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Il Lago di Coca, un “cuore” azzurro fra i giganti delle Orobie

Il bacino si estende per 50 metri di lunghezza e 20 metri di larghezza rimanendo ghiacciato per buona parte dell’anno, almeno da ottobre ad aprile

Bergamo. Un cuore azzurro si staglia fra le cime più alte delle Orobie: è il caso del Lago di Coca, posto a 2108 all’ombra dell’omonimo Pizzo. In grado di raccogliere le acque dei nevai superiori e dalla neve caduta in inverno, il bacino si estende per 50 metri di lunghezza e 20 metri di larghezza rimanendo ghiacciato per buona parte dell’anno, almeno da ottobre ad aprile.

La sua forma ricorda per certi versi un cuore incanalando il proprio contenuto all’interno di un torrente che scende verso Valbondione prima di raggiungere il fiume Serio. Complice proprio la vicinanza ai pizzi Coca, Redorta e Scais, il lago rappresenta un punto di passaggio obbligato per gli appassionati di alpinismo e per coloro che vogliono percorrere il Sentiero delle Orobie, dovendo per forza di cose metter in conto una bella dose di fatica.

Partendo dalla frazione Sambughera (937 metri) e dopo aver attraversato il Serio, si intraprendere il sentiero CAI numero 301 seguendo una vera e propria “vertical” posta nel bel mezzo del bosco, interrotto soltanto da alcuni ripidi tornanti che seguono il vicino torrente Coca.

A differenza di altri percorsi, il tracciato mantiene una pendenza costante per circa due ore poco prima di giungere al ponte realizzato nel 2009 dove il cammino spiana leggermente prima di scorgere il Rifugio Merelli al Coca, posto sopra l’invaso Enel dove talvolta si appostano gli stambecchi.

Da lì la salita riprende ancora in maniera tosta per circa un’ora dove si sbuca nei pressi della struttura ricettiva posta a 1891 metri e dedicata al celebre alpinista di Lizzola scomparso il 18 gennaio 2012 proprio sullo Scais.

A quel punto ci si inoltra nella “Conca dei Giganti” con pendenze decisamente più leggere, a tratti pianeggianti, che consentono all’escursionista di godersi il favoloso panorama il tutto seguendo il sentiero Cai numero 302.

Tolto l’ultimo segmento che permette di scavallare, l’impegno da impiegare è relativo e dopo circa mezz’ora si giunge al cospetto delle vette più importanti della provincia dopo aver superato 1171 metri di dislivello e oltre tre ore e mezza di cammino.

 

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