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Il progetto

“Forno al Fresco”, in vendita il pane prodotto dai detenuti del carcere di Bergamo

Le pagnotte sono prodotte con lievito madre e la semola biologica di grano duro di Libera Terra, grano coltivato in terreni confiscati dalla mafia

È nato il nuovo marchio dei prodotti del forno della casa circondariale di Bergamo, gestito dalla Cooperativa Sociale Calimero: “Forno al Fresco dal carcere di Bergamo – sforniamo una seconda possibilità” (prima: “Dolci Sogni Liberi”).

Un progetto che si apre a molto più che semplice formazione, dando la preziosa possibilità, ai detenuti del carcere bergamasco, di essere veri e propri dipendenti. Le statistiche sono tutte a favore di questo intento ben riuscito: infatti, chi non lavora in carcere risulta essere soggetto per il 70% a recidive. Al contrario, per chi si dedica ad attività lavorative, la percentuale si abbassa al 2%.

La novità è stata presentata nella mattinata di giovedì (12 ottobre) dai tanti dei fautori e collaboratori di quest’iniziativa che, ad oggi, vede assunti sei dipendenti e un coordinatore, tutti detenuti, supportati dalla costante presenza di volontari con cui stabiliscono relazioni, creando legami e piccole, speciali comunità.

Tra i presenti, ci sono Daniele Rota, direttore della Cooperativa Sociale Calimero, affiancato dal presidente Mauro Magistrati, e Rosalucia Tramontano, tra le principali menti del progetto, che nel lontano 1996 ha visto la possibilità di aprire le porte del carcere di Bergamo a un futuro possibile.

“Forno al Fresco

“Credere nell’obiettivo – ha esordito Tramontano – è stato il primo passo, ma un aspetto fondamentale è da ritrovare nella volontà di aumentare la sicurezza che è sempre soggetta a spaccature. Una volta usciti dalle carceri, i detenuti restano tali perché quel marchio resta loro addosso e il loro inserimento nel lavoro e nella vita sociale a 360 gradi ne è inesorabilmente influenzato. Questa esperienza serve perché fa qualcosa per la città, per i cittadini, per i detenuti stessi. Migliora le persone per migliorare il mondo”.

La Cooperativa Sociale Calimero nasce nel 1991 e da quell’anno ha fatto tanta strada, con sempre ben a fuoco la propria mission di reinserire nella vita sociale persone emarginate dalla società. Questa nuova tappa è in continuità con la sua storia ed è motivo di grande orgoglio per Rota, Magistrati e colleghi, che non mancano di sottolineare la collaborazione e il forte rapporto con il territorio e le sue istituzioni. E con i cittadini, che con l’acquisto dei prodotti danno un contributo tutt’altro che trascurabile.

Pane e non solo. Al momento, quattro sono le linee di prodotti in commercio – dolce, salato, grandi lievitati e pane –, distribuiti nei seguenti punti vendita: il Bar Dolci Sogni Liberi (panificio/pasticceria start up della Cooperativa Calimero, gestito dalla nuova Cooperativa Sociale Doldi Sogni Liberi) di Nembro; il negozio della Cooperativa Sociale Aretè di Torre Boldone; le botteghe del Commercio Equo Solidale. Inoltre, da anni il pane viene distribuito nelle mense scolastiche del Comune di Bergamo attraverso la Ser Car, servizio effettuato ora anche nel Comune di Seriate.

Le pagnotte sono prodotte con lievito madre e la semola biologica di grano duro di Libera Terra, coltivato in terreni confiscati dalla mafia: anche questo è un forte messaggio, un dettaglio da non trascurare che arricchisce un progetto già esemplare. Il prossimo obiettivo? Battere il record di vendite di panettoni che lo scorso anno è stato di 8200.

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