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Bergamo segreta

Il Santuario di San Donato, una chiesa per scongiurare la peste fotogallery

Fu voluto dagli abitanti della zona che decisero di destinare le proprie preghiere al vescovo di Arezzo

Osio Sotto. Quando eventi esterni rendono più complessa la vita degli uomini, la devozione nei confronti dei santi si fa più forte.

Uno dei momenti che hanno caratterizzato principalmente la storia del nostro territorio è la peste del 1630, nota per la descrizione presentata da Alessandro Manzoni nei “Promessi Sposi”, ma soprattutto per le numerose vittime colpite dal morbo.

Fra le strutture che vennero costruite per chiedere un aiuto dall’alto spicca il caso del Santuario di San Donato, posto sul territorio di Osio Sotto e voluto dagli abitanti della zona che decisero di destinare le proprie preghiere al vescovo di Arezzo.

Nonostante le prime notizie riguardanti l’edificio risalgono al 10 aprile 1443, le origini della chiesa sarebbero da inserire a cavallo fra il 1300 e il 1400 offrendo già uno spazio sacro dedicato al santo toscano.

Il paese affacciato sul fiume Brembo venne però colpito nella prima metà del Seicento dalla terribile pandemia che invase l’Europa tanto che i capifamiglia della famiglia si ritrovarono all’interno della chiesa facendo un voto con il quale promettevano, in cambio della salvezza, penitenze, solennità religiose e la costruzione di uno stabile dedicato alla Madonna oltre che a santificare e solennizzare san Donato.

In seguito a una raccolta di contributi ed elemosine varie, sei anni dopo ebbero inizio i lavori per il restauro e la ristrutturazione di “”quell’oratorio campestre abbastanza ampio, ma molto malmesso” che si trasformò dopo una ventina d’anni in una vera e propria chiesa con le antiche cappelle trasformate in presbiterio e sacrestia.

Altri altri interventi vennero eseguiti prima nel 1742 con l’ampliamento del colonnato esterno, poi a cavallo fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento in occasione dei quali venne disegnato l’attuale aspetto del fabbricato.

Oggi il Santuario si presenta allungato, alzato e sfiancato i a mo’ di croce latina, dotata di campanile e di stucchi, affreschi e quadri all’interno fra i quali compaiono anche due opere di Abramo Spinelli che confermano il legame fra gli osiesi e san Donato.

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