• Abbonati
Bergamo

Gandi: “A Bergamo più immigrati e senzatetto: la politica dei flussi migratori deve cambiare”

Il vice sindaco e assessore alla Sicurezza: "Partecipazione e trasparenza le parole chiave del tour nei quartieri. L'Accademia per l'Immigrazione andrebbe presa a modello su scala nazionale"

Bergamo. Quasi dieci anni da assessore alla sicurezza. A pochi mesi dalla fine del suo secondo mandato, per Sergio Gandi, vice sindaco del Comune di Bergamo, assessore competente alla materia, insieme al Bilancio e con molte altre deleghe, è tempo di fare il punto della situazione, anche e soprattutto a pochi giorni dalla conclusione del tour sulla sicurezza che lo ha visto visitare centro e quartieri della città, in ascolto delle problematiche dei cittadini, raccogliendo opinioni e pareri, con un lavoro rivolto a generare politiche fattive.

Il viaggio itinerante, composto da 9 tappe, che ha accompagnato lui, l’assessore Giacomo Angeloni, assessore anche alla Partecipazione, e la comandante della polizia locale Gabriella Messina lungo tutta la città ha visto coinvolte oltre 400 persone, in un percorso partito da giugno e terminato il 6 dicembre scorso. Ascolto e presenza, i due temi che hanno caratterizzato questa iniziativa, che si è dimostrata proficua, come Gandi stesso ha sottolineato, perché ha consentito agli amministratori di fotografare la situazione da un altro punto di vista, quello di chi vive tutti i giorni il territorio.

“Questo tour ha visto una partecipazione molto più nutrita rispetto agli altri che abbiamo organizzato – racconta Gandi –. Ha rappresentato un grande passo avanti nella relazione tra l’istituzione e la città, in collaborazione ovviamente con le forze dell’ordine. E il merito della buona riuscita non è solo legata ai numeri, alle presenze, ma anche al percorso di crescita che abbiamo fatto noi amministratori, condiviso proprio con i cittadini. Del resto la sicurezza rappresenta un argomento da sempre molto sentito e il fatto di essersi spesi in prima persona ha pagato: si è rivelato infatti un elemento che ha avvalorato il lavoro fatto, ma che, al contempo, ha anche testimoniato l’impegno e la volontà di mettersi in gioco, la trasparenza dell’operato, anche laddove abbiamo raccolto il malcontento della popolazione.

Questo tour ha rappresentato un passo avanti nel fare amministrativo perché ha fatto della partecipazione il suo punto forte. Molte delle azioni del nostro fare, e parlo di sicurezza ma potrei citare anche altri campi d’indagine, hanno trovato il loro plus proprio nella possibilità e nella volontà di coinvolgere le persone. Lo dimostrano anche le iniziative realizzate come la App per segnalare in tempo reale i disagi e gli eventi incresciosi, garantendo così un intervento tempestivo da parte della polizia locale. Un’interazione vera e bilaterale, quella tra istituzione e popolazione, che ha portato a vivere un rapporto più stretto, nel quale il cittadino sente di potersi affidare, perché accolto e ascoltato.

Ne è esempio il fatto che le segnalazioni sono passate da 1000 a 1700, in un solo anno. Abbiamo incrementato gli strumenti di relazione per non essere più percepiti come “corpi estranei”, ma come cittadini che si relazionano ad altri cittadini che, insieme, cercando di fare quanto in loro potere per migliorare la loro città. Parlare a mezzo slogan serve veramente a poco e spesso, anzi sempre, è controproducente. Questo rapporto che via via è stato costruito e che si è consolidato nel tempo è un patrimonio, un’eredità che non deve e non dovrà essere certo disperso nel tempo. Piuttosto conservato e avvalorato”.

