Bergamo. “Questa nuova ricerca può essere la base per fornire un aiuto nel decidere strategie e politiche mirate a potenziare il settore occupazionale e formativo”: così Enrico Betti, presidente dell’Ente Bilaterale del Turismo, presenta la prima edizione dell’Osservatorio “Turismo e pubblici esercizi nel territorio bergamasco”, uno studio che scatta una fotografia aggiornata sulla domanda e l’offerta di lavoro nei comparti dell’ospitalità e dei pubblici esercizi del territorio.
Il convegno, tenutosi mercoledì 6 dicembre, ha affrontato svariate tematiche nel mondo del turismo in grado di pianificare strategie di business e risolvere il problema della difficoltà nel reclutare nuove risorse e del mancato allineamento delle competenze richieste.
“Il nostro settore è stato uno dei più penalizzati durante la pandemia, ma superato l’ostacolo si è riscontata una gran voglia di scoprire e viaggiare nel nostro territorio – afferma Giovanni Zambonelli, presidente Ascom Confcommercio Bergamo, nonché imprenditore nel settore alberghiero -. La penuria di manodopera e il problema della natalità inizia a farsi sentire e noi, come associazione, annunceremo a breve il progetto ‘Education’ che ha l’obiettivo di sensibilizzare, ma anche di creare nuove figure lavorative; per fare tutto ciò abbiamo ritenuto necessario avvalerci di una ricerca affidabile”.
L’indagine, commissionata dall’Ente Bilaterale del Turismo a “Fondazione Adapt”, inquadra il comparto turistico-ricettivo del presente, con un’ottica al futuro del settore e si avvale di 3 temi principali.
Il primo analizza le dinamiche occupazionali e la demografia d’impresa, evidenziando una grande attrattività e permeabilità del territorio bergamasco, grazie ad una diminuzione della mancata partecipazione al lavoro giovanile di ben 8 punti percentuali tra il 2018 e il 2022 e con il settore dei servizi che ha dato lavoro a più della metà dei lavoratori in provincia nell’ultimo anno analizzato.
Bergamo si dimostra uno dei bacini più ampi per quanto riguarda il numero di giovani presenti, nonostante l’aumento dell’età media della popolazione, come analizza il secondo focus, il quale si concentra sulle dinamiche a livello demografico e fornisce una geografia del lavoro e della formazione; inoltre il territorio in analisi risulta uno dei più dinamici, grazie ad un aumento dei flussi di spostamento.
Il terzo ed ultimo capitolo evidenzia il livello di istruzione e di formazione, che vede la popolazione bergamasca posizionarsi nella fascia medio-alta della classifica, con la fetta più importante (circa il 35%) che possiede un diploma di istruzione secondaria di secondo grado. Istruzione terziaria in aumento e soprattutto nella componente femminile, sempre più considerevole.
“La fotografia reale del turismo – spiega Betti – è necessaria per creare delle basi alla creazione di progetti pratici in grado di sviluppare dei percorsi efficienti utili a ragionare sulla collocazione dei ragazzi in ambito lavorativo”.
Fenomeno da non escludere riguarda quello dei ‘NEET’, ossia quei giovani che non studiano e non lavorano, il quale è in notevole diminuzione: si parla di un miglioramento del 4.1%, che è ampiamente superiore della media regionale, sancendo Bergamo come una delle province con le prestazioni più
incoraggianti del panorama regionale e nazionale. In merito si è esposto Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommercio Bergamo, il quale ribadisce: “Il turismo è un ammortizzatore sociale per questa categoria, infatti abbiamo tanta voglia di continuare a limare questo fenomeno e di sfatare il mito che recita che il lavoro nel turismo non è gratificante”.
La ricerca integrale è disponibile sul sito dell’Ente Bilaterale del Turismo di Bergamo.
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