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Ardesio

“I nostri 8 mesi fuori casa dopo la frana. I bimbi chiedono: mamma, quando torniamo?”

La testimonianza di Miriam Filisetti, 34 anni, tra gli sfollati dopo il disastro del 5 aprile: "I danni? Circa 300 mila euro, confidiamo nei risarcimenti". Sul fascicolo d'inchiesta lo spettro dell'archiviazione

Ardesio. “I primi giorni tutti bravi e solidali, poi?”. Miriam Filisetti, 34 anni, non risparmia nessuno, ma il suo stato d’animo è facilmente comprensibile. La frana ha compromessa la sua casa, che è anche quella del suo compagno Silvano e dei loro bimbi di 3 e 7 anni. “Me lo chiedono in continuazione: mamma, mamma, quando possiamo tornare?”.

La loro è una delle famiglie sfollate dopo la valanga di acqua, fango e detriti che lo scorso 5 aprile ha travolto l’abitato di Ardesio. A causare il disastro, la rottura di un canale di adduzione alla centrale idroelettrica di Ludrigno. Quindicimila metri cubi d’acqua, secondo le stime dell’Enel.

“Già, proprio Enel aveva detto che dove non sarebbe arrivata la loro assicurazione, sarebbero arrivati loro come azienda a risarcire, o sbaglio? Noi, però, non abbiamo ancora visto un euro – commenta stizzita Miriam -. Abbiamo aperto un mutuo su una casa gravemente danneggiata, ora siamo ospiti di mia madre e dobbiamo comunque pagare un altro affitto. Anche le nostre auto sono ancora ferme, in un deposito a Gromo. Enel ce le fornisce a noleggio”. Appoggiandosi a un perito, Miriam e il compagno hanno provato a quantificare i danni ai beni di loro proprietà. “Più o meno 300 mila euro”, dice. Otto mesi dopo la situazione non è ancora delle migliori, come dimostrano alcune foto.

 

Casa Filisetti Ardesio
Le scale e sotto il box di Miriam Filisetti

 

Casa Filisetti Ardesio

 

Tramite gli avvocati Jessica Vitari e Flavia Bergamini, un gruppo di residenti si è opposto alla richiesta di archiviazione del fascicolo d’inchiesta da parte della procura di Bergamo. La loro speranza è che il giudice per le indagini preliminari rigetti la richiesta del pm, disponendo nuove approfondimenti sulla vicenda. L’udienza è prevista il 19 marzo 2024.

In un comunicato stampa diffuso a poche ore dal disastro, Enel Green Power sosteneva di non avere “rilevato alcun elemento che potesse far presagire una problematica”, durante l’ultima ispezione effettuata una decina di giorni prima. E secondo la magistratura non sarebbero emersi elementi utili per l’identificazione dei responsabili, o comunque per l’ulteriore prosecuzione delle indagini.

Anche il Comune di Ardesio tiene monitorata la situazione con i legali Yvonne Messi e Michele Olivati. “Il Comune si ritiene parte lesa tanto quanto i cittadini – afferma il sindaco Yvan Caccia – tant’è che a nostra e loro tutela abbiamo avviato una richiesta risarcitoria a Enel. A distanza di mesi le case non hanno problemi di agibilità e staticità, certo c’è ancora parecchio da fare soprattutto a causa della terra e del fango”. Sul fronte dei risarcimenti, ribadisce: “Nessuno può dire ‘pago io’, perché nessuno finora è stato decretato responsabile di quanto successo. Anche noi siamo in attesa dell’udienza del 19 marzo”. L’eventuale archiviazione del procedimento penale, ad ogni modo, non preclude un risarcimento in sede civile.

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