Sul suo computer aveva salvato un gran numero di immagini, foto e video, di minori in atteggiamenti ambigui. C’è anche un 50enne residente in un paese dell’Isola tra gli arrestati al termine della maxi operazione della Procura della repubblica di Venezia tramite il Centro nazionale del contrasto alla pedopornografia online (Cncpo) che ha fatto scattare le manette a 28 persone, oltre a 38 denunce, in tutta Italia in flagranza di reato per detenzione di ingente quantità di materiale compromettente.
Al lavoro anche gli agenti della polizia postale di Bergamo che nei giorni scorsi sono intervenuti per una perquisizione a un cinquantenne di origine asiatica, che abitava con la famiglia, moglie e figli, in un comune dell’Isola e lavorava come operaio. Sul pc che aveva a casa c’era salvato un’ingente quantità di fotografie e immagini che ritraevano appunto minorenni in scene scabrose.
Ulteriori accertamenti sono stati eseguiti sul suo telefono, dal quale è emerso che l’uomo era iscritto a diverse applicazioni utilizzate per contattare minori e ottenere loro scatti in modo ingannevole che poi venivano messe in rete. I dispositivi in suo possesso sono stati posti sotto sequestro.
Il 50enne, con alle spalle diversi precedenti per reati contro il patrimonio, su disposizione del pubblico ministero Letizia Aloisio, è stato condotto nel carcere di via Gleno e il suo arresto è stato convalidato dopo l’udienza di fronte al Gip.
La maxi inchiesta della Procura veneta è durata oltre sei mesi, condotta da agenti sotto copertura che si sono introdotti in una piattaforma di messaggistica. Sono stati monitorati circa 130 spazi virtuali, all’interno dei quali erano iscritti utenti di tutto il mondo che scambiavano migliaia di foto e video di abusi su minori. Gli “undercover” veneti hanno richiesto e ottenuto in totale 59 decreti di perquisizione personale e informatica nei confronti di altrettanti residenti in Italia, appartenenti dalla ‘community’ internazionale di pedofili. Altre centinaia di utenti esteri, sia europei che extraeuropei, sono stati segnalati dalla Cncpo agli Stati interessati attraverso i canali di cooperazione internazionale di polizia.
Nelle perquisizioni sono stati sequestrati numerosi dispositivi informatici con decine di migliaia di file pedopornografici, che saranno oggetto di ulteriori analisi per individuare eventuali altri utenti. Gli arresti sono stati eseguiti, oltre che nella provincia di Bergamo, in quelle di Milano, Pisa, Rimini, Bologna, Cagliari, Ferrara, Napoli, Pavia, Perugia, Roma, Sondrio, Venezia, Pesaro, Ravenna, Torino, Varese, Cremona, Messina, Palermo e Savona. Le perquisizioni invece sono state svolte anche a Bari, Campobasso, Rovigo, Perugia, cremona, Milano, Torino, Verona, Catania, Roma, Trapani, Caserta, Napoli e Parma.
commenta