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La cerimonia conclusiva

Un nuovo inizio: Bergamo chiude l’anno da Capitale della Cultura con una rinnovata consapevolezza

I territori che da sempre simbolo di operosità hanno guadagnato la capacità di pensarsi e di vedersi come un luogo di attrazione turistica, luminoso e capace di fare cultura

Bergamo. Questa mattina Bergamo e Brescia si sono risvegliate più belle: si sono guardate allo specchio e hanno preso coscienza di quanto, già a partire da oggi, possano essere più attraenti e più attrattive di quanto pensassero.

È forse il lascito più importante di questo anno speciale: “una nuova consapevolezza” e “un nuovo inizio”. Sono queste le parole riecheggiate più volte ieri durante la cerimonia di chiusura dell’anno di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023, nella sala del Teatro Donizetti in collegamento con il Teatro Grande di Brescia. In molti interventi è stato sottolineato come i territori di Bergamo e Brescia, da sempre simbolo di operosità e, soprattutto, di manifatturiero, abbiano guadagnato dopo questo anno formidabile la capacità di pensarsi e di vedersi come un luogo di attrazione turistica, un luogo luminoso e capace di fare cultura.

Lo ha sottolineato anche il sottosegretario del Ministero della Cultura Gianmarco Mazzi: “L’Italia è una superpotenza mondiale in campo culturale – ha dichiarato – e Bergamo con Brescia rappresentano ora il quarto polo culturale italiano”. Lo ha sottolineato l’Assessore Regionale alla Cultura Francesca Caruso affermando che “l’intera regione Lombardia può considerarsi capitale della Cultura grazie alla capacità di fare squadra e di valorizzare il genius loci”. E via via lo hanno sottolineato tutti: sindaci, assessori, sponsor. Tutti all’unisono hanno parlato di un traguardo raggiunto e superato oltre ogni aspettativa e dell’impossibilità di tornare indietro. La vetrina che BGBS23 ci ha messo a disposizione ha permesso a tutti di vedere la nostra bellezza e ora non possiamo deludere le aspettative.

Alla fine della cerimonia, dopo il simbolico passaggio di consegne (e di felpe) tra i volontari di Bergamo Brescia e quelli di Pesaro, che sarà la capitale delle Cultura nel 2024, alla BandaKadabra è stato affidato il compito di portare la magia e la festa al di fuori del teatro e del protocollo accompagnando gli spettatori verso il palco allestito sul Sentierone. Lì l’eclettico Direttore del Donizetti Festival, Francesco Micheli, ha ricordato a suon di musica alcuni dei principali progetti realizzati in questo lungo anno ricco di iniziative. Sul palco, insieme a lui, alcuni degli attori e cantanti di “Raffa in the Sky”, un altro dei lasciti di questo anno straordinario ovvero una fanta-opera lirica che celebra la Carrà non solo come showgirl ma anche come donna capace di emancipare, attraverso le sue performance e le sue canzoni pop e profonde allo stesso tempo, migliaia, se non milioni di persone.

Intorno alle 20, nonostante la musica e le luci, la gente comincia a rincasare: l’attrice Matilde Facheris ha proposto un accorato inno di Bergamo e le ha fatto eco un altro inno rap.

Fa freddo, è appena finito un anno pieno di iniziative e di successi: il bergamasco, si sa, a una certa ora mette le gambe sotto il tavolo e poi va a riposare. E pensa già a rimboccarsi le maniche, a partire da domani, per rendere Bergamo ancora più bella e attrattiva. Anche questa è Cultura Bergamasca.

 

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