• Abbonati
A sorisole

Concessionario fantasma, un anno alla nonna senza patente intestataria di una Porsche video

Condanne in abbreviato anche per altri 4 imputati coinvolti nell'inchiesta insieme ad altre 18 persone rinviate a giudizio

Sorisole. È stata condannata in abbreviato ad un anno e 20 giorni Maria Horvat, 76 anni, nonna di Principe e Fardi Horvat, rampolli della famiglia rom di stanza in Val Cavallina. I reati contestati sono l’intestazione fittizia di una Porsche Cayenne (la donna è analfabeta e non ha la patente di guida) e una percezione indebita del reddito di cittadinanza.

L’anziana è stata invece assolta per la fittizia intestazione di una casa acquistata a Capriate San Gervasio, che infatti le è stata restituita su disposizione del gup. Il giudice ha accolto la tesi del difensore Pierfrancesco Mussumeci: l’abitazione è stata acquistata con una parte del denaro che la nuora aveva ricevuto dall’assicurazione come indennizzo dell’incidente stradale nel quale, nel 2015, morì la sua mamma.

Nel corso dell’udienza preliminare di venerdì 22 dicembre, i due fratelli Sandro e Franco Braidich sono stati entrambi condannati in abbreviato per associazione per delinquere e per intestazioni fittizie: il primo a 2 anni e 2 mesi e il secondo a 2 anni.

Due anni e 6 mesi per il commercialista Alessandro Evar, accusato di associazione per delinquere e concorso in truffa ai danni dello Stato: evadeva l’Iva fingendosi un esportatore abituale di auto, figura alla quale la Legge consente l’esenzione della tassa in quanto i mezzi vengono rivenduti all’estero.

Infine, in preliminare, è stato condannato in abbreviato anche Andrea Ronzi: 2 anni e 2 mesi per lui per varie truffe, fittizia intestazione e ricettazione.

Nell’inchiesta guidata dal pm Emanuele Marchisio erano finite 23 persone, 18 delle quali rinviate a giudizio: il prossimo febbraio andranno a processo. Il caso è quello legato al finto concessionario di Sorisole «Guido l’auto», aperto nel dicembre 2019 a Petosino e chiuso dopo pochi giorni. Non prima di aver truffato numerosi clienti, attirati da annunci di auto di lusso a prezzi convenienti pubblicati su siti specializzati. Gli acquirenti visionavano i modelli, poi venivano invitati a versare un acconto oppure l’intero importo, ma delle auto non c’era poi traccia.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI