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Cara santa lucia...

Una Santa Lucia musicale nel segno della beneficenza, fra tradizione e contemporaneità

Nell’antica chiesa di San Nicolò ai Celestini l’ensemble ‘Il Sottobosco’ ha dato vita ad un reading musicale dove i rimandi alla figura della Santa si sono intrecciati a melodie natalizie, brani originali e tradizionali vicini a grandi e bambini

Bergamo. Un reading musicale nel quale si fondono tradizione e contemporaneità, sacro e profano, dove la figura di Santa Lucia anticipa il Natale ed allo stesso tempo ricorda la luce e si lega indissolubilmente ad una tradizione tutta bergamasca che trova rimandi sia nel Sud Italia che nel Nord Europa. Questo il filo conduttore di “Cara Santa Lucia…”, reading musicale e letterario di beneficenza che per la sua dodicesima edizione, tenutasi domenica 10 dicembre, ha accolto bambini ed adulti nella chiesa di San Nicolò ai Celestini a Bergamo.

Protagonista del concerto è stato l’ensemble “Il Sottobosco”, una formazione musicale eterogenea formatasi attorno agli strumenti a fiato ed al flauto dolce in particolare, per allargarsi ad uno spettro di strumenti insolito, ma capace di rendere al meglio la vitalità e la dolcezza che i brani tradizionali proposti hanno saputo trasmettere. Guidati da Alberto Bonacina (flauto dolce), i musicisti Mauro Salera (flauto dolce), Giovanni Perico (flauto traverso), Marco Ambrosini (oboe), Ugo Gelmi (fagotto), Raffaele Mezzanotti (chitarra), Alessio Scaravaggi (violoncello) e Lisa Alborghetti (alle percussioni) hanno saputo far rendere al meglio il timbro dei singoli strumenti, spaziando da classici della tradizione fino a produzioni originali che hanno guidato il pubblico tra melodie natalizie, composizioni nuove e classici che hanno fatto la storia della musica pop e non solo.

Un programma allegro e festoso, portato avanti con notevole maestria, come mostrato già dal preludio “cinguettante”, con trilli che sottolineano molteplici possibilità del suono di uno strumento apparentemente semplice come il flauto dolce. Il tono rinascimentale di “El Villano” (brano di un anonimo spagnolo del XVII secolo) è seguito poi da due melodie natalizie, entrambe vicine alla ninna nanna che nella realizzazione hanno visto anche l’utilizzo di piccole bottiglie di vetro come fossero una sorta di flauto di Pan: il tradizionale inglese “Hush, my dear lie still in slumber” e “Quand li Bergè”, brano natalizio francese di un anonimo del XVI secolo. Brani simili alla melodia di un carillon ai quali è seguita una nuova versione strumentale di “Santa Lucia”, canzone napoletana di Teodoro Cottrau che ha visto varie traduzioni, fino all’esportazione nei paesi scandinavi che l’ha collegata alla santa venerata anche nella Bergamasca. Flauti ancora protagonisti nell’ “Autunno” scritto da Ugo Gelmi, un tempo festoso che dagli strumenti a fiato si sviluppa in una danza corale di tutti gli strumenti dell’ensemble.

Cara Santa Lucia

Il programma ha raggiunto il suo culmine con il racconto con musica per voce narrante e otto strumenti “Se una notte d’inverno un paio d’angeli…”, una composizione scritta per l’ensemble dalla compositrice Marialuisa Balza, a partire da un testo di Alessandro Bottelli (direttore artistico della manifestazione) e illustrata dalle tavole di Elena e Luca Zanini. Una produzione che ha fatto il suo debutto proprio domenica 10, accompagnata dai diversi agilità e colore timbrico degli strumenti, capaci di sottolineare quasi in chiave anche onomatopeica il viaggio di due angeli alla scoperta di una zona di cielo inesplorata. Gli angeli Cherubino e Serafino decidono di fare un viaggio nel quale trovano un ruscello musicale ispirato a brani di Bach e dal quale si sposteranno per portare a termine una missione (che riavvolge la Storia e che ritorna al senso ed al significato originario del Natale), accompagnati dalle note di un canto gregoriano e da altre più tradizionali.

Alla fiaba musicale sono seguite poi l’allegra “Via del Sottobosco” e due brani che hanno saputo far riaffiorare la memoria a molte persone presenti: “Nella vecchia fattoria” (con un’interessante interpretazione dei versi degli animali fatta con gli strumenti) e “Ninna nanna del chicco di caffè”, dove ancora una volta sono comparsi strumenti non tradizionali tipici dell’ensemble.

Nel finale, due chiari riferimenti al mondo animale con “L’allodola” di Anghelus Dinicu (nella versione degli ungheresi Ex Antiquis) e un divertissement dove l’imboccatura dei flauti è stata usata per richiamare suoni e richiami degli uccelli.

Una giornata che ha saputo intervallare gioia e ricordi con l’importanza della beneficenza, grazie alle offerte devolute al “Progetto Kanengo” avviato in Malawi dalla Procura Missionaria delle Suore Sacramentine, per la creazione di una struttura scolastica elementare e di un centro di assistenza per bambini fino ai 12 anni.

Un reading musicale che ha saputo interpretare al meglio la gioia dell’attesa di Santa Lucia, con la sua luce, richiamata anche dall’installazione luminosa ideata dai fratelli Zanini, all’esterno della chiesa.

 

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