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Martedì 14 novembre

Gori in visita ai sindaci di Crema, Cremona, Mantova e Lodi: prove generali per l’Europa e politica del territorio fotogallery

Una giornata di incontri e strette di mano con colleghi di partito e amici per raccontare di un anno straordinario, di un secondo mandato che si avvia alla conclusione e di un futuro targato Bruxelles

Bergamo. Una giornata passata macinando chilometri e stringendo mani, incontrando colleghi, chiacchierando di politica attiva e fattiva, ma anche e soprattutto, ritrovando amici. Per Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, quello del 14 novembre è stato un martedì al di fuori dell’ordinaria amministrazione. Non che il primo cittadino sia nuovo a visite in lungo e in largo per l’Italia, ma questa volta l’occasione è stata diversa, vuoi per la modalità, vuoi per il momento e vuoi, anche, per lo scenario e le prospettive future.

Pronti, via. Il driver di Palazzo Frizzoni ha accompagnato Gori in un mini tour che l’ha visto incontrare i suoi pari rispettivamente di Crema, Mantova, Cremona e Lodi. Tutti sindaci, tutti con la tessera del Pd in tasca, tutti compagni di viaggio da anni. Tutti amici.
Incontri programmati volti ad approfondire temi e riflessioni, con un focus particolare su turismo e trasporto pubblico locale. Il primo in virtù dell’anno straordinario vissuto da Bergamo, investita insieme alla gemella Brescia del titolo di Capitale italiana della Cultura. Una cavalcata straordinaria, tanto intensa quanto volata via in un battito di ciglia. Della quale, però, come ha sempre voluto la mission dell’attuale amministrazione Gori, non resterà solo un bel ricordo, piuttosto dei “semi di memoria”, capaci di continuare a germogliare anche e soprattutto dopo che il sipario sarà calato. Un vissuto, quello che il capoluogo si è tatuato sulla pelle, che rappresenta un’eredità, una legacy, la stessa di cui il primo cittadino ha lungamente raccontato anche sul palco dell’assemblea di Confindustria che si è tenuta a Palazzolo solo una settimana fa.
Un patrimonio da custodire e coltivare ma anche da condividere proprio con i sindaci che ha raggiunto. Parlando, appunto, dell’impatto e dell’influsso che la nomina di Capitale ha avuto nei confronti dell’attrattività del territorio, della città e, a cascata, dei suoi cittadini e dei turisti.
Visite, ai rispettivi pari, Fabio Bergamaschi, Mattia Palazzi, Gianluca Galimberti e Andrea Furegato, che hanno permesso a Gori anche di portare i frutti di un secondo mandato che volge ormai al termine: dieci anni di lavoro intenso che hanno cambiato Bergamo proiettandola in una dimensione nuova e allargata, lontana dagli stretti confini segnati dal tempo. Incontri per snocciolare alcuni degli argomenti che hanno mosso il fare amministrativo e il governo del territorio. Tra questi anche quello del trasporto pubblico locale di cui, peraltro, come annunciato solo qualche giorno fa, Bergamo si è fatta precursore con l’introduzione, ad esempio, del biglietto elettronico. Avanguardia, come ha sottolineato anche l’assessore regionale Lucente, intervenuto in sede di presentazione dell’iniziativa, per ribadire la valenza di un progetto che vede la città come capofila a livello lombardo.
Chiacchierate che necessariamente sono finite per arrivare ad abbandonare le parole sul presente per lasciare spazio a quelle del futuro. I mesi a venire saranno determinanti per via della tornata elettorale targata 2024 che vedrà coinvolta la città ma anche il suo attuale sindaco che non ha mai fatto mistero di voler correre per un posto in Europa. E tra consigli e consensi, l’occasione si è rivelata propizia per rinnovare alleanze, allargare e consolidare l’alveo di un bacino di voti dove il sindaco di Bergamo può e deve immaginare di pescare, forte delle relazioni intessute negli anni e della sua riconoscibilità, anche fuori dalle mura amiche. Tutti tratti che, pur nel rispetto dei competitor che con lui comporranno le liste Dem di marzo prossimo, lo distinguono dagli altri candidati.
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