Bergamo. Riceviamo e pubblichiamo un appello lanciato da ANPI Bergamo Città, ANED Bergamo e ANPI Comitato Provinciale di Bergamo in merito ai recenti sviluppi per la riqualificazione dell’ex carcere di Sant’Agata. Aderiscono tante associazioni e realtà del territorio: l’obiettivo è chiedere “al sindaco Giorgio Gori e alla giunta di riaprire il confronto con la Soprintendenza che aveva indicato nel primo piano quello da salvaguardare, congelando la parte del progetto relativa al secondo piano”. I firmatari chiedono di salvaguardarlo perché “conserva ancora intatte le celle del carcere attivo fino al 1978, che ha svolto un ruolo importante nella storia della città, della Resistenza al nazifascismo e delle deportazioni”.
Il Consiglio Comunale di Bergamo ha approvato lunedì 25 settembre l’aggiornamento dell’accordo di valorizzazione compendio immobiliare denominato “ex carcere di Sant’Agata” in Città Alta, che prevede un intervento strutturato e differenti destinazioni d’uso dell’edificio. Una parte rilevante dell’intervento è destinata alla realizzazione di mini-appartamenti destinati all’housing sociale, obiettivo quanto mai condivisibile per ridare popolazione a un quartiere che si sta spegnendo a vantaggio del turismo mordi e fuggi.
Sono previsti mini-appartamenti anche al secondo piano dell’edificio, l’unico che conserva ancora intatte le celle del carcere attivo fino al 1978, che ha svolto un ruolo importante nella storia della città, della Resistenza al nazifascismo e delle deportazioni.
Quelle celle verrebbero distrutte e al primo piano, già trasformato pesantemente, verrebbe creato un museo del carcere.
Il carcere di Sant’Agata tra il 1943 e il 1945 è stato anche luogo di detenzione delle vittime del regime fascista e nazista. L’ISREC di Bergamo ha realizzato in quei locali la mostra “Se quei muri potessero parlare” che ha permesso a moltissime persone di conoscere la geografia locale del regime nazi-fascista a Bergamo e nell’ex carcere.
“Crocevia di storie, Sant’Agata obbliga a ritornare sugli ultimi venti mesi della Seconda guerra mondiale nella prospettiva di chi ha subito la violenza nazifascista” riprendendo l’appello di ISREC del 19 aprile 2023, firmato da molte associazioni, donne e uomini della Bergamo antifascista.
Non ha senso, a nostro avviso, creare un museo artificiale, distruggendo quanto di originale ancora esiste.
I luoghi della Resistenza e della Deportazione sono santuari laici che permettono la trasmissione delle storie e della Storia e custodiscono, con esse, i principi di libertà e di democrazia che è necessario tramandare alle generazioni più giovani. Proprio loro che non possono e non potranno godere del privilegio di ascoltare i testimoni diretti, ora si vedono anche privati della possibilità di visitare e conoscere uno dei pochi luoghi della città che ha conservato l’aspetto originale di quegli anni.
Per questo motivo i firmatari esprimono la propria contrarietà rispetto alla destinazione d’uso del secondo piano del carcere di Sant’Agata. Chiediamo al sindaco Giorgio Gori e alla giunta di riaprire il confronto con la Soprintendenza che aveva indicato nel primo piano quello da salvaguardare, congelando la parte del progetto relativa al secondo piano.
ANPI Bergamo Città, ANED Bergamo e ANPI Comitato Provinciale di Bergamo
Aderiscono:
Progetto Adriana
Non una di meno Bergamo
Comitato BergamoBeneComune
Ape Bergamo
Associazione culturale gruppo PANE E GUERRA
Libertà e Giustizia Bergamo
Immaginare Orlando (Bergamo)
Fondazione Serughetti La Porta ETS
Letizia Maulà (musicista professionista)
Alessandra Mazzoleni
Sem Galimberti e Valeria Rossi
Anna Pievani e Giuseppe Signorelli
Daniela Lanfranchi
Enea Guarinoni
Angelo Bombardieri
Ombretta Cosentino (professoressa)
Angela Schiavo (professoressa)
Daniela Amati
commenta