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Sabato 28 ottobre

Un vescovo alla Cornabusa per la chiusura dell’anno: sarà benedetto e collocato bassorilievo di Papa Giovanni

Sabato 28 ottobre, nel giorno in cui si ricorda l’elezione al Soglio Pontificio di Angelo Giuseppe Roncalli, si farà memoria con il vescovo Pier Giacomo Grampa. Un bassorilievo opera di Valerio Bianchi sarà benedetto e poi collocato nella camera dove il Patriarca di Venezia dormì l’ultima volta 72 giorni prima della fumata bianca

La ricorrenza del 28 ottobre, giorno in cui si commemora l’elezione a Papa di Angelo Giuseppe Roncalli, avrà quest’anno una sottolineatura particolare alla Cornabusa, in Valle Imagna. Nel santuario al quale il futuro Papa Giovanni XXIII fu legato fin dall’infanzia – anche perché in questa valle celebrata dallo Stoppani nel “Belpaese” ci sono le radici della famiglia Roncalli – sabato 28 arriverà il vescovo Pier Giacomo Grampa a presiedere la concelebrazione eucaristica delle 16.30.

A lato della Messa prefestiva, ci sarà anche la benedizione del bassorilievo raffigurante Papa Giovanni, opera dello scultore Valerio Bianchi che l’ha donata al vescovo Grampa, il quale a sua volta l’ha destinata al santuario. Il volto del Papa di Sotto il Monte sarà collocato poi nella stanza dove Angelo Giuseppe Roncalli dormì più volte e che ora è dedicata alla sua memoria, all’interno del museo che è stato realizzato nel 2008 in occasione del centenario dell’incoronazione della statua dell’Addolorata. Già allo storico evento del 4 ottobre 1908, presieduto dal Cardinale di Pisa, Pietro Maffi, era intervenuto don Angelo Giuseppe Roncalli, allora segretario del vescovo di Bergamo, Giacomo Maria Radini Tedeschi. L’ultima salita al santuario del Patriarca di Venezia, Roncalli, fu il 16 e 17 agosto 1958, a chiusura dei festeggiamenti per i 50 anni dall’incoronazione della statua della Vergine. Fu verosimilmente anche l’ultima uscita di Roncalli per una celebrazione in terra di Bergamo, perché il 9 ottobre morì Papa Pio XII (e quel giorno Roncalli era atteso al santuario della Madonna della Gamba, a Desenzano di Albino, presenza poi annullata) e i cardinali dovettero partire subito per Roma, dove si sarebbero svolti i funerali, poi i Novendiali e infine il Conclave.

Dal giorno di Pasquetta a fine ottobre 7 mesi di pellegrinaggi da ogni dove

Anche Pier Giacomo Grampa, vescovo emerito di Lugano, è molto legato al santuario, dove fu invitato negli anni 80 dal parroco don Martino Cantamessa a presiedere la festa dell’Addolorata, la seconda domenica di settembre, e dove è tornato portando i preti della sua diocesi. La fine di ottobre coincide tradizionalmente con la chiusura annuale del santuario della Cornabusa, che apre il secondo giorno di Pasqua. È l’occasione per un primo approssimativo bilancio di com’è stato vissuto quest’anno nel cuore della roccia del monte Linzone. Ne parliamo con don Vinicio Carminati, da un anno rettore del santuario e parroco di Selino Basso e Cepino. Negli ultimi tempi c’è stato un incremento costante nel numero dei fedeli e dei pellegrinaggi. All’unisono con don Leone Messa, presenza di riferimento spirituale nel ministero alla Cornabusa, e con i volontari che si prodigano nell’accoglienza, don Vinicio ricorda i 2500 fedeli saliti nel giorno di apertura a Pasquetta e gli oltre 5 mila affluiti per la ricorrenza che si celebra nella seconda domenica di settembre.

“Rispetto al passato, quando i pellegrini arrivavano soprattutto dalla Valle e dalla provincia, adesso sono molti quelli che provengono da fuori, dall’intera Lombardia e anche da oltre, compresi
numerosi stranieri, tra i quali abbiamo avuto un gruppo dall’Inghilterra. La percentuale degli arrivi da fuori diocesi è in continua crescita, grazie anche alla promozione irradiata dal FAI con “I Luoghi del Cuore” nel 2018”.

