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Bergamo

Già a 11 anni inviano foto hard che finiscono sui siti, allarme della Polizia: “Genitori, attenti”

Il caso di una ragazzina della provincia che ha dovuto cambiare scuola e ora è seguita da uno psicologo, è solo uno dei tanti che stanno emergendo nell'ultimo periodo: "Colpa anche dei social"

Bergamo. Una ragazzina bergamasca di soli dodici anni è stata costretta a cambiare scuola e ora dovrà intraprendere un percorso psicologico, dopo che le foto di nudo inviate a un compagno hanno fatto il giro della classe. È solo uno dei tanti casi segnalati in questi mesi alla Polizia postale della Questura di Bergamo, che nel frattempo ha avviato le indagini per cercare di intercettare quelle immagini prima che finiscano in rete e magari su qualche sito a carattere pedopornografico.

Il preoccupante fenomeno è più diffuso di quanto si possa pensare. Il copione è sempre lo stesso. La protagonista è una bambina, anche di undici anni, che con il telefono che le hanno affidato i genitori da usare in situazioni di pericolo, si riprende in abiti succinti o addirittura senza veli. Quelle immagini, foto o video, le invia poi a un amico o al fidanzatino. Lui, dopo un litigio con la compagna stessa o anche solo per farsi bello con gli altri, diffonde gli scatti. Da lì è un attimo a rovinare la reputazione della giovane e a crearle traumi difficili da superare.

Senza contare il fatto che lo stesso materiale a volte finisce pure sul web, a disposizione di chi è a caccia proprio di illustrazioni pedopornografiche da pubblicare su portali poco affidabili.

“Prendono esempio dalle ragazze più grandi di loro che vedono sui social con pochi vestiti addosso – spiega il sostituto commissario della Polizia postale di Bergamo Michele Attolico – e per emulare queste loro beniamine, se così si possono definire, già a undici anni mandano in giro questi scatti, senza pensare però alle conseguenze che questo gesto può avere. Purtroppo a quell’età non hanno ancora la maturità per comprenderlo. E spesso il risvolto è drammatico”.

I numeri delle segnalazioni alla Polizia postale sono in costante crescita nell’ultimo periodo. “Non abbiamo dati precisi – prosegue Attolico – ma posso dire che la diffusione dei cellulari tra i più piccoli, acquistati dai genitori per avvertire in caso di emergenze, sta favorendo il fenomeno. Mettiamoci poi Instagram e Tik Tok, dove ormai certe scene una volta proibite sono all’ordine del giorno, ed ecco che il gioco è fatto”.

“Quando arrivano da noi le vittime ci dicono che hanno mandato le immagini tramite Whatsapp nella modalità in cui una volta viste si cancellano in automatico – le parole del dirigente della Postale – . Ma questo non scoraggia chi vuole approfittarsene, perchè basta immortalare lo schermo con un altro telefono ed ecco che si salva lo scatto inviato dalla giovane”.

Le scene hot delle ragazzine a volte lasciano allibiti gli stessi genitori: “Le mamme rabbrividiscono e non si capacitano di come la propria figlioletta sia stata in grado a quell’età di arrivare a tanto. A fare cose che nemmeno loro da adulte penserebbero. Purtroppo nella società attuale c’è anche questo e dobbiamo aprire gli occhi”, spiega Attolico.

Difficile anche punire i ragazzini che diffondono poi quelle foto: “A undici o dodici anni non sono nemmeno imputabili. Il Tribunale dei minori può al massimo sensibilizzarli sui risvolti che possono avere le loro azioni, ma il suo campo d’azione si ferma qui”.

Quindi, rimane solo un appello alle mamme e ai papà: “Chiediamo a tutti di prestare maggior attenzione ai propri figli, soprattutto se usano lo smartphone fin da piccoli. Controllate i siti che guardano e magari applicate limitazioni come il parental control o l’utilizzo per fasce orarie. E nel caso di situazioni sospette rivolgetevi a noi, possibilmente senza cancellare il materiale incriminato in modo da rendere più agevoli le nostre indagini”.

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