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25 novembre

“Rivedo Yana nei miei sogni. È tempo di agire per fermare questa spirale di violenza contro le donne”

La madre della 23enne uccisa: "Metà di me se n’è andata via con lei. Se vedete una donna in difficoltà agite subito, non voltatevi dall'altra parte"

Seriate. “La mia speranza è che l’associazione nata per ricordare la mia Yana possa essere d’aiuto per tutte quelle donne che ne hanno bisogno”. Sono queste le parole di Tatiana Serberchuk, mamma di Yana Malayko, la 23enne ucraina originaria di Romano di Lombardia uccisa dall’ex fidanzato Dumitru Stratan il 20 gennaio scorso a Castiglione delle Stiviere (Mantova).

Il prossimo 25 novembre, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, l’associazione no-profit Y.A.N.A. (il cui acronimo sta per “You are not alone”) sarà all’istituto scolastico Majorana di Seriate – frequentato da Yana fino a qualche anno fa – per un evento organizzato da un’ex professoressa della ragazza: i ragazzi del 3° anno hanno preparato un ricordo e una canzone per lei, e ci saranno interventi e momenti di riflessione per parlare di un fenomeno apparentemente inarrestabile nel nostro Paese, dove il numero dei femminicidi galoppa di mese in mese.

Una vicenda che ha sconvolto tutti, quella dell’assassinio di Yana. Anche se è passato quasi un anno dalla notte in cui le è stata tolta la vita, per i suoi genitori sembra solo ieri. Una ferita che non si rimarginerà mai per chi le ha voluto bene e che deve convivere con questa mancanza. La giovane, però, continua a vivere nei valori dell’associazione, fortemente voluta dal papà, Oleksandr Malaiko, che ha voluto dare “un senso” alla morte dell’amata figlia aiutando le vittime di violenza.

Da quel freddo pomeriggio di inizio febbraio, quando il corpo di Yana è stato ritrovato in una zona al confine tra Castiglione delle Stiviere e Lonato, tutto è cambiato, racconta mamma Tatiana: “Il vuoto che ha lasciato quando se n’è andata da questo mondo non si potrà mai colmare. Metà di me se n’è andata via con lei. Mia figlia era una ragazza con un cuore grande: non solo era gentile, ma anche molto premurosa. Si prendeva cura di tutti, perché non voleva lasciare indietro nessuno. Yana era anche estroversa, indipendente e curiosa. Una delle cose che mi piacevano di più di lei era che amava imparare cose nuove e vedere il mondo sotto altre prospettive: in una delle nostre ultime telefonate mi aveva detto che una volta finito il corso di cosmetologia sarebbe venuta a trovarmi in Canada, dove abito da quasi due anni. Mi stavo già muovendo per ottenere i documenti, ma purtroppo, quel momento – almeno su questa Terra – non arriverà”.

Dumitru Stratan, ha proseguito Tatiana, non aveva mostrato segni di gelosia e non era mai stato violento durante la sua relazione con Yana, e ciò ha reso più difficile rendersi conto della minaccia che incombeva su di lei: “Non lo conoscevo molto, ma mia figlia qualche volta mi parlava di lui. Non aveva comportamenti pericolosi, anzi, quando erano insieme lui spesso si faceva gli affari suoi: preferiva giocare alla playstation o uscire con i suoi amici. Non voleva una relazione seria, al contrario di Yana, e questa è la ragione per cui lo ha lasciato. Lei voleva sposarsi e avere dei figli, e io e mio marito speravamo di diventare presto nonni. È come se il vuoto che sentiamo fosse amplificato, perché oltre a lei è venuta a mancare anche questa visione del futuro”.

È difficile andare avanti con una perdita così grande. La lacuna c’è, e si fa sentire ogni giorno: “Penso a lei costantemente, e spesso la rivedo nei miei sogni – racconta commossa la mamma – dove lei è felice, e vive in un mondo che non conosce il dolore. Mi immagino come sarebbe se lei fosse ancora qui, ma poi torno alla realtà e mi rendo conto che Yana non potrà mai più fare tutte quelle esperienze che rendono bella la vita. Non potrà più viaggiare per il mondo come avrebbe voluto, uscire con le sue amiche, diventare madre. Io ogni giorno mi faccio forza e vado avanti in sua memoria, cercando di far del bene per migliorare la vita di altre persone che hanno bisogno di aiuto, perché questo è quello che lei avrebbe desiderato”.

Quando le viene chiesto di Dumitru, Tatiana non lascia spazi all’interpretazione. Per lui non c’è alcuna possibilità di perdono: “Deve rimanere in prigione a vita, perché sono sicura che potrebbe uccidere ancora. Quello che ha fatto a Yana parla da sé: dentro di lui c’è una cattiveria che non si può estirpare. C’è chi ha parlato di raptus, ma quello che ha fatto era premeditato e denota tutto il male che si annida nel suo animo. Credo nella giustizia italiana e penso che i giudici prenderanno la decisione giusta. Spero che gli venga dato l’ergastolo, una condanna che forse potrà essere un esempio per tutti quegli uomini là fuori che stanno pensando di fare del male alle loro compagne, mogli, madri o sorelle. Mentre attendiamo che le istituzioni facciano qualcosa, non ci resta che aiutarci tra noi, imparando a riconoscere queste persone pericolose e violente”.

A partire dalla seconda metà di gennaio 2024, l’associazione Y.A.N.A. darà vita al progetto “Your Attention, Not Aggression”, un corso di autodifesa totalmente gratuito riservato a donne e ragazze, per imparare a difendersi utilizzando ciò che si ha a disposizione in borsa o in casa, per guadagnare tempo e chiedere aiuto o fuggire.

I temi trattati nei cinque moduli (da due ore ciascuno) saranno: de-escalation e negoziazione; difesa abitativa; tecniche di osservazione e analisi; nozioni giuridiche e legislative; fattori di rischio e supporti idonei; ambienti urbani e ambienti rurali (aspetti salienti); fuga o resistenza (contesti e strumenti). L’istituto ABF di Treviglio metterà a disposizione un’aula dedicata al progetto, che verrà poi esteso anche ad altre città italiane.

“Un’iniziativa necessaria – ha commentato la madre di Yana – perché in tempi come questi bisogna imparare a riconoscere il pericolo e difendersi. Spero che in futuro venga fatta anche formazione agli uomini, perché molti di loro non sanno decodificare i propri sentimenti ed emozioni, e non capiscono che i loro comportamenti, per quanto innocui, possono innescare una spirale di violenza senza fine”.

Tatiana conclude lanciando un messaggio: “Se vediamo una donna in difficoltà non possiamo ignorare la sua situazione o pensare che si risolverà con poche semplici frasi. Per fermare questa spirale di violenza contro le donne dobbiamo agire, parlare, condividere, ma soprattutto prenderci realmente cura di chi abbiamo di fronte, anche se non fa parte dei nostri legami di sangue. Solo se ci interessiamo veramente le cose cambieranno. L’associazione farà tutto il possibile per aiutare le donne in difficoltà, e anche io farò di tutto affinché la morte della mia Yana possa essere un monito ed evitare altre vittime”.

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