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Football americano

I Lions Bergamo rinunciano alla prima divisione: “Una scelta obbligata, ma necessaria per crescere”

La leggendaria squadra di football americano cittadina aveva conquistato la promozione sul campo a inizio luglio, ma resterà in seconda serie. Alla base della decisione anche problemi di sponsor e di campo

Bergamo. Nonostante una promozione in Prima Divisione conquistata sul campo tra tante sofferenze, sacrifici e dominando la scorsa annata, i Lions Bergamo hanno deciso di rinunciare al loro diritto di salire al piano di sopra e di restare in seconda divisione ancora per un anno. La squadra cittadina di football americano, unica di tutta la provincia, nonché la più titolata d’Italia e pezzo di storia di questo sport, ha optato per non salire di categoria, tornando dove le sarebbe spettato e dove si sarebbe meritata di giocare.

I Lions Bergamo restano in seconda divisione

“Una scelta obbligata, ma necessaria. Il motivo per cui non siamo andati in prima divisione quando ne abbiamo avuto la possibilità è che io ora non voglio sprecare energie per fare una cosa sola, non voglio una crescita verticale, ma orizzontale, consolidandoci e cercando di andare orizzontalmente su tutta l’offerta sportiva che i Lions possono dare per categoria e disciplina” afferma il nuovo presidente, Gianluca Ventura, che ha ricevuto il testimone dal suo predecessore Ambrogio Petrone.

Ventura è un allenatore di massima serie, è nello staff della nazionale e ha un passato da giocatore: “Non sono qui per dire che le cose le faccio meglio degli altri: ho trovato un gruppo di persone che aveva già fatto un ottimo lavoro, perché i risultati parlano per loro. Abbiamo ampliato da 7 a 12 persone l’organigramma, voglio mettere a disposizione la mia esperienza e quello che so fare, per far sì che i Lions siano sempre migliori”.

L’8 luglio Bergamo ha vinto il Silver Bowl a Reggio Emilia contro le Aquile Ferrara. L’intento era quello di lavorare per conquistare la massima serie: gli imprevisti però erano dietro l’angolo. Pochi giorni dopo la festa, la squadra si è trovata senza campo da gioco a causa della decisione improvvisa e unilaterale da parte della Cittadella dello Sport di variare i termini della convenzione stipulata nel 2004, rendendo parecchio complicata la gestione sportiva.

Dopo 19 anni di continuità i Lions hanno dovuto cercarsi un’altra casa: l’hanno trovata a San Paolo D’Argon, ma ciò ha inevitabilmente portato un aumento dei costi. Lo spostamento ha riguardato l’intera struttura: la prima squadra di tackle, ma anche dell’altra disciplina, il flag, di cui Bergamo è campione di seconda divisione, così come le squadre giovanili under-15 e under-18. E ha causato anche problemi in termini di marketing, con importanti accordi commerciali che sono finiti per saltare.

Un’ulteriore difficoltà è stata quella relativa al discorso degli sponsor, riguardo il quale l’associazione ha dovuto fronteggiare da un lato il mancato supporto delle istituzioni e dall’altro la tendenza di potenziali partner di preferire il calcio di paese, complicando la costruzione di una rete che permetta di sostenere l’associazione sportiva dilettantistica, come da sigla ufficiale.

“Siamo una realtà ancora in crescita: crediamo tutti fortemente che in questa fase sia meglio concentrarsi sul consolidamento dell’offerta dalla base” prosegue Ventura, spiegando quello che sarà il piano del futuro prossimo. “Il football è uno sport integrativo e inclusivo: è per tutti, sia maschile che femminile, non c’è una barriera atletica”.

“Vogliamo entrare ancora di più nelle scuole sfruttando il flag, che permette di acquisire i fondamentali senza il contatto: è una disciplina in grande crescita che sarà anche olimpica a partire dal 2028”. L’obiettivo resta quello di avvicinarsi nelle nuove generazioni per mantenersi nell’eccellenza.

La prossima sarà così la quarta stagione consecutiva dei Lions Bergamo nella seconda serie – che dall’anno prossimo prenderà il nome di IFL2 e potrebbe essere trasmessa da Dazn, per inciso – e la settima in assoluto dopo il 1984, il 2011 e il 2013. Aldilà del normale e ciclico ricambio generazionale, il roster non dovrebbe subire particolari variazioni, ma non è da escludere che alcuni giocatori possano andare in prestito in prima divisione per fare esperienza.

La replica

Una trattativa durata mesi, che si è conclusa in un nulla di fatto anche per “la scarsa disponibilità alle trattative da parte della società”. La Cittadella dello Sport, nelle figure di Provincia di Bergamo e CSI, risponde ai Lions Bergamo.

La convenzione prevedeva che la squadra cittadina di football americano potesse utilizzare il campo di via Monte Gleno pagando sostanzialmente solo le utenze e i consumi degli spogliatoi (rimaste a carico della Cittadella nel periodo del Covid), prendendosi in carico la cura del campo e delle strutture.

L’ente ha considerato che nei periodi non di stagione regolare della prima squadra di tackle il campo veniva utilizzato solo per la metà delle sere settimanali e ha così presentato una nuova proposta per la convenzione. Questa prevedeva il pagamento del campo per ogni ora occupata, senza un’esclusiva totale. “Anche perché è capitato che i Lions subaffittassero il campo ad altre persone, qualcosa di ovviamente vietato”, spiega la Cittadella.

Il nuovo accordo avrebbe previsto, allo stesso modo del precedente, di avere una parte degli spogliatoi in utilizzo esclusivo come magazzino per le attrezzature. “Alle proposte, però, non abbiamo mai ricevuto una risposta e senza avere alcun riscontro diretto abbiamo appreso che la società si era spostata a San Paolo D’Argon. Ne eravamo all’oscuro”.

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