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L'analisi

Riecco il miglior Pasalic: l’Atalanta ha ritrovato un tesoro sotto l’albero

Giocando nei due di centrocampo, il croato ha offerto prestazioni di alto livello. Gasperini: "In quel ruolo avrebbe faticato, ma ora è un giocatore maturo"

Bergamo. Milan, Rakow, Salernitana. Tre vittorie consecutive all’Atalanta mancavano dallo scorso settembre. Ottenute nel giro di nove giorni, con un unico comun denominatore in termini di giocatori in campo: Mario Pasalic titolare nel duo di centrocampo. Anche nella trasferta in Polonia.

Il croato era stato uno dei più deludenti nella prima parte di stagione: tre mesi difficili in cui è stato chiamato spesso ad adattarsi ad un ruolo non suo come quello di prima punta, costretto a fare a gomitate spalle alla porta con i difensori avversari e senza riuscire a sfruttare le sue migliori caratteristiche, di inserimento e non solo.

La sua straordinaria applicazione e duttilità lo hanno reso un giocatore in grado di coprire diversi ruoli, basti pensare all’evoluzione che l’ha portato dall’essere un interno del centrocampo a tre fino alla trequarti, arrivando persino a fare l’esterno offensivo di un 4-3-3 in nazionale. In quest’ultimo periodo nerazzurro, invece, il numero 8 è tornato a quelle che forse si possono definire le sue origini, quando era un prospetto il cui cartellino apparteneva al Chelsea.

Oggi Pasalic è un giocatore diverso da allora, più esperto, più consapevole e più completo, e non può essere altrimenti visto che a febbraio spegnerà 29 candeline ed è alla sua undicesima stagione completa da professionista di alto profilo. Anzi, altissimo.

L’emergenza difensiva, la necessità di arretrare De Roon in difesa e l’importanza di tenere Teun Koopmeiners vicino agli attaccanti hanno convinto Gasperini ad affidarsi al nativo di Mainz, in Germania, insieme ad Ederson a centrocampo. E la risposta ricevuta è stata “straordinaria”, sotto ogni punto di vista, come ha ammesso lo stesso mister dopo il 4-1 sulla Salernitana.

“Abbiamo ritrovato un giocatore molto affidabile a centrocampo: i calciatori cambiano, non sono macchine, a ogni età si modificano. Lui ora gioca in un ruolo che prima faceva fatica ad occupare, ma ha la maturità tecnica, tattica e fisica per stare lì. Ha disputato tre partite straordinarie in fila, poi quando l’ho avanzato sulla trequarti invertendolo con Koopmeiners ha fatto gol. Parliamo di un giocatore super affidabile e con questa sua evoluzione possiamo giostrare bene i nostri uomini a centrocampo”.

Il gol (del decisivo 2-1) gli mancava dal 24 settembre, dal 2-0 contro il Cagliari: ha scelto il modo migliore per festeggiare le 200 presenze in Serie A e la fascia di capitano indossata in Europa. La Dea ha ritrovato il suo Super Mario. Un bel regalo natalizio sotto l’albero.

 

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