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Il dibattito

Accoglienza dei migranti, l’appello del vescovo divide i politici bergamaschi

Le parole di monsignor Francesco Beschi scuotono gli esponenti dei vari partiti

L’appello del vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi, che con un messaggio lanciato in occasione del Natale ha esortato all’accoglienza dei migranti, divide i politici bergamaschi.

Il segretario cittadino del Partito Democratico, Alessandro De Bernardis, commenta: “Il Vescovo Francesco ha descritto in maniera chiara tanto la situazione del mondo attuale e delle crisi che lo attraversano, quanto la realtà del tessuto sociale bergamasco, fatto di grande solidarietà e di enorme calore umano. L’amministrazione comunale di Bergamo in questi anni ha lavorato sulle direttrici dell’accoglienza, mettendo in rete ciò che già esisteva, potenziandolo e implementandolo con soluzioni che permettessero ai migranti un inserimento sociale e lavorativo, essenziale per loro e per la comunità tutta. E così è stato anche nel momento in cui è scoccata una guerra nel cuore dell’Europa: la realtà bergamasca si è prodigata in tutte le sue forme per l’accoglienza dei rifugiati, per dare loro un tetto e per tutelare la loro salute. Le parole di vero cristianesimo del Vescovo dovrebbero essere lette e studiate da chi troppo spesso sbandiera la propria cristianità a parole, ma non riesce a declinarla nei fatti”.

Rimanendo nel centrosinistra, Oriana Ruzzini, consigliera comunale di Bergamo in quota a APF, afferma: “Il vescovo esorta giustamente la politica a dotarsi di strumenti adeguati per gestire un fenomeno strutturale e fisiologico, quale è quello delle migrazioni. La sfida tuttavia non riguarda solo l’accoglienza ma anche l’integrazione, per cui il governo non ha fatto pressoché nulla. Le strutture diocesane insieme ai Comuni si fanno carico di un lavoro importante: garantire diritti umani tra i più fragili e cercare di agevolare la loro autonomia, ma servirebbe formazione lavorativa, la scuola, soprattutto per imparare la lingua, l’accesso alla casa, la valorizzazione delle competenze, la relazione con l’impresa. A livello centrale mancano visione politica ed un investimento importante, da parte del governo e della Regione Lombardia”.

Elena Carnevali, candidata sindaco del centrosinistra alle prossime elezioni amministrative del Comune di Bergamo, annota: “Senza il sostegno del vescovo Beschi, della Diocesi, della comunità ecclesiale, delle parrocchie e delle associazioni laicali in questi decenni, le Istituzioni sarebbero state più sole e inadeguate ad affrontare il tema dell’accoglienza e dell’integrazione di persone, famiglie, minori stranieri non accompagnati. Un impegno a cui dobbiamo molta gratitudine e riconoscenza perché frutto di fatiche, di ostacoli e di difficoltà anche nel riconoscere il valore prezioso di questa disponibilità, che negli anni ha sperimentato progetti di accoglienza e promosso, con le Istituzioni e il Terzo Settore, l’accoglienza diffusa come strumento più efficace rispetto ai grandi centri di accoglienza temporanea”.

“L’esortazione del vescovo Beschi – continua Elena Carnevali – è un invito non solo alle comunità a proseguire nell’accoglienza assolvendo al “comandamento evangelico dell’ospitalità” ma è un richiamo a tutte le Istituzioni affinché si superi il “persistente limite di considerare le migrazioni come fenomeno emergenziale e non strutturale della nostra epoca. Non si può che condividere ed essere concordi, mentre purtroppo negli anni i migliori sforzi e progetti di integrazione sono venuti meno, ritornando a vecchi paradigmi con interventi di minima qualità, senza mediazione linguistica, alfabetizzazione, intervento psicologico, educativo e formativo per un futuro lavorativo. Restano fondamentali le norme europee e nazionali, la collaborazione reale, fattiva ed efficace tra le nazioni dell’Unione Europea dopo l’arrivo nei paesi di primo approdo. Sono necessarie normative in grado di garantire in tempi certi la presenza legale per i nuovi arrivati con l’attribuzione di diritti e doveri, il rispetto delle Convezioni Internazionali e della dignità della persona in ogni intervento dello Stato e delle sue articolazioni, e la possibilità di avere ingressi regolari, oggi insufficienti rispetto alla domanda del sistema produttivo e delle imprese. Tutto ciò è necessario, ma occorre fare di più ed ecco perché il messaggio e l’impegno del vescovo, insieme al prezioso lavoro – pieno di carità e di criticità da affrontare – portato avanti giorno per giorno della Caritas, dal Patronato San Vincenzo, dalla comunità don Milani e dal Terzo Settore oggi più che mai è un valore straordinario. Perché è soprattutto nelle piccole comunità territoriali che avviene con maggiore efficacia il lavoro di accompagnamento e di integrazione nella legalità”.

“Oggi – conclude Carnevali – i Comuni sono spesso lasciati soli, di fronte all’impossibilità di rimpatriare coloro che non hanno avuto il riconoscimento di permanenza sul territorio italiano, e soli nell’affrontare processi di qualità di integrazione. Questo non è più accettabile. Dobbiamo fare in modo che le persone vengano valorizzate e possano diventare vere e proprie risorse per il nostro Paese ascoltando le proposte di chi affronta quotidianamente e da tanti anni il tema delle migrazioni”.

Alberto Ribolla, consigliere comunale della Lega, invece, osserva: “Pur rispettando il punto di vista di Sua Eccellenza, ed il Suo pensiero rivolto alla comunità religiosa, ritengo doveroso continuare a sostenere che non possiamo pensare che il problema delle migrazioni possa essere risolto accettando di accogliere tutti coloro che si spostano dalle terre di origine. Sono necessarie regole chiare e paletti che, grazie a questo Governo e al lavoro diplomatico, anche delle ultime settimane, in Europa, stanno aiutando il nostro Paese ad affrontare il tema annoso e complicato degli sbarchi e dell’accoglienza. Accoglienza che, appunto, non può essere indiscriminata proprio per non ledere coloro che ne hanno diritto e senza dimenticare, allo stesso tempo, le tantissime persone bisognose – italiane – per le quali è necessario intensificare gli sforzi della comunità. Un’apertura generica alle migrazioni non sarebbe né economicamente né socialmente sostenibile”.

Sempre dai centrodestra, Andrea Tremaglia, deputato di Fratelli d’Italia, annota: “Trovo molto centrata l’osservazione di Sua Eccellenza circa il limite di un approccio emergenziale, e non strutturale, al fenomeno migratorio. Aggiungo che fino ad oggi un altrettanto grave errore è stato quello di considerarla una questione, volta per volta, italiana, greca, spagnola, e non continentale, come in effetti è. Ritengo che sotto entrambi questi aspetti il Governo Meloni abbia mostrato un importante cambio di paradigma, possibile anche grazie a una nuova e più credibile postura internazionale dell’Italia. Non possiamo accettare che siano i trafficanti di uomini a decidere come, dove e chi entra in Italia, ma oltre alla regolamentazione dell’immigrazione occorre di più. Il piano Mattei per l’Africa, che sarà presentato a Gennaio è la sintesi dei principi esposti: non ci può essere sicurezza, non solo fisica ma sociale, per l’Europa finché il continente africano non sarà messo nelle condizioni di intraprendere un percorso di sviluppo che consenta la piena realizzazione di quel ‘diritto di non migrare’ cui ha fatto di recente riferimento il Santo Padre”.

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