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Verso le amministrative

Sindaco di Bergamo, il ritorno di Moratti rilancia Forza Italia. Nel centrosinistra il vento è a favore di Gandi

L'arrivo dell'ex vice presidente di Regione Lombardia potrebbe garantire ancora più presa sui voti del centro, quel 20% tanto conteso tra le forze politiche

Bergamo. Con l’adesione di Letizia Moratti a Forza Italia si rafforza anche la posizione del partito per la scelta del prossimo candidato elettorale in vista della tornata elettorale che coinvolgerà Bergamo nel 2024. E lo fa o lo farà grazie proprio alla scelta presa dall’ex vice presidente di Regione Lombardia che, dopo alcune settimane di dialogo aperto e intenso con i big azzurri, Antonio Tajani in testa e Alessandro Sorte subito dietro, ha deciso di tornare a casa. Prende così slancio a livello nazionale ma di riflesso anche su quello locale, la costruzione di un laboratorio politico che aspira al coinvolgimento di tutti coloro che si riconoscono nei valori del partito popolare europeo, sul solco di quanto indicato dal suo presidente Berlusconi. Per Forza Italia altro non è che un trampolino di lancio verso un ulteriore bacino elettorale, una possibilità politica in più per arrivare a sfiorare, così, la doppia cifra e pescare quel 20 per cento di civismo che tanto fa gola a destra e a sinistra.

Quello a cui ambiscono entrambe le coalizioni, anche e soprattutto quando si parla di Bergamo. Perché chi fa politica sul territorio lo sa bene che solo i simboli non bastano. Bergamo è una città moderata, che trova proprio in questa natura la sua massima espressione. Ecco perché, qualora fossero avvalorati i pensieri usciti dai tavoli nazionali e regionali della coalizione di centrodestra, quelli cioè di Fratelli d’Italia lontana dalla volontà di intestarsi la battaglia sul capoluogo puntando, di contro, a Pavia e a Cremona, la teoria per cui la chance maggiore sarebbe proprio quella del referente provinciale Valois. La Lega infatti, pur con un ruolo di prim’ordine nella partita, guarda soprattutto alla corsa ai comuni sopra i 15mila abitanti e, laddove andasse in porto la legge, anche alla presidenza della Provincia.

Forza Italia fa così uno scatto in avanti con i suoi quattro candidati: Alessandra Gallone, Carlo Saffioti, Gianfranco Ceci e Giorgio Jannone. E mentre l’ex vice sindaco dell’era Tentorio prepara anche una civica a sostegno della coalizione perché non si sa mai, e Jannone sembra quello ad avere meno velleità personali, la sfida a due potrebbe essere tra l’ex senatrice azzurra e l’ex vicepresidente del Consiglio regionale.

Profili e potenzialità differenti con da un lato una donna, con il tema di genere portato in palmo di mano, un incarico nazionale legato ai ministri Pichetto Fratin e Anna Maria Bernini, un corposo passato sui banchi del Consiglio Comunale di Bergamo in veste anche di assessore all’Istruzione, Università e Servizi per l’Infanzia, legata alla destra storica della città, con cui ha ancora ottimi rapporti, e una connotazione decisamente trasversale che aiuterebbe a pescare voti in tutto il tessuto sociale bergamasco, dall’alto al basso. Dall’all’altro un medico che ha fatto della politica la sua missione, grande conoscitore e amico del mondo della sanità, rappresentante perfetto del voto più strutturato.

Gallone la più temuta anche dal centrosinistra, a ragion veduta. Ma Saffioti non è da sottovalutare. 

I voti del centro, quelli espressione del civismo, rappresentano l’ago della bilancia. Da sempre. E lo sa bene anche lo stesso Giorgio Gori, sindaco al secondo mandato, che l’ha ricordato quest’estate nell’incontro del Pd dal titolo “Sindaci d’Italia” e domenica 8 ottobre in occasione del congresso provinciale, sottolineando come questa fetta di voti, pur con un partito nella sua forma più smagliante, sia veramente l’asse che sposta il risultato finale. Come a dire, senza quello non si vince. Un invito che il primo cittadino, proiettato in una candidatura ormai certa in Europa, ha lanciato ai suoi, dopo averli invitati all’unità nella scelta del candidato per le amministrative del 2024. Del resto la sua candidatura era proprio espressione di una lista civica, la lista Gori, che ad oggi racchiude ancora una buona fetta di elettorato moderato, certamente vicino al centrosinistra, ma non legato al simbolo.

E non è passata inosservata nemmeno la presenza, allo stesso congresso, non solo delle forze politiche che notoriamente appartengono alla coalizione, come Alleanza Verdi Sinistra Italiana o Europa Verde, ma anche di quelle che potrebbero avvicinarsi alla stretta della campagna elettorale. Musitelli in primis che ha accolto l’invito, come del resto ha fatto Italia Viva, inviando un suo emissario. Dalla base rassicurano dicendo che è uso comune aggiungere un posto a tavola ai commensali. Ma è chiaro che, alla vigilia di una partita così importante, anche le formalità hanno tutte un altro aspetto. In una partita in cui peseranno alleanze costruite anche sulla base della scelta del candidato. Sul fronte Dem il rosso e il nero della roulette sono sempre rappresentati dai due candidati politici del partito, Sergio Gandi e Elena Carnevali.

Con un borsino che racconta dell’attuale vice sindaco pronto a fare uno scatto in avanti rispetto all’ex deputata non solo per i temi noti già da qualche giorno, ovvero quella della continuità e del gradimento rispetto all’operato dell’amministrazione, ma anche perché più naturale sarebbe costruire una campagna elettorale congiunta tra la sua, per la carica di sindaco, e quella dell’uscente, pronto a volare a Bruxelles. Naturale anche per il percorso condiviso, per i dieci anni passati fianco a fianco, che altro non sono che la ragione per la quale la Giunta tira dalla sua parte. Quotazioni che parrebbero salire anche in virtù di una serie di placet arrivati dritti dritti dai big del partito che, così sembra, nulla avrebbero da obiettare se la questione fosse discussa nei termini di questa narrazione.

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