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L'intervista

Modulazione cerebrale e lettura: il progetto del San Raffaele per adulti con dislessia

Luca Ronconi, Professore Associato alla Facoltà di Psicologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e direttore del Brain Dynamics And Cognition Lab, è il responsabile scientifico di un promettente progetto di ricerca che mira ad utilizzare le tecniche di neuromodulazione come strumento per migliorare le capacità di lettura in adulti con dislessia

Se vi dicessi che il vostro cervello produce elettricità? E se vi dicessi anche che è possibile modulare le onde elettriche che il cervello produce?

Negli ultimi anni, uno strumento che sta generando sempre più interesse nel mondo della ricerca è la neuro-modulazione. L’idea non è per nulla nuova, dato che già Scribonio Largo descrisse nel suo trattato ‘Compositiones’ l’abitudine in voga a partire dal I secolo a.C. di posizionare sulla testa dei pazienti che soffrivano di mal di testa un pesce, e nello specifico una torpedine viva, in grado di generare un campo elettrico. Oggi abbiamo tecniche non invasive ovviamente più all’avanguardia, che inviano una piccola quantità di segnale elettrico in specifiche aree cerebrali, così da modulare la loro attività e influenzarne il funzionamento.

Luca Ronconi, Professore Associato alla Facoltà di Psicologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e direttore del Brain Dynamics And Cognition Lab, è il responsabile scientifico di un promettente progetto di ricerca che mira ad utilizzare le tecniche di neuro-modulazione come strumento per migliorare le capacità di lettura in adulti con dislessia. Il progetto è finanziato dalla Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica.
L’idea alla base è che l’utilizzo di un particolare tipo di stimolazione cerebrale, unito ad un training cognitivo, possa migliorare la lettura, ed altre abilità cognitive connesse ad essa, nelle persone con dislessia. A spiegarci come, è il Prof. Ronconi stesso, che si è gentilmente reso disponibile a una breve intervista.

Buongiorno professore, può raccontarci da dove deriva l’idea di applicare la neuro-modulazione alla dislessia?

L’idea deriva da anni spesi, da un lato, ad osservare e studiare le manifestazioni cliniche e cognitive della dislessia evolutiva e, dall’altro, in altrettanto tempo speso a condurre ricerca di base sull’attività elettrica cerebrale, in particolare sui network cerebrali che regolano funzioni importanti come la percezione e l’attenzione visiva, l’integrazione audio-visiva, e il controllo oculo-motorio, tutte fondamentali per la lettura.

In cosa consiste il suo nuovo progetto?

È un progetto che mira ad indagare il potenziale beneficio di combinare una tecnica di neuro-modulazione denominata tACS (transcranial alternating current stimulation) con un training cognitivo. L’ipotesi è che la neuro-modulazione di specifiche aree cerebrali (a specifiche frequenze), possa portare a dei benefici superiori rispetto a quelli ottenibili con il solo training cognitivo, grazie all’azione diretta della tACS sui network cerebrali coinvolti nelle funzioni cognitive ‘allenate’. La tACS favorisce la sincronizzazione di tali aree alla loro naturale frequenza di comunicazione e, inoltre, può incrementare la loro plasticità neurale.

E il training nello specifico?

È un training cognitivo computerizzato, che prevede diversi incontri dove si vanno ad allenare i meccanismi visuo-attentivi di scansione del testo scritto e di percezione e manipolazione dei suoni delle parole, ovvero tutti quei domini cognitivi fondamentali per una lettura fluida e accurata. Il training che utilizziamo è già stato validato da numerose evidenze scientifiche, il nostro interesse è capire il valore aggiunto che la neuro-modulazione può portare in associazione a tale training.

Cosa percepiscono i partecipanti durante il trattamento?

Molti partecipanti riportano di percepire un beneficio, già prima di aver portato a termine il trattamento, che si estende al di fuori del contesto dello studio sperimentale e consente loro di affrontare meglio le sfide che le difficoltà di lettura impongono nella vita quotidiana. Ad esempio, c’è chi ci ha riportato di fare meno fatica a preparare i suoi esami all’università, chi semplicemente si sente meno in difficoltà quando si trova di fronte ad un testo scritto, che sia il cartellone di spiegazioni di un museo o i sottotitoli di un film. A riprova del fatto che la tecnica utilizzata sia altamente tollerabile e non invasiva, la maggior parte dei partecipanti che hanno preso parte allo studio fino ad ora non ha riportato sensazioni fastidiose durante i diversi incontri.

Si scorgono già delle prime evidenze?

Ovviamente i feedback che ci arrivano dai partecipanti, seppur incoraggianti, devono essere corroborati da solide evidenze scientifiche. I dati preliminari fin qui analizzati mostrano come l’applicazione della tACS in associazione al training cognitivo sia associata a un maggior incremento nella velocità di lettura, a una maggior efficienza oculo-motoria nella scansione visiva delle frasi (meno movimenti oculari regressivi) e ad effetti positivi che si estendono anche ad alcune abilità di memoria e visuo-spaziali, fondamentali per una lettura fluida e accurata.

Come si può partecipare a questo progetto?

Come spesso accade nei progetti di ricerca finanziati da enti pubblici, i partecipanti vengono arruolati su base puramente volontaria. Per tale motivo cerchiamo la collaborazione di persone maggiorenni con una diagnosi di dislessia che vogliano migliorare la propria abilità di lettura. Se poi sono guidate anche da curiosità e volontà di aiutare la ricerca scientifica ancora meglio. Per candidarsi a volontari possono chiamare il numero 02 26436132 o scrivere all’indirizzo e-mail ronconi.luca@unisr.it.

Il gruppo di ricerca ‘Brain Dynamics and Cognition Lab’ dell’Università Vita-Salute San Raffaele

Il gruppo di ricerca ‘Brain Dynamics and Cognition Lab’ dell’Università Vita-Salute San Raffaele.

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