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L'evento

Bergamo torna capitale delle valvole: sfide e opportunità di business per un settore in forte trasformazione

Il Think Tank 2023 anticipa l'appuntamento di IVS 2024 che si svolgerà la prossima primavera con tante novità: il comparto è alle prese con cambiamenti epocali, che impongono accurate riflessioni su quali siano i potenziali sbocchi di business futuri, ridefinendo strategie e modalità operative

Bergamo. Un settore in profonda trasformazione che necessità di accurate riflessioni su quali siano i potenziali sbocchi di business futuri, ridefinendo strategie e modalità operative.

La quinta edizione di IVS Think Tank, spazio di confronto tra gli attori della Valve Industry, di cui Bergamo rappresenta un’eccellenza a livello internazionale, andato in scena nel pomeriggio di giovedì 23 novembre nell’Auditorium di Confindustria Bergamo, è stata l’occasione per analizzare le prospettive strategiche sul comparto energetico e gas, che in uno scenario fortemente mutevole sta facendo i conti anche con transizione energetica, sostenibilità e innovazione.

Un contesto geopolitico complesso, il cambiamento delle direttrici di importazione del gas, il nuovo slancio che potrebbe avere il gas naturale liquefatto, il potenziale booster generato dalla già citata transizione energetica, l’incidenza sul mercato internazionale dei grossi player mondiali (storici e nuovi) e il ruolo invece dei piccoli, come da tradizione sono quelli italiani: queste le tematiche affrontate durante l’incontro che anticipa IVS 2024, l’Industrial Valve Summit che si svolgerà a Bergamo la prossima primavera.

“Il nostro obiettivo è quello di aumentare sempre più la visibilità della fiera a livello internazionale – ha sottolineato Luca Pandolfi, Project Manager di IVS – Attualmente possiamo contare su visitatori da 60 Paesi, ma puntiamo a tornare ai livelli pre-Covid dove eravamo arrivati a circa 90. Lo vogliamo fare però mantenendo un alto livello di qualità degli stessi. Parallelamente aumenterà anche il numero degli espositori, in particolare dall’estero. Lo faremo grazie a un programma più ampio e a relatori di assoluto prestigio, grazie a studi specifici da noi commissionati, tra i quali uno focalizzato sul settore italiano ed europeo delle valvole e un altro sui nuovi mercati emergenti, Middle East e Africa su tutti. Stiamo anche lavorando ad alleanze strategiche con produttori britannici e spagnoli, per diffondere ulteriormente le informazioni veicolate da IVS in mercati differenti. Ma oltre all’aspetto tecnico ci piace immaginare IVS come un appuntamento che vada oltre il lato fieristico: vorremmo che si arricchisse di un’intera settimana di eventi collaterali, anche di promozione del territorio. Siamo a Bergamo e Bergamo deve essere un asset per promuovere la fiera all’estero, con le sue bellezze artistiche, le eccellenze gastronomiche, i suoi paesaggi. Noi, di riflesso, saremo un attore protagonista della sponsorizzazione della città. Ci guadagniamo tutti e già sappiamo che sarà occupato il 100% degli alberghi in città. Le nostre direttrici sono chiare: visibilità, sviluppo internazionale, conoscenza ed esperienza”.

Francesco Apuzzo, presidente di Valve Campus che si occupa della parte scientifica dell’evento, ha ricordato come “dal punto di vista dell’offerta di contenuti la fiera vuole dare un quadro informativo ben preciso al pubblico, per accrescerne la consapevolezza su alcuni processi in atto, relativi a tutti i comparti industriali, con dettagli specifici sul nostro settore e con molti momenti di apprendimento verticale”.

Sulle prospettive future del comparto, Apuzzo dà scadenze ben precise e alquanto allarmanti: “Per i prossimi tre anni il mercato sarà ancora fiorente – ha anticipato – Però abbiamo segnali di un passaggio traumatico che ci attende attorno all’inizio della terza decade di questo secolo. Il comparto deve affrontare la transizione energetica, ma le questioni geopolitiche stanno ridirezionando i flussi energetici nel mondo. Finora i modelli di business hanno retto, seppur con diversi stop&go: pandemia, guerra in Ucraina, ora guerra in Israele, con la conseguente rottura di certe relazioni commerciali. Ci troveremo nella condizione di avere da un lato il fenomeno del reshoring che creerà opportunità, mentre dall’altra troveremo una chiusura sul business asiatico. Oggi ad essere straordinario è la velocità con cui stanno avvenendo i cambiamenti: storicamente noi italiani abbiamo interagito con soggetti che hanno un nome e un cognome, una collocazione geografica precisa e vicina. Ora si tratta invece di essere internazionali, servono servizi accessori pre e after sale: il problema non sarà produrre, ma vendere superando le barriere culturali che si presenteranno. L’oggetto valvola non è cambiato tantissimo negli anni, ma a cambiare è stata la velocità di produzione, di trasporto, di un’assistenza tecnica adeguata in caso di necessità parlando la stessa lingua di chi lo sta utilizzando. La qualità è qualcosa di più ampio del semplice far bene l’oggetto. Il punto di svolta? Sarà l’ingresso di applicativi di intelligenza artificiale nei processi aziendali. Rimane una certa diffidenza, ma sarà un elemento che garantirà un vantaggio competitivo per chi saprà interiorizzarlo più velocemente”.

