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Le analisi

“Acqua potabile contaminata da Pfas, anche in Bergamasca”: Greenpeace presenta esposto in Procura

Secondo gli ambientalisti valori oltre i limiti in due paesi della Bassa. Uno è Mozzanica, l'altro Caravaggio. Il sindaco Bolandrini: "Criticità da noi mai rilevate. Disponibili ad intensificare i controlli"

“Undici campioni su 31, pari a circa il 35% del totale, rivelano la presenza di Pfas (composti poli- e perfluoroalchilici) nelle acque potabili di diversi comuni lombardi”. È quanto evidenzia il nuovo rapporto “Pfas e acque potabili in Lombardia, i campionamenti di Greenpeace Italia diffuso giovedì 5 ottobre dall’organizzazione ambientalista, in cui vengono resi pubblici gli esiti di un monitoraggio condotto in tutte le province lombarde.

Per quanto riguarda Bergamo, valori che superano il limite della Direttiva europea (oltre 100 ng/l) sono stati registrati a Caravaggio (132 ng/l) e Mozzanica (116 ng/l). “Nel dettaglio – osserva Greenpaeace – i due campioni provenivano da fontanelle in parchi giochi cittadini”.

Questo tipo di concentrazioni – secondo l’associazione ambientalista – richiedono un intervento immediato, come avvenuto per esempio lo scorso luglio a Montebello Vicentino (in provincia di Vicenza) dove la presenza di valori superiori a 100 nanogrammi per litro ha portato a sospendere per alcuni giorni l’erogazione dell’acqua potabile, al fine di evitare rischi.

“Garantiamo il massimo impegno e l’assoluta trasparenza per garantire la salute dei cittadini – replica il sindaco di Caravaggio, Claudio Bolandrini -. Riceviamo periodicamente le analisi del gestore idrico (Cogeide, ndr) e questo genere di criticità non sono mai state rilevate. Inoltre, anche il Comune svolge indagini aggiuntive per le scuole, ma non hanno mai evidenziato il problema. Siamo disponibili ad intensificare i controlli – conclude il primo cittadino – anche mirati, magari in collaborazione con Greenpeace e su indicazione della autorità competenti”. Abbiamo contattato anche il collega di Mozzanica, ma per ora non è stato fornito alcun commento.

Sempre in Bergamasca c’è il caso di Pontirolo Nuovo, dove le analisi hanno evidenziato concentrazioni pari a 12 nanogrammi litro, sempre in una fontanella ubicata in un parco giochi. Secondo Greenpeace, “è doveroso ricordare che, in base alle conoscenze scientifiche più recenti, i Pfas sono pericolosi per la salute anche a concentrazioni estremamente basse e inferiori a quelli fissati dalla Direttiva europea”.

Le analisi

Tra il 12 e il 18 maggio, Greenpeace ha raccolto 31 campioni di acqua potabile in dodici province della Lombardia, raccolti per la maggior parte da fontane pubbliche in parchi giochi o fuori dalle scuole elementari; “punti sensibili” considerato che i minori potenzialmente esposti alla contaminazione sono soggetti particolarmente a rischio.

Ma che cosa sono i Pfas? Sono un ampio gruppo di molecole di sintesi prodotte solo dalle attività umane, pericolose per la salute e associate a numerose patologie, anche gravi, tra cui alcune forme tumorali: anche per questo diversi Stati in Europa hanno deciso di chiederne la messa al bando. Dopo aver pubblicato a maggio 2023 la prima mappa della contaminazione da Pfas in Lombardia (costruita usando unicamente i dati consegnati dai gestori delle acque e dalle agenzie di tutela della salute lombarde), per questa nuova indagine Greenpeace ha analizzato un piccolo numero di campioni di acqua potabile per verificare se, nei luoghi in cui sono stati effettuati i prelievi, la contaminazione da Pfas fosse ancora in atto.

“Si segnala fin da subito – premette l’associazione – che il numero delle analisi svolte nel presente rapporto è ridotto e ‘a campione’: pertanto non si tratta di un’indagine capillare ed esaustiva come quella che dovrebbero mettere in atto gli enti pubblici preposti ai controlli. Tuttavia, sebbene i risultati delle analisi si riferiscano a un limitato numero di campioni e quindi necessitino di ulteriori conferme, in diversi casi sono state rilevate criticità in merito alla contaminazione da Pfas nell’area investigata e, nella maggior parte dei casi, le analisi di Greenpeace Italia sono perfettamente in linea con i dati forniti degli enti pubblici”.

“Per limitare i rischi sono necessarie campagne di monitoraggio capillari e periodiche, basate sulla trasparenza e la condivisione dei dati con la cittadinanza, e interventi concreti per tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini. A nostro avviso, in molti casi le istituzioni lombarde preposte sono manchevoli – commenta Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia -. Per questo abbiamo presentato una serie di esposti presso le Procure competenti”. Compresa quella di Bergamo.

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