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Al teatro sociale

TEDxBergamo, si è chiusa con successo l’8ª edizione con il tema “Trame”

Altro successo per la 8° edizione che si è tenuta, domenica 8 ottobre 2023, al Teatro Sociale di Bergamo Alta. Otto talk, una performance artistica, una coppia di presentatori, un ospite e un grande protagonista a sorpresa: il pubblico

Bergamo. Si è conclusa con grande successo l’ottava edizione di TEDxBergamo che si è tenuta, domenica 8 ottobre, al Teatro Sociale di Bergamo.

Più di 630 ospiti in Teatro (sold out) e oltre 2.000 persone in streaming, migliaia le interazioni sui canali social condivise con l’hashtag TEDxBergamo che danno un quadro di una community attiva e numerosa. Trame, tutti siamo tessitori di storie, attraversiamo come una spola il telaio fitto e coinvolgente di ogni racconto, viviamo in relazione con noi stessi, con gli altri e con il mondo.
Le idee, le parole danzano come fili e si intersecano fino a creare un ordito perfetto. Così, oggi sul palco le storie hanno emozionato e il Teatro Sociale ha preso vita.

In apertura Giorgio Ghisalberti, responsabile e organizzatore di TEDxBergamo per il terzo anno, ha sottolineato la filosofia di TED ha introdotto il tema 2023 TRAME: il filo rosso che ha accomunato tutte le storie raccontate. Grande intesa e complicità per l’inedita coppia di conduttori composta da Herbert Bussini, bergamasco, graphic designer e counsellor, e Micaela Casalboni, bolognese, attrice e co-direttrice artistica della Compagnia Teatro dell’Argine: spesso presenti tra il pubblico, sono stati veri e propri traghettatori per gli spettatori che sono stati coinvolti fin dalle prime battute.

I due presentatori hanno fatto agire un pubblico non più passivo osservatore, dandogli la possibilità di sentirsi parte dello spettacolo. D’altronde Trame è anche questo, interconnessione tra persone, luoghi e sentimenti.

Un rumore, un fastidio, una rottura…il pubblico reagisce e lei inizia a raccontare la sua storia silenziosa, è Elisa Paganelli, musico-terapeuta e cantante.
“Il giorno in cui ho smesso di dire ‘Ho perso l’udito’ ed ho iniziato a dire ‘Io sono sorda’, è stato il giorno in cui ho accettato che il cambiamento mi trasforma. Così, in silenzio, in ascolto, ho trovato me stessa, perché la sordità non è qualcosa che ho, ma fa parte della mia identità: io sono sorda, così come sono cantante e musico-terapeuta, così come sono mamma”.

Un foglio bianco, una nuova storia da scrivere, nuove Trame da dipingere…

“Nel mio percorso artistico – racconta José Molina, artista spagnolo – “ho fondato uno spazio dove i giovani possono esplorare la loro creatività in un ambiente libero da giudizi e pressioni. Sono cinque i principi fondamentali: la liberazione del talento inibito attraverso la cultura dell’errore, l’importanza di mettere le emozioni al centro dell’espressione artistica, la nascita della creatività dall’interno, la consapevolezza del proprio corpo e l’approccio alla tecnica come strumento per esprimere emozioni anziché nasconderle”.

Una persona che vediamo per la prima volta è un po’ come se fosse una tela vuota. Ed è proprio l’essere umano al centro della performance scientifica del professor Giuseppe Remuzzi, medico e ricercatore bergamasco: primo ospite nella storia di TEDxBergamo. Con il suo intervento il professor Remuzzi ha arricchito le tante Trame raccontando come grazie ad una mutazione casuale di un particolare gene che codifica una proteina coinvolta nello sviluppo cerebrale fetale, i Sapiens si sono distinti dai Neahndertals, rendendo così possibile lo sviluppo delle nostre abilità cognitive, linguistiche e sociali, consentendo la comparsa di grandi artisti e scienziati.

Scienza e magia, pragmatismo e utopia, la trama si infittisce e i fili si avvolgono intorno ad un unico fuso magico; è quello della Filatrice di sogni, i trela performer Francesca Krnjak, in arte ParolaBianca, indaffarata a filare e cantare, danzare e creare, mentre le sue mani intrecciano gomitoli fatti di sogni, segreti, pensieri e parole da donare ai partecipanti. Un oracolo musicale, una presenza maestosa ma delicata che incanta e lascia tutti magicamente sospesi. Proprio come la Filatrice di Sogni intreccia il filo rosso, ciascuno di noi può contribuire alla trama condivisa dei nostri sogni.

Cosa c’è di più magico ed evocativo della terra vista dalla luna? Una notte diversa da ogni altra notte, con questa famosa citazione, Giorgio Taverniti, formatore SEO e Digital Marketing, condivide la sua riflessione sull’evoluzione di Internet. Taverniti invita i presenti a considerare a che punto sia la “notte” di ognuno di noi in questo mondo digitale, una “notte” che rappresenta non solo i dilemmi del mondo online, ma anche le opportunità per illuminare il cammino verso una connettività più empatica, riflessiva e autentica. La responsabilità personale diventa la chiave per aprire la porta a un nuovo giorno, in cui le relazioni umane online sono caratterizzate dalla comprensione, dal rispetto e dalla profondità.

