata a costruire nella zona un campeggio di lusso, alterando così l’equilibrio naturale del luogo. Nel film convivono, ben calibrati, una dimensione onirica ed uno sguardo lucido sull’emergenza ambientale, che si fondono nell’enigmatico finale.

Uno scontro tra tradizione ed innovazione che caratterizza anche una natura umana egoista e brutale mostrata in “As Bestas – La terra della discordia” di Rodrigo Sorogoyen. Una coppia francese stabilitasi nella campagna galiziana si oppone all’installazione di nuove pale eoliche, mentre gli abitanti autoctoni vedono un miglioramento delle condizioni di vita dalla vendita dei propri terreni. Questo stallo sfocerà in scontro violento, attraverso una tensione che porterà alla più brutale ferocia umana.

Scontri ed asprezza del territorio e delle relazioni mostrato anche in “Godland – Nella terra di Dio” dell’islandese Hlynur Pálmason. Un racconto di fede, del giovane pastore luterano Lucas inviato in Islanda per erigere una chiesa, che si ritrova immerso nello scontro tra civiltà e forza degli elementi.

Una resistenza all’inevitabile che viene mostrata anche in “Foglie al vento” di Aki Kaurismäki, il racconto del rapporto di due “perdenti della società”, uniti nella lotta alle umiliazioni, in un film a tratti minimalista ma con una poesia disarmante. Una lotta tra perdenti in cerca di riscatto è anche il viaggio di formazione di “Io Capitano” di Matteo Garrone. Un’Odissea contemporanea, di due giovani migranti senegalesi, che lasciano Dakar per l’Europa, attraversando i pericoli del Sahara e del Mediterraneo e sopravvivendo all’orrore dei centri di detenzione libici.

Menzione necessaria poi per “Anatomia di una caduta” di Justine Triet. Una misteriosa caduta dal terzo piano, la morte del marito e l’incriminazione della moglie sono lo spunto per riflettere sul ribaltamento dei ruoli tradizionali all’interno del nucleo familiare e sul potere della parola.

Il rapporto, bruscamente interrotto, tra due amici è il cuore pulsante di “Gli spiriti dell’isola” di Martin McDonagh. Una divisione improvvisa, tra la tragedia ed una vena ironica quasi nonsense, con l’automutilazione simbolo della guerra civile irlandese.

Film che attraversano i continenti, tra storia e contemporaneità, e sviluppano scontri atavici che si fanno attuali.

L’evento cinematografico dell’anno, però, rimane senza dubbio l’uscita in sala di “C’è ancora domani”, opera prima di Paola Cortellesi. Un successo di critica e pubblico, che mostra temi di ieri ma che parla all’oggi, alla tragedia quotidiana che si annida tra discriminazioni e violenze. Una sorta di appassionato ritorno al Neorealismo, una quotidianità misera dalla quale ci si può emancipare.

Per quanto riguarda l’animazione, tra i migliori film dell’anno è senza dubbio “Spider-Man: Across the Spider-Verse”, diretto da Joaquim Dos Santos, Kemp Powers e Justin K. Thompson, un percorso di crescita del personaggio messo in scena da una fantastica grafica colorata che ricorda il tratto fumettistico.

Un 2023 segnato quindi da blockbuster che riportano il pubblico in sala anche grazie alla qualità e che segnano, ancora una volta, un grande ritorno del cinema italiano. Premesse necessarie per film che possano vedere di nuovo un futuro nella proiezione in sala e non solo sui piccoli schermi casalinghi.

 

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