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Città alta

Il Cantiere Vivo si chiude: dopo 500 anni torna la luce sul Coro ligneo di Santa Maria Maggiore fotogallery

L'opera di Giovanni Francesco Capoferri e di Lorenzo Lotto è stata presentata venerdì 27 ottobre al pubblico dopo un anno e mezzo di restauri unici in tutta Italia

Bergamo. Nel corso dei lavori gli operai hanno trovato un paio di occhiali (“Simili a quelli del conte Cavour”) e un libro da portafoglio con annotazioni tecniche che si arresta alla data del 22 agosto, giorno in cui, com’è plausibile, il volume fu perso. A 500 anni esatti dall’inizio della sua realizzazione, il Coro ligneo della Basilica di Santa Maria Maggiore in città alta esprime ancora tutta la potenza della storia.

L’opera di Giovanni Francesco Capoferri e di Lorenzo Lotto è stata presentata venerdì 27 ottobre al pubblico dopo un anno e mezzo di restauri unici in tutta Italia. Il Coro infatti – o meglio i cori, quello dei Religiosi e dei Laici che circondano l’altare della Basilica – è stato ripulito durante un innovativo “Cantiere Vivo”: niente transenne o nastri, al contrario plexiglass trasparenti con immagini e QR code esplicativi per raccontarne ogni aspetto. E visite consentite in contemporanea al lavoro degli operai, così da unire alla curiosità per l’opera la curiosità per il mestiere del restauratore. In 18 mesi 700 mila turisti, di cui almeno 400 mila stranieri, hanno potuto ammirare le tarsie in legno illuminarsi di una bellezza nuova. Nell’anno di Bergamo e Brescia Capitale della Cultura, il Coro viene quindi restituito alla città.

Il restauro, voluto dalla Fondazione MIA (che gestisce la Basilica di proprietà del Comune di Bergamo), è stato sostenuto con il contributo della Fondazione Banca Popolare di Bergamo ed eseguito da Luciano Gritti e dai ragazzi della sua Bottega. Le tecniche utilizzate – laser di ultima generazione, scansioni 3D, immagini a luce polarizzata e fluorescente – rendono l’operazione del tutto innovativa. Come innovativo è il Cantiere Vivo. “Lavorare con la gente attorno che ti guarda non è sempre facile – spiega Gritti -, ma è stato anche divertente. In molti, anche stranieri, si fermavano per farci domande tecniche e alcuni ci suggerivano anche cosa fare…”.

Tante le scoperte fatte dall’aprile 2022, quando il Cantiere Vivo ha preso il via. A cominciare dal materiale delle tarsie, che vennero ricavate non da un unico legno ma da 5 diverse tipologie. È apparso poi anche un affresco, di fine Trecento, raffigurante una Madonna con Bambino. Questo e molto altro sarà protagonista del documentario “Restauratio Humana”, la storia video dei lavori del Cantiere Vivo e che verrà presentato ufficialmente il 15 dicembre alle 18:30 proprio in Basilica.

“Il restauro del coro ha dato un risultato stupefacente, e sopra ogni aspettativa – afferma Fabio Bombardieri, presidente della Fondazione MIA. Il Coro è infatti l’opera più importante commissionata dalla Congregazione della Misericordia Maggiore di Bergamo a uno dei più grandi maestri del Rinascimento. Oggi, insieme, celebriamo non solo il passato ritrovato, ma anche un futuro che sarà illuminato dalla luce visionaria di questo gioiello della Basilica e dalla passione che ha reso possibile il suo restauro. Ammirando quest’opera, ritrovata in tutto il suo splendore, vediamo infatti non solo colori e forme, luci e ombre, ma la nostra identità collettiva, la nostra missione di custodi di uno straordinario patrimonio da curare e onorare, affinché esso continui a ispirare, educare e connettere le future generazioni”.

Armando Santus, Presidente della Fondazione Banca Popolare di Bergamo, commenta: “Con la restituzione al pubblico dell’intero Coro ligneo di Capoferri e Lotto termina un progetto entusiasmante, che ha dato nuova luce ad una delle opere d’arte più preziose del Nord Italia. Fondazione Banca Popolare di Bergamo, che continua la sua promozione sociale sul territorio con Intesa Sanpaolo, è orgogliosa di aver sostenuto questo straordinario intervento di restauro, che ha garantito la salvaguardia di un’opera d’arte così preziosa, che ha permesso la scoperta di nuove sue componenti e l’approfondimento delle conoscenze ad essa legate, e che soprattutto ha reso possibile la fruizione di questo tesoro da parte delle future generazioni. Tutela e insieme trasmissione del nostro patrimonio artistico sono, crediamo, il miglior modo di interpretare la salvaguardia e la protezione dei beni storici e culturali del territorio, tra le priorità della missione istituzionale della nostra Fondazione”.

Anche il sindaco Giorgio Gori ha portato il suo messaggio: “L’anno della Capitale della Cultura non è solo un contenitore di eventi e di iniziative, lo abbiamo sempre detto. È anche un’occasione in cui abbiamo voluto e saputo valorizzare il patrimonio storico e artistico della nostra città, avviando o concludendo interventi di restauro e trasformazione molto significativi in tanti luoghi della cultura. La Fondazione MIA aggiunge un tassello importante a questo grande lavoro, restituendo alla città lo splendore dell’opera di Capoferri e Lotto, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, monumento di proprietà del Comune di Bergamo, da quasi seicento anni amministrato dalla Misericordia Maggiore, che si è dedicata all’abbellimento del sacro edificio e al suo arricchimento, ornandolo di preziose opere d’arte e valorizzandone il prestigio. Nel frattempo, si è concluso il cantiere pilota sulla facciata dell’abside della chiesa: il Comune è al lavoro con la Soprintendenza per individuare la lavorazione più adatta per restaurare anche le parti esterne della Basilica e nei prossimi anni saremo impegnati nella cura della pietra che dona alla chiesa l’aspetto che tutti conosciamo”.

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