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Il ricordo

“Ciao Seba”: la curva e l’Atalanta ricordano il tifoso 23enne. Il saluto commosso di Raimondi

Da due mesi era ricoverato in ospedale: i tifosi nerazzurri gli hanno dedicato un striscione a Torino. L'attuale assistente di Gasperini era andato a trovarlo in ospedale sabato, il giorno prima della morte

"Ciao Seba". Della trasferta di Torino all'Atalanta rimarrà soprattutto lo striscione esposto dai quasi 600 presenti nel settore ospiti. Due semplici parole, il saluto a uno di loro: Sebastiano Capelli, 23 anni, di Petosino, scomparso domenica (3 dicembre) dopo una malattia che lo aveva colpito tre mesi fa. Ha combattuto, è rimasto 50 giorni in ospedale, ma non ce l'ha fatta.

Era abbonato in curva nord, volto noto tra i tifosi, i quali gli avevano già dedicato striscioni che lo esortavano a combattere. Anche Marten De Roon e Cristian Raimondi, dopo la partita, hanno esposto una maglia commemorativa: "Per vivere davvero bisogna essere innocenti, fragili, impavidi e sognatori. Per sempre con noi". La stessa frase esposta in uno striscione appeso fuori dalla casa del giovane.

Lo stesso Raimondi era stato a fare visita a Seba nei giorni precedenti la sua scomparsa e a Instagram ha affidato un pensiero che ha toccato il cuore dei tifosi e della famiglia.

"Ciao Seba! Ti scrivo per dirti grazie! Non ti conoscevo, ma tutti i tuoi amici si sono prodigati in questi mesi per farmi capire quanto fossi grande! Per me bastava fossi uno dei ragazzi malati di Atalanta!"

L'attuale assistente tecnico di Gasperini racconta di avere anche realizzato un video per dargli sostegno. Sabato, il giorno prima della sua scomparsa, è andato a trovarlo: "Purtroppo l’ho fatto nel tuo momento peggiore e con la speranza ormai svanita. Entro in quella camera e tu mi guardi, passano quattro-cinque secondi e mi sorridi prima con gli occhi e poi con la bocca! Il tuo splendido papà ti stimola ma tu mi hai già detto tutto! Parliamo, ti regalo la mia maglietta e mi dici che la vuoi incorniciare, ti dico che la dovrai indossare al ritorno sui tuoi gradoni, con i tuoi amici! Ti mento, lo so, ma sei felice, mi dici si! E questa è l’unica cosa che conta! Mi regali un braccialetto e ti saluto, la mattina dopo sei volato via".

"Giochiamo a Torino e chissà cosa avresti dato per esserci, lì nel settore con gli amici a spingerci, e invece lì compatti scuri e tosti, in una serata fredda ci sono i ragazzi dietro il CIAO SEBA! La partita va male, anzi, molto male, e la maglietta che avrei voluto darti simbolicamente dopo una vittoria da dedicarti ha un sapore amaro! Ma mi hai insegnato che la vita non è sempre come la sognavi, figuriamoci una partita di calcio! Una cosa e’ sicura però, hai lottato fino le ultime ore della tua vita e noi lo faremo sempre, che sia una partita o qualcosa di molto più importante. Sempre con noi".

 

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