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Il testa a testa

Musso convince, Carnesecchi chiede spazio: il ballottaggio tra i pali è più un bene che un male?

L'Atalanta può contare su due portieri con caratteristiche diverse a cui può affidarsi: quello che in estate era un "problema" oggi è diventato un "beneficio"

Era un “problema”, oggi è un “beneficio”. Nel giro di un paio di mesi, l’opinione di Gian Piero Gasperini sul perenne ballottaggio tra i pali dell’Atalanta tra Juan Musso e Marco Carnesecchi è cambiata radicamente: merito della gestione, ma soprattutto dei due protagonisti del testa a testa. Messi in competizione sin dall’estate, hanno reagito “con intelligenza”, mettendo l’interesse della squadra al primo posto.

Una situazione lontana da quanto lo stesso mister pensava in estate: nella sua prima conferenza stampa aveva dichiarato senza troppi giri di parole che “non vada bene che siano loro i due portieri, perché entrambi meritano di giocare”. Alla fine la scelta per le prime gare di campionato è ricaduta sull’argentino, titolare contro Sassuolo, Frosinone e Monza, ed è stata vincente sia per la Dea, sia per il giocatore stesso, che ha pure riconquistato la nazionale argentina.

“Musso è molto forte, anche se non ha avuto una buona stagione” aveva ribadito il mister, ricordando di aver sempre alternato i portieri, “ma una gerarchia c’è sempre stata”. E anche quest’anno non fa eccezione: l’ex Udinese in questo momento è il numero uno e la presenza nel trittico di partite Juventus-Sporting-Lazio ne è stata la conferma. Si pensava che nell’ultima uscita all’Olimpico Carnesecchi potesse avere un’occasione, invece Gasp ha confermato l’argentino.

Il riminese insomma parte dietro, “ma è in crescita” ci ha tenuto a ricordare il mister in estate, quando la questione era paragonabile ad una patata bollente: “Non so chi accetterebbe di fare il secondo all’altro. Faremo 50 partite, vero, ma se ne fan 25 a testa son scontenti entrambi: tutti e due ambiscono a voler giocar molto di più”. Per ora il conto è di 8 partite per Musso, 2 per Carnesecchi, che ha giocato sul campo della Fiorentina e contro il Verona, collezionando il primo clean sheet.

Due presenze nell’ultimo ciclo di partite che sanno di occasioni sì per dare riposo a Musso, ma anche di test per il ragazzo, che come sempre riscuote interessi da altri club italiani che lo seguono con attenzione, ma sul quale anche l’Atalanta fa i suoi ragionamenti: “io guardo al campo” ha specificato Gasperini quando ha parlato della scelta. “Ci vorrà intelligenza e testa per ragionare, altrimenti poi cominciano i casini”, aveva aggiunto.

Intelligenza, termine che è tornato ricorrente dopo due mesi e mezzo di stagione, perché quella che, sempre usando le parole del mister “poteva essere una bella rogna”, è diventata, per l’appunto, una forza, “grazie all’intelligenza dei due ragazzi”. Entrambi ne stanno beneficiando, anche se “il rischio di scontentare tutti” resta sempre, ma il piano è chiaro: “Sto cercando di valorizzare bene Musso che è un giocatore d livello ed è partito molto bene, ma anche dare spazio a Carnesecchi che ha prospettive e ha bisogno di giocare oltre ad allenarsi”.

Probabilmente al rientro dalla pausa, proprio come a Firenze, sarà il classe 2000 ad avere l’occasione di giocare titolare, complice il tardivo ritorno di Musso dal Sudamerica, dove è impegnato con la sua nazionale. Sarà la terza gara nerazzurra: un’altra occcasione per mettere in difficoltà Gasp e il suo collega, al quale rappresenta anche un’alternativa a livello di caratteristiche, visto che porta uno stile diverso, più frutto della scuola italiana. Insomma, sana competizione da cui l’Atalanta può solo che beneficiare: la completezza ‘da big’ passa anche da questo.

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