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Colognola

Omicidio Rosanna Aber, la colf nega di averla uccisa: oggi l’interrogatorio

Alle 9.30 di venerdì 17 novembre la donna verrà raggiunta dal gip in carcere: potrà rispondere alle domande o avvalersi della facoltà di non rispondere

Bergamo. Dice di non aver ammazzato nessuno Krystyna Mykhalchuk, la 26enne ucraina accusata di aver ucciso, gettandola dalla finestra, la 77enne Rosanna Aber, per la quale lavorava come colf.

La donna si trova in custodia nel carcere di via Gleno da mercoledì 15 novembre, su disposizione del giudice delle indagini preliminari Alessia Solombrino, che incontrerà venerdì 17 novembre alle 9.30 per l’interrogatorio di garanzia.

Al gip la giovane, che è assistita dall’avvocato Andrea Pezzotta, potrà raccontare la sua versione dei fatti accettando di rispondere alle domande, oppure potrà avvalersi della facoltà di non rispondere.

Rosanna Aber precipitò dalla finestra della sua camera da letto, al quarto piano di una palazzina di piazza della Scienza, nel quartiere cittadino di Colognola, il 22 aprile 2022. Morì sul colpo. Alcuni ragazzi erano seduti su una panchina poco lontano dal punto d’impatto e riferirono alle forze dell’ordine arrivate sul posto di aver sentito due donne litigare poco prima.

Krystyna Mykhalchuk, che per la Aber lavorava da un paio di mesi, era in casa con l’anziana in quel momento. Corse giù dalle scale e raggiunse il capannello che si era formato nei pressi del corpo in attesa dei soccorsi. E qui, secondo gli inquirenti, la colf cominciò a fornire versioni discordanti rispetto alla sua presenza nell’appartamento, sia alle persone presenti, sia agli agenti di polizia intervenuti sul posto.

Ad alcuni aveva detto di non essersi accorta di nulla, dato che si trovava in un’altra stanza. Poi, quando era ventilata l’ipotesi del suicidio da parte dell’anziana, aveva riferito ad altri di aver tentato di fermarla.

Tanto era bastato a far cadere i primi sospetti proprio sulla giovane ucraina e più si proseguiva con le indagini, più l’ipotesi della sua colpevolezza si faceva effettivamente concreta, secondo la procura.

Perché Krystyna avrebbe dovuto uccidere Rosanna Aber? Perché, secondo la ricostruzione dell’accusa, proprio quella mattina la 77enne era andata in banca a prelevare una somma che le serviva per saldare il conto nell’agenzia di viaggio dove aveva prenotato un soggiorno alle Canarie insieme alla sorella. Sarebbe dovuta partire il 24 aprile. E allo sportello della filiale si era accorta che le mancavano circa 2mila euro dal conto corrente: qualcuno li aveva prelevati con il bancomat a sua insaputa.

Convinta si trattasse della sua donne delle pulizie, la affrontò e le due iniziarono a litigare. Al culmine del diverbio, sempre secondo l’accusa, Mykhalchuk spinse l’anziana giù dalla finestra.

I pubblici ministeri Emanuele Marchisio e Guido Schininà disposero ulteriori indagini: i Ris effettuarono i rilievi nell’abitazione, sul davanzale e sulla finestra della camera. Rosanna era una donna minuta: in base alle misurazioni effettuate dagli esperti, per gettarsi dalla finestra avrebbe dovuto usare uno sgabello, una sedia, qualcosa che le permettesse di sporgersi.

Inoltre la donna era precipitata di schiena, con indosso le scarpe e la borsetta a tracolla, come se fosse appena rientrata in casa dopo le commissioni. Nessuno dei quattro figli, dei parenti, degli amici dell’anziana crede all’ipotesi del gesto estremo. Pare infatti inverosimile che una persona che ha intenzione di togliersi la vita prenoti e paghi un soggiorno al mare.

Altri elementi raccolti a carico dell’indagata sono le immagini delle telecamere della banca, che immortalarono la giovane mentre effettuava tre prelievi al bancomat. La 26enne avrebbe utilizzato quel denaro per giocare alle slot machine e, per soddisfare questo suo vizio, avrebbe chiesto prestiti ad amici e a parenti e commesso piccoli furti nelle case dove faceva le pulizie e dalle quali era stata licenziata.

Una volta completato il quadro indiziario, i pm hanno chiesto al gip di emettere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per l’indagata, notificata mercoledì mattina non appena la bambina di Krystyna era uscita per andare a scuola.

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