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La lettera

“Binario unico, ponte di Paderno e treni vecchi: l’odissea sulla linea Bergamo-Milano via Carnate”

Un nostro lettore, Luca Zaccaria, ci ha scritto: "Arrivare al lavoro o a scuola in orario la mattina è una chimera. E la sera la situazione non migliora di certo"

Un nostro lettore, Luca Zaccaria, ci ha scritto una lettera per raccontare dell’odissea quotidiana dei pendolari che si muovono sulla linea Bergamo-Milano via Carnate:

Ultimamente si parla e scrive tanto dei disservizi della linea Bergamo-Milano via Treviglio, ma la seconda linea che dal capoluogo orobico arriva a Milano, quella via Carnate, non è messa certo meglio. Per certi versi è messa assai peggio, tratti a binario unico, il Ponte di Paderno da attraversare a passo d’uomo e treni ormai d’epoca. Nel dettaglio negli ultimi 5 anni ha subito una serie infinita di disservizi e tutt’ora proseguono e c’è la certezza che non possano che peggiorare.

Negli anni 2018/2020 il ponte di Paderno è stato chiuso per permettere la messa in sicurezza e ristrutturazione del ponte, dopotutto era almeno un decennio che i lavori venivano ritardati sempre. Solo il crollo del ponte Morandi ha dato una seria spinta alla ristrutturazione, nonché evidenti segnali di cedimento del ponte. Due anni di supplizio con un servizio sostitutivo oltraggioso, ma abbiamo sopportato.

Quasi subito dopo la riapertura del ponte c’è stata la pandemia e la linea è stata abbandonata a se stessa. Infatti quando il servizio è tornato pienamente attivo sono stati notevoli i disagi per la mancata manutenzione.

La situazione sembrava tornata alla normalità ma purtroppo i problemi continuano a essere frequenti, d’altronde la concessione del bonus ritardi non mente. Per chi usa la linea ha cadenza quasi mensile e quasi ci preoccupiamo e stupiamo quando non viene concesso.

Negli ultimi due mesi poi la situazione è peggiorata in maniera abbastanza drammatica. I treni nelle fasce orarie con maggiore afflusso subiscono ritardi quotidiani nell’ordine dei 15/20 minuti nonché di cancellazioni e soppressioni quasi quotidiane, a volte anche di due treni di fila, per i più svariati e fantasiosi motivi.

Arrivare al lavoro o a scuola in orario la mattina è una chimera. E la sera la situazione non migliora di certo.

I treni sulla linea sono tra i più vecchi in circolazione, sono degli anni 80/90, alcuni anche degli anni 70. Molti sono stati revampati (ristrutturati), come pomposamente venne comunicato al popolo ormai una decina d’anni fa. Ma ciò non toglie che i treni sono vecchi e usurati e per tale ragione più soggetti ai guasti.

Per un periodo abbiamo avuto addirittura dei treni doppio piano poiché l’afflusso di utenti era notevole e nonostante ciò spesso si viaggiava pigiati come sardine. Da dopo la pandemia questi treni sono pressoché scomparsi. D’accordo l’afflusso era un po’ diminuito, ma ora, soprattutto ai ritardi ed alle continue soppressioni di treni, siamo tornati a viaggiare abbastanza compressi.

Nel prossimo futuro, si tratta di settimane, il tratto Bergamo-Ponte San Pietro verrà chiuso per tre anni, compromettendo sicuramente la funzionalità della linea, cui si aggiunge anche quella che proviene da Lecco e intasando la stazione di Ponte San Pietro. Non osiamo immaginare cosa accadrà e quanto diventeranno inagibili le stazioni di Ponte San Pietro e quelle appena precedenti.

Eppure, questa spesso dimenticata linea, fornisce un servizio importante, e viene utilizzata da una grandissima quantità di persone, lavoratori e studenti. Sì perché oltre a collegare Bergamo a Milano ci sono almeno altre tre stazioni importanti. Monza, con la facoltà di medicina, Sesto San Giovanni e Greco Pirelli, con l’università Bicocca. Non direi proprio che sia da considerare così secondaria come linea.

Altra problematica del prossimo futuro sarà nuovamente il ponte di Paderno, perché nonostante ne sia stata annunciata la chiusura definitiva al traffico entro una decina di anni, ancora nulla si sa del nuovo ponte che lo dovrà sostituire. Certo una gestione della linea che non invoglia a prendere il treno, anzi che spinge fortemente ad utilizzare l’auto, quantomeno per raggiungere le stazioni della metropolitana.

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