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Confapi Bergamo

L'intervista

L’importanza dell’ESG nella sostenibilità di un’impresa

Alfredo Maccari, Consigliere Delegato di SINERGIA SRL, un'azienda leader nel supporto alle imprese nella gestione e implementazione delle pratiche ESG, approfondisce il tema

Confapi Bergamo vi propone questa intervista dedicata al tema dell’ESG e all’importanza dei report di sostenibilità per le aziende.
Oggi ci accompagnerà nella conversazione l’esperto del settore Alfredo Maccari, Consigliere Delegato di SINERGIA SRL, un’azienda leader nel supporto alle imprese nella gestione e implementazione delle pratiche ESG.
Cosa rappresenta l’acronimo ESG e perché è diventato un elemento cruciale per le aziende?
“ESG è un acronimo inglese che sta per Ambiente, Società e Governance, ovvero i tre pilastri dell’Unione Europea che servono per misurare le performance di un’impresa dal punto di vista dei rischi degli impatti e delle opportunità. Questo è diventato un elemento importante in quanto fino all’anno scorso solo le grandi imprese, banche e assicurazioni avevano l’obbligo di questa rendicontazione. La platea delle aziende si allargherà in modo esponenziale, tant’è che dal 2025 tutte le aziende con un fatturato sopra i 40 milioni avranno questo obbligo”.
Quali sono i vantaggi tangibili che un’azienda può ottenere attraverso la creazione di un reparto di sostenibilità?
“Lo strumento del rating ESG ha cominciato a diffondersi rapidamente e oggi le aziende sono tenute a rendicontare le proprie performance secondo questi 3 criteri legati alla sostenibilità: Ambiente, Società e Governance. Il vantaggio per primo è rappresentato dal rapporto che si ha nei confronti con le banche, in quanto le stesse stanno inviando dei questionari di sostenibilità a tutte le aziende indipendentemente dalle dimensioni, in quanto loro stesse sono obbligate a monitorare lo stato dell’arte dei temi ESG dei propri clienti.
Le imprese stanno imparando in questo momento che saranno sottoposte ad una valutazione da parte delle banche le quali assegneranno uno score ESG che andrà ad impattare sul costo del denaro. Migliore sarà il punteggio ESG attribuito dalle banche alle aziende, minore sarà l’impatto sfavorevole di questa valutazione sul rating finanziario. Più lo scoring del punteggio ESG attribuito sarà negativo maggiore sarà il peggioramento in termini di condizioni legate al costo di denaro.
Visto che il costo del denaro come sappiamo tutti nell’ultimo anno è schizzato da quasi lo 0 al 6% è chiaro che per la piccola e media impresa non governare la sostenibilità vuol dire magari avere un peggioramento di mezzo punto un punto rispetto ai margini operativi delle aziende; è chiaro che diventa sostanziale e vitale.
Un secondo vantaggio è la pressione che pariteticamente viene fatta dalla filiera: le nostre sempre piccole imprese stanno ricevendo dalle grandi società loro clienti o multinazionali richieste sempre di compilazione di queste lare ESG senza comprenderne l’importanza. Un esempio: un’azienda piccola del nostro territorio legato al settore gomma che eventualmente fornisca guarnizione al settore Automotive nel caso che questa impresa avesse uno scoring di sostenibilità al di sotto della media di settore il rischio per questa azienda sarebbe quello di essere espulsa dalla filiera e quindi perdere ordini cioè fatturato.
Terzo punto ma non meno importante il mercato gli imprenditori che valutano l’attività di miglioramento del proprio livello di sostenibilità, non come un puro adempimento come un obbligo o un costo ma come opportunità, possono arrivare per primo nel proprio mercato di riferimento offrendo un prodotto a basso impatto ambientale con elevata qualità e con vantaggi effettivi rispetto alla concorrenza le aziende che saranno quindi in grado di valorizzare e comunicare al mercato queste caratteristiche di sostenibilità del proprio prodotto del proprio Brand saranno anche in grado di garantirsi un certo posizionamento e mantenere un livello di prezzo che significa non contenere o mantenere il proprio margine operativo ma migliorarlo nettamente.
Saranno milioni le imprese che saranno coinvolte in questo processo ancorché l’obbligo di redazione secondo la Direttiva riguarderà dal 2025 le grandi imprese mentre per le PMI ovviamente questa reportistica potrà essere obbligatoria magari solo dal 2030 quindi con un orizzonte temporale di 6 o 7 anni.
Se pensiamo che ci sono ancora 6 o 7 anni di tempo, per prepararsi il bilancio di sostenibilità, commettiamo un errore perché la piccola impresa che fa pochi milioni di fatturato e ha un numero di risorse limitato significa doversi dare un programma una pianificazione che preveda di anno in anno delle azioni di miglioramento in maniera sostenibile sia in termini di costi sia in termini di impiego delle risorse. Quindi è consigliabile valutare oggi confrontarsi oggi con i competitor e iniziare il prima possibile questo percorso virtuoso.
Anche le se le piccole imprese oggi non hanno l’obbligo di redazione di questo bilancio, ma optano per una reportistica ESG possono comunque da subito inserire queste informazioni queste indicazioni all’interno del proprio bilancio dando visibilità agli stakeholder delle misure che l’azienda ha attuato per avvicinarsi appunto in modo virtuoso e previdente a queste prossime scadenze”.
Tutte e informazioni sulle attività di CONFAPI BERGAMO sono disponibili sul sito internet https://www.confapibergamo.it/ e sulla pagina Linkedin https://www.linkedin.com/company/confapi-bergamo
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