Al tavolo dei relatori anche Leonardo Bonetti di Roland Berger, società di consulenza strategica, che ha presentato le prospettive di mercato sull’industria delle valvole industriali per l’Oil&Gas: “Come incide la transizione energetica sul settore? La nostra prospettiva è quella di un processo lento e progressivo ma anche inevitabile. Nei settori energetici tradizionali le opportunità di business nel medio periodo sono molto solide, ma nel lungo c’è invece un trend di declino inesorabile. Ci troviamo in un contesto di sovracapacità produttiva, ma ci sono tanti business in crescita come l’idrogeno, il carbon capture o il nucleare, opportunità interessanti che possono controbilanciare ciò che sta accadendo sui mercati tradizionali”.

Con i grandi player sempre più grandi, l’incalzare di player asiatici sempre più ingombranti e anche il continente africano che sta emergendo, i mercati europeo e americano sono sempre più sotto pressione.

“Come affrontare questa novità? – ha continuato Bonetti – La ricetta è abbastanza chiara: non ci si può confrontare con tutti a pari livello e mi devo quindi specializzare in termini di business su segmenti magari più di nicchia e creare prodotti capaci di differenziarmi anche rispetto ad altri del mio stesso settore. Il percorso che suggeriamo è quello di lavorare sul valore aggiunto, iniziando ad accoppiare al business valvole anche altra componentistica per creare soluzioni e sistemi integrati tra loro, con funzionalità tailor made su un cliente, differente dal player con portafoglio generico. Andare oltre la componentistica pura, fornendo servizi: servono ecosistemi di collaborazioni. Così si può reggere alla crescente pressione dei player globali, in particolare asiatici”.

Interessante per comprendere il contesto attuale, anche l’aggiornamento 2023 dell’Osservatorio IVS-Prometeia “The Oil&Gas Valve Industry in Italy”, realizzato con il contributo dell’ufficio studi di Confindustria Bergamo.

Lo studio fotografa lo stato del comparto italiano, che ha mantenuto la sua posizione tra i settori di punta del manifatturiero nazionale con oltre 210 imprese, 9.300 addetti e 2,7 miliardi di euro di fatturato. L’Italia si conferma leader europeo con il
34,2% della quota di mercato, e si attesta sul podio mondiale dei maggiori esportatori. I due terzi della produzione italiana di valvole (65,5%) sono realizzati in Lombardia e, in particolare, il territorio di Bergamo rappresenta il fulcro di questa filiera d’eccellenza. Entro un raggio di 100 km dalla provincia ha sede un distretto industriale che genera oltre il 90% della produzione nazionale.

La ripresa dei settori legati all’energia a seguito della pandemia si è rivelata lunga e graduale, e la supply chain delle valvole Oil&Gas non ha fatto eccezione. Nel 2021, il comparto italiano ha recuperato a ritmi moderati ma insufficienti a riagganciare i livelli pre-pandemia: il valore della produzione, infatti, è inferiore del 18% rispetto al 2019. Tuttavia, la situazione è migliorata notevolmente nel 2022, quando l’export ha mosso passi da gigante, crescendo del 16% sul 2021. I migliori risultati si sono registrati in mercati geograficamente vicini, in primis l’Europa occidentale, dove l’Italia ha sovraperformato i concorrenti.

Un dato positivo che tampona la frenata dell’export in Arabia Saudita, innescata soprattutto dalla crescita della quota di mercato cinese nella Penisola Arabica, spinta dai crescenti legami tra Pechino e Riyad. Ad alimentare prospettive positive per il settore è la
crescita degli investimenti delle compagnie petrolifere e del gas, che nel 2023 continueranno a salire. Ad incidere è un contesto favorevole dei prezzi delle materie prime, i forti flussi di cassa e la crescente strategicità della sicurezza energetica nelle agende dei governi e del panorama produttivo.

A Marco Tornaghi (Senior product manager per Valpres srl – Bonomi group) il compito di aggiornare la platea sui requisiti tecnici e lo stato dell’arte a livello normativo riguardo le valvole per il servizio a idrogeno, da tempo indicato dagli addetti ai lavori come lo sbocco di business più promettente: “A livello di commissione europea sono stati attivati dei tavoli di coordinamento, con tutte le difficoltà del caso nel dover scrivere, per la prima volta nella storia, degli standard prima ancora che sia un mercato maturo. E gli standard non devono essere solo qualcosa di burocratico, ma devono anche dare delle risposte in termini tecnici”.

Chiusura affidata ad Alex Giorgini (R&D manager Valland Spa e Managing director di Eartha), che ha illustrato strategie e strumenti di rendicontazione della sostenibilità nell’industria manifatturiera. Di particolare interesse è la progettazione di un algoritmo capace di calcolare la carbon footprint delle emissioni dello Scope 3, vale a dire quelle indirette derivanti dalla supply chain dell’azienda: un supporto che può essere fondamentale per ottemperare all’obbligo di ogni azienda, entro il 2026, di redigere un report non finanziario di sostenibilità.

Tante carne al fuoco, insomma, che rende ancor più appetibile l’appuntamento di IVS 2024 di Bergamo, dove davvero le tematiche saranno messe a terra in un confronto faccia a faccia tra gli operatori, capace di creare valore e opportunità di business.

 

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