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Donizetti lectures

Sea Shepherd ospite in Gamec: “Il problema più grande per gli oceani? L’uomo!”

Con “Il diluvio universale” di Gaetano Donizetti, il Donizetti Opera Festival ha fatto propria la tematica della città natura, una delle quattro aree di Bergamo Brescia Capitale della Cultura Italiana 2023, che sensibilizza sull’importanza di ridurre l’impatto ambientale delle nostre azioni

Bergamo. “Il problema più grande che le vite del mare si trovano ad affrontare oggi è l’antropocentrismo: l’impatto della nostra presenza in questo pianeta è così distruttivo che sta facendo diminuire la biodiversità nei nostri oceani”, Andrea Morello, presidente di Sea Shepherd Italia, sezione locale del movimento internazionale nato nel 1977, è stato ospite alla GAMeC di Bergamo in occasione della Donizetti Lectures su “Il diluvio universale”, una delle opere in programma al Donizetti Opera Festival 2023.

Da poco tornato dalla sua ultima missione nel Mediterraneo, tra i mari più sovrasfruttati, durata alcune settimane, Morello non ha dubbi: la minaccia più grande per la fauna marina e oceanica è l’uomo. In questo c’è un grande, grandissimo, paradosso: “Se ci trovassimo ad osservare il nostro pianeta da una astronave – dice – non lo chiameremmo Pianeta Terra ma Pianeta Mare: sette decimi della superficie terrestre sono ricoperti di blu, e l’80% degli essere viventi del mondo vive proprio sotto questa coperta blu”.

Quindi la situazione attuale vede il comportamento di una piccola parte di abitanti del pianeta incidere in maniera molto distruttiva. Cosa fare? Cambiare le proprie abitudini, fare scelte costruttive e sostenibili “passando da un antropocentrismo a un biocentrismo: si tratta dell’interdipendenza, noi dipendiamo dalle vite dei nostri mari. Se muoiono gli oceani, semplicemente scompariamo”.

L’incontro, sold-out, ha visto protagonisti anche Lorenzo Giusti, direttore della GAMeC, il museo di arte contemporanea di Bergamo, Francesco Micheli, direttore artistico del Donizetti Opera Festival, e i MASBEDO (Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni). Il celebre e consolidato duo artistico firma la regia de “Il diluvio universale” di Gaetano Donizetti, titolo in programma al Donizetti Opera 2023 debuttato nel primo weekend di programmazione. L’opera, un allestimento coprodotto dalla Fondazione Teatro Donizetti e dalla GAMeC, è stata scelta come progetto di Bergamo Brescia Capitale della Cultura italiana 2023 e inserita nell’area tematica dedicata alla città natura.

“Riconosciamo nel progetto della Capitale i valori in cui ci sentiamo rappresentati – afferma il direttore della GAMeC Lorenzo Giusti –. Tra questi la collaborazione: siamo felici della partnership con la Fondazione Teatro Donizetti e della produzione che è nata”.

“Il tema della ‘città natura’ ci tocca da vicino – spiega Francesco Micheli –. Assistiamo quotidianamente alla reazione di Madre Terra ai soprusi dell’uomo: per questo abbiamo scelto il Diluvio universale di Gaetano. Si tratta di un titolo che io e Riccardo Frizza, direttore musicale del festival, avevamo da tanto tempo nel cuore: un capolavoro del 1830, anno che segna l’ingresso del compositore nella maturità artistica”. Attualizzando la vicenda del diluvio universale e dell’arca, £Noè diventa la metafora degli scienziati che per anni hanno denunciato gli effetti negativi della crisi climatica e spesso sono ancora oggi inascoltati, mentre i figli, Sem, Cam e Jafet, e le loro mogli, che implorano dio di non cancellare la bellezza che ha creato, sono i giovani di oggi che scendono in piazza e protesta per politiche sostenibili”.

Sono gli stessi ragazzi e vediamo in scena all’inizio del Diluvio universale. Nell’allestimento dei MASBEDO, apre l’opera un omaggio ai movimenti internazionali che denunciano i soprusi dell’uomo e chiedono un futuro migliore, proprio come i membri di Sea Shepherd. “Abbiamo portato in scena l’idea di nuove generazioni che si ribellano, che ci mettono la faccia – dicono i MASBEDO –. Denunciano che c’è un problema, lo fanno con la loro presenza in piazza, con i cellulari”.

Donizetti Night in Gamec

I MASBEDO hanno capito il bisogno di portare sul palco una parentesi del contemporaneo e lo hanno fatto. L’indifferenza è uno degli argomenti che fa parte della nostra attualità, come l’importanza di fare scelte alimentari consapevoli. “Abbiamo creato un grande tavolo in cui sono seduti i satrapi che, non curanti, vivono la loro quotidianità nel mangiare, gozzovigliare. È una metafora: tutti noi, in qualche modo, siamo colpevoli commensali incuranti delle urgenze. Questo tavolo è continuamente vissuto dai performer in maniera quasi asfissianti, nonostante il diluvio in arrivo”.

Ecco il teatro che cerca di muovere le coscienze e arrivare gli animi. Un po’ come fanno i volontari di

Sea Shepherd. “Ogni giorno cerchiamo di documentare il disastro causato dall’uomo negli oceani, parliamo con le forze dell’ordine, facciamo in modo di essere agenti del cambiamento. Questo è ciò che collega il mio mondo a quello del teatro – aggiunge Morello –. Gli artisti, più degli scienziati, sanno parlare al cuore, sanno comunicare un chiaro messaggio: salviamoci”.

A differenza della storia di Noè, quella dell’oceano può avere un lieto fine: il mare è per sua natura resiliente, ossia si rigenera a una velocità incredibile. In 5 anni è in grado di curarsi e tornare come prima. La soluzione? Le aree marine protette.

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