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Focus Economia

La recessione

Manifattura bergamasca, industria ancora in calo e artigianato stabile nel terzo trimestre 2023

Il presidente della Camera di Commercio di Bergamo Carlo Mazzoleni: "Dati che risentono della frenata della Germania, con cui abbiamo uno stretto rapporto commerciale"

Bergamo. L’industria bergamasca, se si osserva in particolare il dato della produzione, continua la propria fase di recessione, accanto ad un comparto artigiano che invece si mostra stabile e che guarda al futuro con maggiore ottimismo. A dirlo sono i dati pubblicati dalla Camera di Commercio di Bergamo sulla manifattura aggiornati al terzo trimestre 2023, quello che va da luglio a settembre.

La produzione del comparto industriale (composta dalle aziende manifatturiere con almeno 10 addetti) segna -0,4% rispetto al secondo trimestre di quest’anno. È il terzo segno negativo consecutivo, dopo il -0,6% del primo trimestre e il -1,1% del secondo. Il risultato del -2,8% su base tendenziale (III trimestre 2023 vs III trimestre 2022) conferma il processo di progressivo rallentamento in corso già nel 2022. Rispetto al dato regionale il calo tendenziale dell’industria orobica è più marcato (la Lombardia registra un – 1,5% su base annua), mentre il calo congiunturale è più contenuto (Lombardia -0,7%).

Carlo Mazzoleni

Per Carlo Mazzoleni, presidente della Camera di Commercio di Bergamo, le ragioni vanno ricercate nella difficile situazione che sta riguardando la Germania, con cui l’intero tessuto economico provinciale intrattiene intensi scambi: "Le economie della zona euro sono in rallentamento – spiega Mazzoleni - e la Germania, importante partner commerciale del nostro territorio, è in recessione. Questo spiega la flessione della produzione industriale, che tocca specialmente le imprese medio-grandi, più esposte al rallentamento della domanda internazionale".

Le imprese artigiane della manifattura (aziende con almeno 3 addetti), invece, mostrano indicatori di produzione migliori: sostanzialmente stabile (-0,1%) la produzione rispetto ad un anno fa, mentre il confronto con quella dello scorso trimestre registra un recupero (+0,3%), dopo il calo evidenziato tra aprile e giugno (-0,3%). Si tratta, secondo la Camera di Commercio, di indicazioni da considerare però con cautela: con valori prossimi allo zero i dati cambiano di segno molto velocemente. Quello che emerge, comunque, è la complessiva tenuta del comparto artigiano manifatturiero in provincia di Bergamo, in linea con quanto registrato anche a livello regionale dove le variazioni tendenziale e congiunturale della produzione si attestano rispettivamente a +0,5% e +0,2%.

I DATI

Nell’industria della manifattura si evidenziano valori ancora positivi per i prodotti alimentari, la meccanica e i mezzi di trasporto, mentre le perdite più pesanti si registrano nella carta-stampa, nel tessile e nella siderurgia. A differenza della produzione, il fatturato mostra un lieve incremento congiunturale (+0,2%), probabilmente per l’effetto dei prezzi dei prodotti finiti, che interrompono la fase di rallentamento tornando a registrare una crescita in accelerazione su base trimestrale (+1,4% dal +0,9% del secondo trimestre). Anche i prezzi delle materie prime evidenziano una dinamica simile, con un incremento che passa dal +1,1% al +1,3%, sebbene rimangano valori molto inferiori a quelli che si registravano ancora a inizio 2023. Su questo “ritorno di fiamma” dei prezzi potrebbe avere influito il nuovo aumento dei costi energetici, in particolare del petrolio e del gas. Dopo la caduta del trimestre scorso gli ordini rimangono sostanzialmente stabili (+0,1%), mentre le scorte di prodotti finiti mostrano una prevalenza di giudizi di eccedenza su quelli di scarsità, confermando il saldo positivo già evidenziato nel secondo trimestre, dopo quasi tre anni di segni negativi. Se da un lato questo dato – accompagnato da un saldo positivo e in crescita per quanto riguarda le valutazioni sulle giacenze di materie prime – testimonia il ripristino del funzionamento delle catene di approvvigionamento, dall’altro rappresenta una possibile spia della debolezza della domanda. Anche sul fronte dell’occupazione che, al netto degli effetti stagionali, aveva visto fin qui un andamento positivo, si registrano i primi segnali di rallentamento, con una variazione nulla del numero di addetti tra l’inizio e la fine del trimestre.

Per quanto riguarda l’artigianato, invece, anche il fatturato (+0,6% congiunturale) e gli ordini (+2,6%) mostrano un rimbalzo positivo dopo il calo pronunciato che aveva caratterizzato il secondo trimestre, in un quadro che vede i prezzi dei prodotti finiti (+2,8%) e delle materie prime (+4,5%) evidenziare incrementi ancora elevati su base trimestrale, sebbene in progressivo rientro rispetto ai rincari record del 2022 (a differenza di quanto visto nell’industria). Le scorte di materie prime e di prodotti finiti nella manifattura presentano un saldo negativo tra valutazioni di eccedenza e scarsità, come succede tipicamente per questo tipo di imprese, ma con valori in crescita rispetto ai trimestri precedenti e comunque elevati se analizzati in una prospettiva storica. Sul fronte occupazionale si registra un lieve aumento del numero degli addetti (+0,3% la variazione tra inizio e fine trimestre) confermando la tendenza di fondo positiva degli ultimi anni, al netto delle oscillazioni trimestrali.

LE ASPETTATIVE DEGLI IMPRENDITORI

A preoccupare sono le attese degli imprenditori sul futuro, in particolare nell’industria. Le aspettative su produzione, domanda estera e interna – già negative lo scorso trimestre – evidenziano un ulteriore peggioramento, toccando i valori minimi degli ultimi tre anni. Le attese sull’occupazione assumono segno negativo per la prima volta dopo undici trimestri. Gli ordini sono stabili ma mostrano un ulteriore peggioramento. Nonostante i principali indicatori congiunturali mostrino una situazione meno critica rispetto al secondo trimestre, gli imprenditori non sembrano dunque ottimisti sulla possibilità di un ritorno alla crescita in tempi brevi.

Nell’artigianato, invece, il quadro che emerge evidenzia un miglioramento dopo la battuta d’arresto del trimestre scorso, delineando una complessiva tenuta del comparto. Gli ordinativi sono in ripresa e anche le aspettative degli imprenditori sembrano improntate a un maggior ottimismo per la maggior parte delle variabili, sebbene rimangano in territorio prevalentemente negativo: solo in merito all’occupazione si evidenzia un peggioramento del clima di fiducia.

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