Orio al Serio. Poco meno di 16 milioni di passeggeri trasportati, un volume d’affari di oltre 200 milioni, l’approvazione del Piano di Zonizzazione Acustica e la chiusura della procedura sulla conformità urbanistica del Piano di Sviluppo Aeroportuale: sono i traguardi che l’aeroporto di Orio al Serio ha raggiunto in un 2023 ricco di soddisfazioni, tra le quali non vanno dimenticate anche la conclusione della prima fase dell’indagine epidemiologica di Ats Bergamo e la prima posizione assoluta in Europa a livello di apprezzamento dei viaggiatori.
Il primo anno completo senza alcuna restrizione legata alla pandemia, con il “boost” della nomina di Bergamo a Capitale italiana della Cultura insieme a Brescia, ha dato l’opportunità allo scalo bergamasco di esprimersi in tutto il suo potenziale: più di 140 destinazioni nella stagione estiva, 119 in quella invernale, 40 Paesi serviti e l’apertura di fronti di mercato strategici verso Oriente, con l’area turca e di Dubai che consentono anche di proseguire il proprio viaggio praticamente in tutto il mondo.
Un aeroporto che deve molto a Ryanair, che continua a mantenere una quota di mercato prossima all’80%, ma che sta sviluppando in modo mirato la composizione del restante 20% di compagnie che operano sul “Caravaggio”: gli arrivi di flydubai, Georgian Airways e Turkish Airlines, oltre alle più consolidate presenze di Pegasus, WizzAir o EasyJet, aprono orizzonti nuovi e rendono davvero completo il network.
Un mix vincente che quest’anno ha portato al nuovo record storico dell’aeroporto bergamasco, che secondo le ultime previsioni di Sacbo chiuderà attorno ai 15,8 milioni, ben 2 milioni in più rispetto al precedente primato del 2019, quando la crescita ormai fisiologica venne poi interrotta dall’arrivo del Covid. Nessun salto triplo, con il tassametro che si arresterà con ogni probabilità prima dei 16 milioni (quota che a fine estate, calcolatrice alla mano, non sembrava poi così impossibile da raggiungere), ma il risultato è comunque clamoroso.
Non solo di traffico passeggeri, si diceva, è fatto il 2023 straordinario dell’aeroporto.
Insieme a un volume d’affari che per la prima volta supererà i 200 milioni (rispettando esattamente quanto già annunciato 12 mesi fa), anche l’utile sarà in crescita: “Ma il primo obiettivo del nostro scalo è lo sviluppo economico e sociale, non la redditività propria – si è affrettato a precisare il presidente di Sacbo, Giovanni Sanga – Registriamo anche una forte crescita dell’attività non aviation, con un incremento del 20% circa. Un settore nel quale abbiamo sempre condotto buone politiche di selezione, con brand di richiamo che si arricchiranno presto anche di un’insegna come Eataly, che troverà casa nella piazzetta Ilario Testa”.
Di vitale importanza, poi, la conclusione di alcune procedure importantissime che si trascinavano da tantissimi anni: da un lato la zonizzazione acustica, chiusa all’unanimità a fine novembre, e dall’altro l’ok alla conformità urbanistica del Piano di Sviluppo Aeroportuale 2030, che era iniziata addirittura nel 2015.
A questo proposito, Sacbo entro la fine dell’anno riceverà formalmente la comunicazione da parte del Ministero delle Infrastruttura e dei Trasporti, che a metà ottobre si era invece espresso negativamente in occasione della Conferenza dei Servizi decisoria che si era tenuta in forma semplificata e chiamata ad esprimersi sul Master Plan dell’aeroporto.
Superato, dunque, il “conflitto” con il Ministero della Difesa che aveva dato parere negativo all’utilizzo di circa settemila metri quadrati di sedime militare di propria proprietà che il demanio aeronautico avrebbe voluto acquistare nell’ottica di un miglioramento viabilistico: la questione si è risolta semplicemente con la decisione di Sacbo di stralciare quel progetto che insisteva su un’area del 3° Reggimento Sostegno AVES “Aquila” che la Difesa ha ritenuto strategica.
Da ultimo, non di certo per importanza, la conclusione della prima fase dell’indagine epidemiologica di Ats Bergamo che, in via preliminare, ha portato alla stessa conclusione dei precedenti monitoraggi, che finora hanno sempre escluso una correlazione tra l’esposizione a rumore, inquinamento atmosferico e stato di salute degli abitanti residenti nelle vicinanze dell’aeroporto, evidenziando invece una sovrapposizione dei dati rilevati con quelli del resto della provincia.
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