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La sentenza

Casirate, investì e uccise una donna: patteggia un anno di reclusione con pena sospesa

La 47enne di Arzago d’Adda, R.L. il 17 maggio 2022 travolse con la sua Land Rover l’81enne Elide Merisi

Bergamo. Ha patteggiato un anno di reclusione (pena sospesa) la 47enne di Arzago d’Adda, R.L. le iniziali, che il 17 maggio 2022 investì e uccise l’81enne Elide Merisi a Casirate d’Adda. L’anziana venne trasportata all’ospedale di Treviglio.

Le sue condizioni non sembravano gravi, ma con il passare delle ore la situazione si era complicata e l’anziana era deceduta. L’incidente intorno alle 9 e mezza, in via Marconi, in pieno centro. L’anziana stava andando a fare la spesa ed era a piedi, accompagnando la sua bicicletta.

Giunta all’incrocio con via Menclozzi, una Land Rover guidata dalla 47enne, della zona, che stava svoltando a sinistra in direzione di Treviglio, l’aveva urtata facendola finire rovinosamente a terra.

Sul posto era intervenuta l’ambulanza della Croce rossa di Treviglio e l’81enne, sebbene dolorante, era cosciente. È stata trasportata in codice giallo all’ospedale di Treviglio, dove però le sue condizioni si sono aggravate fino al decesso in serata.

Elide Merisi abitava da sola in via Leopardi. La famiglia Merisi è conosciuta in paese per l’omonimo vivaio di cui sono titolari i nipoti della donna, tra i primi a correre sul luogo dell’incidente.

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I parenti di Elida Merisi si sono rivolti a Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nella tutela dei familiari delle vittime della strada, ed erano parte civile con l’avvocato Francesca Pierantoni. Nell’udienza di martedì mattina, il Tribunale di Bergamo ha accolto il patteggiamento, formulato dalla difesa in accordo con la pubblica accusa, e concesso la sospensione condizionale della pena.

“Inoltre, non potrà guidare l’auto per 12 mesi – specifica Fernando Rosa, responsabile della sede di Giesse a Monza – L’incidente fu terribile e lasciò un’intera comunità senza parole”

“Occorre maggiore attenzione sulle strade – conclude Rosa – Spesso non ci si rende conto che questi incidenti aprono delle ferite insanabili: c’è chi muore, ma c’è anche chi resta e deve reimparare a vivere una vita che non sarà più la stessa”.

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