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La rassegna

Il Bergamo Jazz Festival firmato Joe Lovano sarà all’insegna di musica e magia

La nuova edizione sarà ricca di interpreti

Bergamo.Magia. Se dovesse dirsi in una parola ciò che è avvenuto ieri in Città Alta, prima in conferenza stampa, nella Sala del Ridotto, poi sul palcoscenico del Teatro Sociale, questo sarebbe il termine più adatto.

Il gigante del sax Joe Lovano, vecchia conoscenza del Bergamo Jazz Festival, fresco di nomina a nuovo direttore artistico, ottimamente introdotto dall’assessore alla cultura Nadia Ghisalberti, accompagnata da Giorgio Berta e Massimo Boffelli, presidente e direttore generale della Fondazione Teatro Donizetti, nonché dall’inossidabile Roberto Valentino, responsabile dell’ufficio stampa e di promozione artistica, hanno presentato la programmazione del Bergamo Jazz Festival 2024. Un’edizione che già solo sulla carta fa gridare al miracolo, basti passare in rassegna i nomi dei partecipanti.

Solo per citarne alcuni: John Scofield, maestro delle sei corde, col suo progetto “Yenkee Go Home” di rivisitazione dei classici rock americani anni 60 e 70, Famoudou Don Moye, percussionista del leggendario Art Ensemble of Chicago, a cui renderà omaggio, insieme ad altri astri del genere, tra cui il “nostro” Dudù Kouate, in un concerto commemorativo dell’esibizione proprio al Bergamo Jazz Festival del 1973, il Modern Standard Jazz, nelle cui file militano Ernie Watts, già nella Grand Wazoo Orchestra di Zappa, e Darryl Jones degli Stones, i quali proporranno una rilettura del grunge anni 90, dai Nirvana ai Soundgarden, senza tralasciare i capisaldi rock e jazz, da Patti Smith a Miles Davis.

E ancora, Danilo Perez, John Patitucci, Fabrizio Bosso, Abdullah Ibrahim (a/k/a Dollar Brand), Miguel Zenòn, Bobby Watson e la giovane ma già talentuosa Ana Carla Maza, violoncellista e cantante nata a Cuba quando Wim Wenders e Ry Cooder terminavano di girare il Buena Vista Social Club.

Insomma, è ormai assodato come il Bergamo Jazz Festival, grazie alla dedizione e all’impegno profuso negli anni e nelle programmazioni via via succedutesi, abbia raggiunto uno status che lo pone al pari delle più grandi manifestazioni del genere in tutto il vecchio e nuovo continente, come ricordato ieri da Joe Lovano in conferenza stampa.

Sentirlo snocciolare aneddoti sui suoi rapporti coi colleghi che si esibiranno a Bergamo dal 21 al 24 marzo prossimi è stato come assistere a una lezione di storia del jazz raccontata da chi l’ha vissuta e creata in prima persona. Dai primi passi al Berklee College of Music di Boston, agli incontri fugaci tra le stanze del Chelsea Hotel di New York, fino ai palchi di tutto il mondo ed alle registrazioni per le etichette più illustri, ECM, Blue Note, Verve e Columbia.

“In The Moment Of Now” è il titolo di questa prima edizione del festival sotto la sua direzione artistica e trae ispirazione da uno dei pezzi del suo album Sound of Joy del 1991. Lo stesso Lovano, ieri, ha spiegato perfettamente cosa significhi per lui suonare “nel momento dell’adesso”, ossia senza copiare dai modelli del passato, ma utilizzando gli stessi come trampolino ideale per la propria espressività, calata nel presente e proiettata verso il futuro, per “diffondere la benedizione della musica”.

Circa un’ora dopo, lo ritroviamo sul palco del Teatro Sociale – esaurito in ogni seduta – in duo con Jacob Bro, entrambi compagni di viaggio del compianto Paul Motian, a cui dedicano un accorato concerto, unico in Italia prima di un lungo tour europeo in formazione allargata a settetto.

Qui la magia, dalla carta, si traduce in note e vibrazioni d’aria.

Due musicisti che si parlano senza dire una parola.

Due generazioni che si intrecciano.

Il Bergamo Jazz Festival firmato Joe Lovano sarà all’insegna di musica e magia

Infiniti suoni, stili, effetti, micro-percussioni che si inseguono, si sovrappongono e si danno il cambio in ampie giravolte.
Se questo è l’antipasto, non si vede l’ora di addentare le portate principali.

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