L’impronta di Giovanni XXIII nel “santuario più bello perché fatto da Dio stesso”

Quarto nella classifica nazionale, con i 47.936 voti ottenuti, il santuario della Cornabusa fu il primo classificato in Lombardia. Uno dei motivi della forte attrazione esercitata da questa “oasi del Magnificat” (copyright di Andrea Spada) lo individuò ed espresse molto nitidamente Angelo Giuseppe Roncalli quando lo definì “il santuario più bello che esiste perché non l’ha fatto la mano dell’uomo, ma Dio stesso”.
Al decisivo richiamo di devozione e fede si aggiungono alcuni fattori come il museo creato per il centenario dell’incoronazione, il panorama stupendo che si gode da qui su tutta la Valle, dominata dal Resegone e dal Pertus-Ocone, la facilità di accesso e di parcheggio, in particolare per l’accesso di anziani, malati e disabili.
“Ci sono anche molte persone che ritornano dopo esservi state in passato, magari in occasione della Prima Comunione. Ininterrotto il flusso degli emigranti della Valle, specialmente dalla Francia e dalla Svizzera, ma alcuni valdimagnini sono stati anche nelle Americhe e in Australia. Non pochi salgono per aprire il loro cuore alla Madonna e per riconciliarsi e per riorientare la vita e lo si vede ai confessionali. La partecipazione alle liturgie è sempre molto elevata”.

Quella storica foto di Dante Frosio che fece il giro del mondo

Chi sale alla Cornabusa trova sulla soglia una statua in bronzo di Papa Giovanni benedicente. Ma tutto il percorso e il clima che si respira in questo santuario porta al Papa del Concilio. Qui più volte è salito anche il suo segretario, Loris F. Capovilla, fatto cardinale da Papa Francesco. C’è anche una storia legata ad una gigantografia del futuro Papa raccolto in preghiera davanti alla statua della Vergine Addolorata. Si tratta di uno scatto epocale dovuto all’estro di Dante Frosio, al quale va riconosciuto il titolo di “archivista per merito” della Valle Imagna, della sua gente e dei cambiamenti intervenuti. Va detto che all’entrata in conclave dei cardinali nel 1958 ben pochi si aspettavano la fumata bianca per il Patriarca di Venezia. A Roma mancavano ritratti del neo-eletto e dal Vaticano ci fu un’affrettata e affannosa richiesta di poter disporre di quell’effigie divenuta storica del nuovo Papa, un’immagine della cronaca più recente, perché risalente a soli 72 giorni prima.

Dante Frosio si sentì naturalmente onorato di quell’intuizione e di quella posa davvero molto felici

Papa Giovanni è una ragione aggiuntiva non secondaria in quanti arrivano dentro la Grotta dove zampilla acqua che alimenta un laghetto interno, con forte simbologia per il fonte battesimale e dove la gente si bagna il volto. Ad accrescere un interesse, peraltro mai affievolito, ha contribuito il ritorno con l’urna del San Giovanni XXIII a fine maggio del 2018. “È una figura molto presente nella devozione di molti fedeli che scelgono la Cornabusa – riprende don Vinicio Carminati – soprattutto nelle persone anziane, nelle quali è più vivo e presente il ricordo. Sotto quella foto storica ancorata a una parete della roccia, in una teca sono poste alcune reliquie di Papa Giovanni. E la benedizione che si prende è come se fosse impartita ancora da lui”.

Un’ultima doverosa annotazione è per il Comitato Amici della Cornabusa, al quale fanno capo una quarantina di volontari: è nato due anni fa per rispondere in maniera articolata alle molteplici necessità di ordine e efficienza nell’accoglienza dei pellegrini, molto numerosi da maggio a settembre ad ogni fine di settimana I campi d’azione sono molteplici: dalla parte burocratica, alla sicurezza, alla manutenzione e altre mansioni che oggi non possono essere trascurate.

papa Giovanni alla Cornabusa
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