Jacopo Pasotti

Storie di scoperte, ricerche, ricordi e di cambiamenti sono protagonisti del racconto di Jacopo Pasotti, giornalista e fotografo ambientale che documenta spedizioni scientifiche e reportage da tutto il mondo. In una delle sue tante escursioni Jacopo fotografa un ponte di ghiaccio e proprio in quel momento realizza che a breve quel magnifico ponte sarebbe scomparso. Il suo invito al pubblico è quello di documentare i cambiamenti della Natura che ci circonda: “Andate a vedere ed a fotografare un luogo a cui si è legati e ripromettetevi di andare a rivederlo dopo anni. Se lo avrete fotografato vi accorgerete del cambiamento che è avvenuto”.

Abbiamo parlato di Trame e dei suoi molteplici significati e ne abbiamo dato interpretazioni sempre positive, ma Tramare può avere un’accezione anche negativa; per abitudine assegniamo a certi concetti un valore, senza soffermarci a riflettere sul suo vero significato. È quello che ci invita a fare Maria Edgarda Marcucci, scrittrice e autrice, riguardo all’idea che abbiamo sul conflitto. “Se vi dicessi che questa concezione è sbagliata, addirittura dannosa, e che il conflitto è al contrario più che il problema, la soluzione? Lo ripeto, il conflitto è la soluzione, non il problema”.
Non esiste una forma di conflitto che non veda anche crearsi una forma di relazione tra le parti. Forse la soluzione migliore è agire quel conflitto e non reprimerlo, finché poi si trasforma.

Scelte e conflitti, vittorie e sconfitte, cadere e sapere rialzarsi percorrendo nuove strade; una storia di resilienza, determinazione e auto-scoperta è quella che ci racconta il nuotatore professionista Marco Orsi : “Quando pensate di essere su quel fondo, quando pensate che sia tutto finito, aspettate un attimo. Respirate e guardate dentro di voi e troverete quella piccola parte che avete nascosto quando eravate piccoli. Prendetela e usatela, perché quella piccola parte vi aiuterà a risalire da quel fondo e darvi quella possibilità in più”.
Quanto è difficile crescere e trovare una propria identità, una propria immagine nel mondo.

Una mamma scrive ai suoi figli e racconta la sua esperienza nell’essere cresciuta sentendosi una persona diversa in una famiglia di immigrati caraibici negli Stati Uniti. Due mondi, americano e caraibico, due realtà, due vite. Ma a quale appartengo io? La mamma-bambina trova conforto nella letteratura tedesca, che l’aiuta a definire i suoi valori e a comprendere il concetto di identità.
La mamma è Priscilla Layne, Direttrice Centro studi europei – Università della Carolina del Nord che ora incoraggia i suoi figli a leggere libri che esplorano la diversità e valorizzano le differenze.

Così tanti fili, così tante parole, così tanti sospiri e all’improvviso il silenzio più profondo: è la reazione del pubblico a una semplice domanda: “Hai più paura di vivere o hai più paura di morire?”, chiede la filosofa Laura Campanello. La paura di morire, la paura di parlare della morte, sottolinea la Campanello, si innesta sulla nostra paura di vivere, cioè di accettare che nella vita c’è anche il dolore, c’è anche la paura, ma è proprio lì che noi esseri umani possiamo diventare capaci di cura, possiamo diventare davvero degli esseri umani.

Appare la Filatrice di Sogni con la sua canzone fatta di soli suoni. I suoi gesti sono intrisi di poesia e prendono per mano il pubblico: abbiamo ascoltato tanto, sentito tanto, provato emozioni sconosciute, questo è il momento della riflessione.

“Anche quest’anno si spengono i riflettori di TEDxBergamo; Trame è stata un’edizione importante perché ci ha permesso di essere parte di Bergamo Brescia Capitale della Cultura” – spiega Giorgio Ghisalberti – “Anche noi di TEDxBergamo abbiamo dato il nostro contributo al ricco palinsesto di eventi che ha animato la nostra città e la nostra ‘sorella’ Brescia. Tutto questo è stato possibile grazie al grande team di volontari che ogni anno si impegna a fondo affinché l’evento possa rimanere nella mente e nel cuore delle persone che lo vivono e che lo animano. Organizzare un evento come questo richiede molta dedizione e anche molto tempo, risorsa non sempre facile da trovare. Li ringrazio ora più che mai, perché senza di loro e senza il loro entusiasmo tutto questo che abbiamo offerto a TEDxBergamo non sarebbe stato possibile”.

Quel filo rosso c’è davvero: tutti i talk di TEDxBergamo sono stati caratterizzati da una forte necessità di prendere le distanze per avere uno sguardo più obiettivo su noi stessi e il mondo che ci circonda. Perdere, non vincere; agire, non reagire; meglio un vero conflitto che una finta pace; moriamo un po’ per imparare a vivere; “immortaliamo il cambiamento” per riuscire a cambiare davvero qualcosa; accettiamo ciò che abbiamo perso per scoprire noi stessi; arte è riconoscersi liberi nell’errore.

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