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La protesta

Bomba allo scalo ferroviario, disagi sulla linea Bergamo-Brescia: “I nostri treni gli unici modificati. Da Trenord nessuna spiegazione”

La rabbia di alcuni passeggeri della tratta Bergamo-Brescia, l'unica ancora coinvolta da problematiche nella percorrenza: "Vogliamo una motivazione. Paghiamo un abbonamento tanto quanto gli altri"

Bergamo. Ancora disagi per i pendolari. Dopo il ritrovamento di un ordigno bellico allo scalo ferroviario di Brescia lo scorso 28 settembre la circolazione dei treni non è ancora ritornata allo stato di normalità. A protestare per la situazione sono in particolare i passeggeri della tratta Bergamo-Brescia, l’unica ancora coinvolta da problematiche nella percorrenza dovute all’allarme bomba.

È il caso di S.F. e V.A., due studentesse bergamasche al terzo anno della facoltà di Medicina all’Università di Brescia. La prima di Villongo, la seconda di Grumello del Monte, paese dal quale la mattina partono per raggiungere l’Università. Sembra tutto normale alle 6:48 e alle 7:04, quando il loro treno per Brescia arriva in stazione: una decina di minuti di viaggio in più, a causa dei rallentamenti da osservare in prossimità dei binari dov’è stata trovata la bomba britannica. Ma dalle 7:30 del mattino gli spostamenti si complicano. Il diretto per arrivare a Brescia non c’è più e diventa obbligatorio il cambio a Rovato, da dove passano i treni provenienti da Milano. Lo stesso discorso vale per il ritorno, con ancora più ostacoli. “Al mattino quello che era un viaggio di mezz’ora diventa di quarantacinque minuti, ma il rientro a casa è terribile – raccontano le ragazze -. Per un viaggio che dovrebbe durare 30 minuti siamo costretti a cambiare a Rovato prendendo due treni, a cui si sommano i ritardi aumentati di almeno 15/20 minuti sulla linea di Milano e il fatto che si tratta di corse sempre affollate, e quindi tocca spesso stare in piedi”.

Rientrare a casa a un orario utile in modo da dedicarsi allo studio, per gli studenti universitari, significa abbandonare quasi sempre l’aula in anticipo per correre in stazione. Il treno delle 15:57 e delle 17:57 da Brescia, i più gettonati, sono infatti sempre pieni. “Per arrivare in tempo di solito dobbiamo uscire mezz’ora prima, ma ora con la questione del cambio dobbiamo andare via 40/50 minuti prima per non perdere la coincidenza e arrivare a casa allo stesso orario. Alla fine perdiamo un’intera ora di lezione”.

 

Ritardi treni

 

La situazione andrà avanti fino al 22 ottobre, giorno in cui l’ordigno verrà fatto brillare. Anche se le ragazze hanno dovuto intuirlo da sole perché, dicono, non hanno ricevuto comunicazioni. “I disagi sono iniziati venerdì 29 settembre e non ci è stata data nessuna comunicazione. Trenord non ha comunicato nemmeno che il 22 ottobre verrà tolta la bomba, abbiamo saputo che verrà interrotta tutta la circolazione ferroviaria da un giornale bresciano, e non ci hanno detto quando questa cosa della limitazione a Rovato finirà. Dobbiamo controllare ogni giorno da soli gli orari e le modifiche alle linee”.

Ma quello che più fa arrabbiare i pendolari è di patire i disagi senza avere avuto una spiegazione. “Dal giorno dopo il ritrovamento della bomba allo scalo di Brescia la circolazione dei treni da e per Milano (Greco Pirelli, Centrale e i Frecciarossa) è ritornata normale, mentre quella dei nostri treni no. Ci meraviglia che i disagi li vediamo soltanto noi sulla linea Bergamo-Brescia. Noi abbiamo un treno all’ora, mentre la linea di Milano ne ha almeno tre. Non ci è stata data nessuna comunicazione – ribadiscono le studentesse -. Vorremmo avere anche solo una motivazione. Noi – concludono – paghiamo un abbonamento tanto quanto gli altri”. Costo del servizio mensile: 70 euro.

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