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Era fuggito

Alfredo Zenucchi ha confessato l’omicidio della moglie in hotel: “Volevamo farla finita insieme”

Originario di Gazzaniga, da anni viveva nel Cremonese e con Rossella Cominotti da gennaio gestiva un'edicola: 12 giorni fa avevano chiuso ed erano scomparsi, venerdì il tragico epilogo

Nel giorno in cui a Bergamo era stata organizzata un’altra manifestazione contro la violenza di genere, un bergamasco è stato fermato dopo una breve fuga e ha confessato l’omicidio della moglie in un hotel di La Spezia. Si chiama Alfredo Zenucchi, ha 57 anni, ed è originario di Gazzaniga, in Val Seriana, l’uomo bloccato alle 14 di venerdì (8 dicembre) dai carabinieri a Pontremoli, in Toscana: in serata ha ammesso di aver ucciso Rossella Cominotti, quattro anni più giovane e originaria di Rivarolo Mantovano.

In mattinata la donna delle pulizie dell’Antica Locanda di Luigina a Mattarana di Carrodano (La Spezia) aveva trovato il cadavere della donna nella loro stanza riverso sul letto con segni di coltellate.

Nella camera della struttura, dove la coppia risultava alloggiare da una settimana, sono state rinvenute anche tracce di sangue che fanno pensare a una morte violenta: probabile che sia stata usata un’arma da taglio o un oggetto contundente per uccidere la donna.

Zenucchi nel frattempo era sparito, uscito all’alba a bordo della sua Citroen C3 bianca. La stessa auto segnalata dalle telecamere sull’Aurelia e fermata poco dopo dai carabinieri durante un posto di blocco appositamente allestito dopo l’avvio delle ricerche.

La coppia abitava a Cavatigozzi, paesino di 700 anime in provincia di Cremona ed era molto conosciuta nella zona anche perchè a gennaio Alfredo aveva rilevato un’edicola a Bonemerse, che in questi mesi aveva gestito insieme a Rossella, con un passato da parrucchiera.

Ma pochi giorni fa l’attività aveva chiuso, pare per problemi economici. La coppia risultava scomparsa da 12 giorni. Molti abitanti di Bonemerse avevano provato a contattarli al telefono, ma non c’era mai stata alcuna risposta.

La cugina della donna, preoccupata, tre giorni fa aveva pubblicato un post su Facebook nel quale invitava chiunque avesse notizie di Rossella e Alfredo a farsi avanti: “I telefoni – si legge nel post – non ricevono più chiamate e neanche WhatsApp funziona. Siamo molto preoccupati”.

Sempre nei giorni scorsi Luca Ferrarini, sindaco di Bonemerse, si era messo in contatto con i carabinieri, aveva cercato di reperire informazioni, finché il 2 dicembre scorso si era recato in caserma per sporgere denuncia. Venerdì mattina il tragico epilogo.

L’arma del delitto è stata subito ritrovata dagli uomini del nucleo investigativo di La Spezia, guidati dal maggiore Marco Di Iesu e dal medico legale, subito accorsi all’hotel dopo l’allarme. Tutti gli elementi sembravano ricondurre all’uomo bergamasco, che messo sotto torchio dopo alcune ore ha confessato: “Volevamo farla finita. Prima dovevo uccidere lei, poi mi sarei tolto la vita io. Ma alla fine non ce l’ho fatta”.

L’uomo è in stato di fermo con l’accusa di omicidio, in attesa di essere condotto nel carcere di Massa Carrara. Restano ignoti i motivi del progetto di omicidio-suicidio.

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