Babbo Natale, seduto sulla sua vecchia sedia di paglia, stava pensando ad AMAZON.
Il suo cappello malconcio giaceva trascurato su un antico attaccapanni di legno.
Con il suo logoro tablet, scrutava l’immagine beffarda e sorridente di Jeff Bezos, sfogando la sua frustrazione con qualche eloquente bestemmia lappone.
Nel frattempo, accarezzava la sua vecchia renna con delicati grattini sul collo spelacchiato; persino gli occhi del fedele animale non riflettevano gioia.
Quel Natale si ritrovava tristemente senza lavoro, provando uno sconosciuto senso di impotenza accompagnato da una rabbia incontrollabile. Questo stato d’animo culminò in un improvviso gesto di frustrazione nei confronti del suo vecchio mangiacassette che, incurante della sfortunata situazione, continuava imperterrito a trasmettere “Jingle Bells”.
Dalla rabbia sgorgarono due lacrime che inesorabilmente inzupparono la morbida barba bianca; la renna si avvicinò sfiorandola dolcemente ed asciugandola con amore da quell’ombra di tristezza.
Era notte, la notte di Natale.
Dalla finestra giungevano piccole luci intermittenti; attratto da esse Babbo Natale guardò fuori e notò proprio in quell’istante che stava iniziando a nevicare.
La Magia, che lui ben conosceva, stava iniziando.
Questo particolare cambiò il suo stato d’animo: dentro di sé ritrovò improvvisamente antiche energie. Afferrò allora il cappello, sellò la renna, indossò il suo pile natalizio e partì con un volo morbido, veleggiando sopra le case addobbate a festa.
Come un bambino, in piedi sulla renna, gridava la sua ritrovata gioia e godeva della nuova libertà; pensava a tutti i bambini a cui aveva consegnato regali in passato, ma si concedeva finalmente anche il piacere del tempo ritrovato per sé. Il tempo di volare per il gusto di volare.
Sembrava un surfista inconsapevole che sperimentava ripetutamente un’atipica interpretazione della famosa manovra chiamata “roller”, catturando la parte più alta dell’onda per guadagnare maggiore velocità.
Le strade erano deserte e silenziose: per lui era una liberazione assoluta vederle libere, a quell’ora, da tutti quei corrieri AMAZON che, involontariamente, gli avevano sottratto tutte le consegne e insieme tutte le gioie.
Planando sopra i tetti, di colpo si abbassava fulmineamente verso la terra, regalando un mondo di divertimento alla vecchia renna che si sentiva agile padrona dello spazio; andavano talmente veloci che creavano vere e proprie scie di condensazione, magnifiche nuvole che si formano al passaggio dei veicoli volanti, composte principalmente da acqua sotto forma di cristalli di ghiaccio.
Babbo Natale rideva come un pazzo, una risata diversa da quella tradizionale, e cominciava a comprendere in quei momenti che ogni fase della vita possiede la sua bellezza.
Un bimbo con le lentiggini, ancora sveglio per l’eccitazione dell’attesa, lo contemplava dalla finestra con un sorriso generoso stampato sul viso, consapevole del fatto che Babbo Natale non si sarebbe fermato da lui, ma felice comunque di vederlo così gioioso.
Natale stava creando una nuova forma di Magia.
Dopo un’ora di rutilanti pazzie, il Vecchio dalla barba bianca riportò la renna a casa e le diede biada e panettone come ringraziamento.
Indossò il pigiama di Natale, si tolse le calze da volo e si mise a letto.
Fuori nevicava ancora più forte. Le coperte erano calde e morbide.
Prima di addormentarsi si concesse un pezzo di torrone che masticò a fatica.
Poi, sereno, si addormentò, sognando un mondo di canditi e un Universo senza Amazon.
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