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La gerla dei semi di betulla

Favole per fanciulli di ogni età

L’alieno e gli altri freaks

Il secondo racconto della rubrica “La gerla dei semi di betulla – Favole per fanciulli di ogni età”

Era il 12 aprile del 1927 e pioveva ininterrottamente da tre giorni.

Il piccolo alieno sbarcò con timidezza sulla Terra, quasi impaurito, proprio in quella mattinata in cui il nostro pianeta si stava manifestando in quel modo orribile. Affrontando per la prima volta la sconosciuta forza di gravità, con i suoi tre piccoli piedi mosse i primi passi con timida sicurezza; le gocce di pioggia scivolavano lisce sulla sua pelle stranamente maculata. Una volta adattatosi alla sua nuova postura eretta, cominciò a esplorare velocemente pianure, mari, colline, montagne, città affollate e città deserte; osservava con vivida curiosità uomini tristi, donne impegnate e bambini
sorridenti.

Davanti alle maestose vette dolomitiche, sperimentò il suo primo sentimento di ammirazione.
Sorrideva con estasi mentre contemplava gli alberi che danzavano piegandosi al vento, apprezzando la loro straordinaria bellezza, in un modo che noi non sapevamo più fare. Al settimo giorno, si avvicinò all’accampamento di un modesto circo di provincia. Girando silenziosamente per il campo, scoprì creature sconosciute come tigri, orsi e pantere. In un angolo, solitario e triste, notò anche un uomo vestito in modo eccentrico, con un grosso naso rosso a forma di patata e una lacrima che scivolava sotto gli occhi.

In altre gabbie, più remote e nascoste, scoprì con sorpresa altri esseri umani: la Donna Barbuta, il Licantropo, il Nano di Dorchester, l’Uomo Cannone, il Bambino con la Coda, il Centauro di Salamanca e l’Uomo Elefante. Tutto sembrava sospeso in quell’ora della giornata in cui il mondo del circo riposa.

Mentre stava iniziando a comunicare con la Donna Barbuta, il pagliaccio triste lo sorprese da dietro e, con ferma determinazione, lo catturò, imprigionandolo nella gabbia più isolata.
Il circo si apprestava ad avere una nuova attrazione: l’Extraterrestre. I giorni successivi furono tristi e monotoni, con lo spettacolo pomeridiano, quello serale e le lunghe attese tra le performance, seguiti dalla noia della gabbia e da sporadiche conversazioni con le altre creature straordinarie.

L’esperienza sulla Terra, iniziata con un iniziale stupore positivo, cominciava a non soddisfarlo più; gli unici amici che aveva trovato erano proprio gli altri emarginati, e con loro condivideva il peso della noia e dell’insoddisfazione. Un giorno si svegliò profondamente disilluso e stabilì un collegamento mentale con il suo ‘Comandante’, comunicandogli la sua volontà di rifiutare
ulteriori esperienze sulla Terra. Gli chiese di far scendere la navicella spaziale vicino al campo del circo per portarlo via da lì.
Con sorprendente facilità, uscì dalla sua gabbia e con altrettanta determinazione liberò gli altri amici rinchiusi.

Con loro si diresse verso la navicella che nel frattempo era silenziosamente atterrata nel campo di mais dietro al tendone; tutti insieme vi entrarono.
L’Uomo Elefante sorrideva felice dietro al suo viso deturpato.
La ripartenza fu immediata: insieme si diressero verso il Pianeta dell’alieno, a una velocità doppia rispetto a quella della luce. Era un luogo dove non esistevano i “diversi”, e nessuno si voltava a guardare chi appariva diverso.  La Donna Barbuta era radiante di felicità e intonava a bassa voce una melodia dolcissima.
Il circo, privato delle sue principali attrazioni, fu costretto a chiudere i battenti.

Tutti gli animali ritornarono in Africa, e il pagliaccio triste ritrovò il suo sorriso, avendo finalmente accettato e dichiarato la sua omosessualità, che fino ad allora aveva nascosto al mondo. Sul pianeta extraterrestre, invece, iniziarono i festeggiamenti per l’arrivo dei nuovi amici terrestri, con una strana polka che si ballava solo lì e con strani cibi colorati.
L’Universo osservava con un sorriso di approvazione mentre la Via Lattea si illuminava come mai prima d‘ora.

Generico settembre 2023

* Franco Coda – www.francocoda.it – è nato a Voghera tra le colline dell’Oltrepò Pavese e vive oggi sulle colline bergamasche della Val Cavallina. Dopo essersi laureato in Chimica, aver fatto per tanti anni il DJ in radio private e aver dovuto abbandonare, suo malgrado, il basket, ha lavorato in ruoli manageriali per varie aziende industriali, viaggiando nel mondo. Al momento è presidente di una storica società bergamasca che opera nel mondo delle Risorse Umane – www.sirium.it, oltre che di una importante Organizzazione di Volontariato che prende il nome dal suo adorato figlio Leonardo – www.arcadileonardo.org.

Le sue altre passioni sono l’Inter, la montagna, la lettura, i vini, i libri, il jazz, Barcellona, la carbonara. E soprattutto le contaminazioni tra Scienza ed Arte, grazie anche al suo maestro ed amico Primo Levi. L’amore per la scrittura è sempre stato totale: ha pubblicato ad oggi 5 libri ed è autore inoltre di una nota e diffusa guida gastronomica on line, la mitica “Codelin”, che compete con la meno importante guida gastronomica francese.

Generico settembre 2023
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