Graz (Austria). Trecentomila abitanti, a cui si aggiungono decine di migliaia di universitari, rendono Graz la seconda città dell’Austria per popolazione, ovviamente dopo Vienna. Di grande città, però, il centro della Stiria ha poco – e chiariamo, è tutto fuorché un difetto. Tranquillità, ordine, pulizia: la passeggiata nel centro trasmette un grande senso civico.
Le serate dei turisti (e dei residenti) scorrono tra una birra e uno schnitzel, come tradizione vuole. La città offre tanto dal punto di vista storico: l’Altstadt, la città vecchia, alterna edifici costruiti secondo lo stile teutonico e dettagli rinascimentali (alcuni totalmente affrescati), senza dimenticare la modernità. Per questo è nota come la città più “italiana” dell’Austria. Vero, i compaesani sono solo qualche centinaio, ma i ristoranti non mancano.
Il legame con il tricolore si ritrova anche nel gemellaggio con Trieste dal 1973 e nel calcio: qui ha giocato l’ex capitano della Roma Giuseppe Giannini, il campione di cui Totti ha raccolto l’eredità. Lo Sturm in Europa ha sfidato Verona, Inter, Lazio, e ora anche l’Atalanta. Il 26 ottobre, giorno di festa nazionale in Austria.
La Dea giocherà davanti ai 15mila della Merkur-Arena, uno stadio che fino al 2005 portava il nome di… Arnold Schwarzenegger. Nessun caso di omonimia: è proprio la star di Hollywood, che nei dintorni di Graz è nato e cresciuto. L’attuale stadio, costruito nel 1997, è stato intitolato a lui per 8 anni, fino alla decisione di appoggiare la pena di morte presa quando era governatore della California.
In città è comunque rimasto il museo Schwarzenegger, forse il più curioso insieme all’Armeria (Landeszeughaus). Anche se nulla in termini di particolarità e unicità può pareggiare lo scivolo da cui si può scendere dalla cima della collina del castello in centro città. 80 metri di buio.
Tornando al calcio, lo Sturm (capolista in Bundesliga) non è l’unica squadra cittadina: c’è anche il GAK, che è momentanemente in testa alla 2.Liga e punta dritto alla promozione dopo quasi vent’anni. In mezzo al dominio del Salisburgo – con qualche sprazzo di Vienna – Graz prova a proporsi come nuovo austriaco: i tifosi sognano la Champions League, come a cavallo della fine degli anni ’90 e i primi 2000, quando l’allenatore era Ivica Osim, l’uomo a cui è stata intitolata la piazza davanti alla Merkur-Arena.
Christian Ilzer vuole riportare la squadra a quei fasti: per far tornare l’iconica sigla della principale competizione europea in città però servirà un nuovo stadio, visto che l’attuale, posizionato poco lontano dal centro, non rispetta i parametri minimi richiesti dall’Uefa. Un tema particolarmente dibattuto: Graz vuole diventare la capitale del calcio austriaco. L’Atalanta è avvisata.
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