Bergamo. E per un Tiraboschi che ringrazia e se ne va, c’è un centrodestra che si organizza. E lo fa sia sul territorio, dove continuano gli incontri per stilare il programma delle amministrative 2024, che a livello nazionale.
La coalizione del triumvirato locale targato Valois-Tremaglia-Sala se ne occupa e se ne preoccupa ogni giorno, con appuntamenti all’insegna della condivisone, ma da giovedì scorso c’è anche un occhio in più puntato sulla città, quello della direzionale. Come? Con il primo vertice nazionale.
Incontro in camera caritatis per Gasparri per Forza Italia, Lollobrigida e Donzelli per Fratelli d’Italia e Calderoli per la Lega. Sul tavolo, la tornata elettorale che vedrà protagonisti molti capoluoghi di provincia oltre che alcune Regioni. Il piatto è ricco e la volontà del centrodestra è di puntare all’all-in in Sardegna, Basilicata e Abruzzo, oltre che nelle grandi città.
Primi tentativi di sintesi, primi giochi a carte scoperte. Ed è un attimo che il discorso finisce anche su Bergamo: il tema della città, considerata roccaforte del centrosinistra, del resto i due mandati dell’amministrazione Gori parlano chiaro, è forte. Una chiacchierata per cominciare, seriamente, a scaldare i motori.
A incontro concluso, l’analisi sembra chiara, con una Lega concentrata sui comuni sopra i 15mila abitanti. D’altro canto è difficile chiedere di più al Carroccio che, se nel 2019 si gongolava del suo 34%, oggi deve fare i conti con una situazione diversa. Il tema è difendere, e bene, i confini dei territori già a marchio Lega, evitando l’arrivo dell’invasore.
A Fratelli d’Italia, primo partito del Paese, piacciono Pavia e Cremona. E per Bergamo non esclude l’interesse per qualche nome di Forza Italia. La mission del partito della Premier resta duplice: da un lato la volontà di consolidarsi, a suon di fiamma, anche nei centri già a marchio centrodestra e dall’altra quella di fare sacco di quelli legati al centrosinistra.
Ne esce un quadro in cui Fratelli d’Italia sembrerebbe così disposto ad aprire ad un campo largo, tenendosi sì stretti i suoi nomi, contenuti nel famoso pizzino arrivato proprio nei giorni precedenti all’incontro, ma aggiungendo un posto a tavola anche i quattro pretendenti azzurri: Alessandra Gallone, Carlo Saffioti, Gianfranco Ceci e Giorgio Jannone.
L’obiettivo resta quindi quello di correre per vincere, ovvio, pescando però il candidato migliore a prescindere dalla maglia di appartenenza. Una sorta di prestito senza diritto di riscatto che farebbe così risalire, e di molto, le quotazioni dei candidati azzurri.
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