Un’amministrazione che viaggia su un binario fermo e sicuro, dunque, in termini di sicurezza vissuta e percepita, anche se la situazione varia, come i problemi segnalati, a seconda dei quartieri della città: “È così. In alcune zone i focus sono rivolti soprattutto alla microcriminalità e in altri allo spaccio. Non siamo mai stati a guardare: molte sono state le attività di arresto e sequestro di sostanze stupefacenti da parte della polizia locale. E per mettere Bergamo in cassaforte, anche dal punto di vista della sicurezza percepita, abbiamo ampliato il numero delle telecamere che oggi sono 162, installandole nei punti suggeriti proprio dai cittadini”.

Come è cambiata Bergamo in questi dieci anni dal punto di vista della sicurezza?

“La situazione è migliorata, anche se molti problemi restano come traffico e la vendita di droga che, pur in maniera limitata, restano delle piaghe. A Bergamo come in tutte le città italiane. Sono, purtroppo, delle costanti perché la richiesta è ancora molto alta. Sulla dipendenza dobbiamo dunque continuare a lavorare, come sulle sacche di disagio. Pur avendo un sistema di welfare eccellente, che copre tutte le fragilità, il numero dei bivacchi, dei senzatetto, è aumentato. Una conseguenza legata anche all’aumento degli sbarchi a Lampedusa, con un fenomeno migratorio mal regolato e nei confronti del quale il Governo sta facendo poco e male, lasciando ricadere sui territori tutte le responsabilità. Quando ci siamo insediati a Palazzo Frizzoni, il sottopasso di Boccaleone era un vero e proprio dormitorio. Ora la situazione è cambiata, ma molto si deve ancora fare.

Nel nostro piccolo, nonostante i Comuni non abbiano certo poteri nel regolare un fenomeno così complesso anche dal punto di vista delle dimensioni, abbiamo cercato di farvi fronte con una serie di iniziative, come l‘Accademia dell’Immigrazione, esperienza che purtroppo si è esaurita con la pandemia. Un progetto che aveva funzionato molto bene, nato su spinta del sindaco Gori, della Diocesi e di Confindustria e che che aveva dato i suoi frutti, portando i giovani coinvolti a vivere una vita dignitosa, ad imparare una lingua e, alla fine del percorso, a trovare un posto di lavoro. L’Accademia dovrebbe diventare modello per tutto il Paese perché consente a chi arriva in Italia di potersi costruire un futuro”.

Il tema della casa è e resta un nodo centrale del fare di questa amministrazione, tanto da essere dominante anche nel nuovo Pgt. 

“Vanno create delle condizioni di accessibilità alla casa, questa è la vera sfida dei prossimi anni. Ne va garantito il diritto alle giovani coppie, a chi viene da fuori e a chi ha un reddito basso. Questa amministrazione ha molto a cuore il problema e gli sforzi che stiamo facendo non solo sono molteplici, ma anche sotto gli occhi di tutti. La casa è e resta in cima alla lista del fare e del pensare di questa amministrazione”.

Quali dovrebbero essere le priorità, in termini di sicurezza, per i prossimi anni?

“Mi piace immaginare che Bergamo resti una città attrattiva anche perché sicura, percepita e vissuta come tale. dal mio punto di vista questo rappresenta un tema centrale, come quello dei giovani, soprattutto quelli di seconda o terza generazione, per i quali vanno immaginate politiche a sostegno ancora più incentivanti. E mi piacerebbe molto che nel programma elettorale del centrosinistra si puntasse non solo a dare continuità al lavoro svolto fino ad oggi, ma ci si concentrasse sull’immigrazione e sulla sicurezza urbana”.

 

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
leggi anche
Polizia locale Bergamo Gandi Messina
Palafrizzoni
Bergamo, il tour sulla sicurezza arriva nei quartieri nord della città
L'associazione "Le Piane" di Redona
Al polo civico di redona
Bergamo, quarto tour sul tema sicurezza: nuovo appuntamento il 6 dicembre a Redona
rissa in stazione gandi
L'appuntamento
Bergamo, il tour sulla sicurezza giovedì 14 settembre in centro città
Atalanta-Roma, 450 agenti allo stadio
Bergamo
Sicurezza, esercito e più agenti sulle strade. E nel 2024 raddoppieranno le telecamere
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI