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L'intervista

Antinfluenzale, la road map dei medici di base: “Ecco come comportarsi”

Il dottor Ivan Carrara, segretario generale della Federazione italiana medici di famiglia (Fimmg) - Bergamo, traccia il punto della situazione

Da mercoledì 4 ottobre i medici di medicina generale potranno effettuare le richieste dei vaccini contro l’influenza e l’arrivo delle prime dosi è atteso per il 9-10 ottobre. Sono queste le date ufficiali che segnano l’inizio del coinvolgimento esteso, sul territorio, dei camici bianchi nella campagna vaccinale antinfluenzale 2023/2024.

A illustrarle è il dottor Ivan Carrara, segretario generale della Federazione italiana medici di famiglia (Fimmg) – Bergamo: lo abbiamo intervistato per saperne di più.

Ci sono novità sulla campagna vaccinale antinfluenzale?

Da mercoledì 4 ottobre i medici di medicina generale potranno effettuare le richieste dei vaccini contro l’influenza e l’arrivo delle prime dosi è atteso per il 9-10 ottobre. Queste due sono le date ufficiali che segnano l’inizio del coinvolgimento, esteso, sul territorio, dei camici bianchi nella campagna vaccinale antinfluenzale. I medici di medicina generale stanno cominciando a intercettare i pazienti per organizzare le somministrazioni a partire da quelli appartenenti alle categorie a rischio, ossia anziani e fragili, per i quali il vaccino è particolarmente raccomandato. Molti vengono informati quando si recano in ambulatorio per altri motivi, mentre altri vengono – e verranno – contattati telefonicamente.

Chi volesse chiedere il vaccino al proprio medico quando può farlo?

Il consiglio è quello di contattare il proprio medico indicativamente da metà ottobre, in modo che possa gestire tutto al meglio. Alcune amministrazioni comunali, inoltre, attraverso i propri canali e i social istituzionali danno informazioni e sensibilizzano i cittadini sull’avvio della campagna antinfluenzale e mettono a disposizione spazi dove vengono eseguite sedute massive di vaccinazione, di solito nel week-end, in modo da raggiungere il più ampio numero di persone e assicurare la massima comodità anche a chi lavora. Possono durare tutto il giorno e vengono fissati appuntamenti in modo da evitare che si formino file troppo lunghe. L’anno scorso a Sotto il Monte, il paese dove si trova il mio ambulatorio, per esempio, assieme agli altri miei colleghi, in una giornata abbiamo vaccinato 200 pazienti.

Qual è il periodo in cui è meglio vaccinarsi?

Nei mesi di ottobre o novembre e la protezione dura fino all’inizio della prossima primavera, coprendo tutta la stagione invernale. In genere il picco dell’influenza arriva a gennaio e successivamente l’andamento dei contagi tende a scendere. Anche per chi si rivolgesse al medico in ritardo rispetto a questa tempistica la vaccinazione resta una buona pratica: se qualcuno, per esempio, chiedesse di ricevere il vaccino a dicembre beneficerebbe della copertura da quel momento alla fine dell’inverno.

Alcune persone dicono di aver preso l’influenza dopo essersi vaccinate. È possibile?

Una volta effettuato il vaccino, il lasso di tempo che intercorre dalla vaccinazione alla produzione degli anticorpi spazia fra un paio di giorni e i 15 giorni. Potrebbe essere, quindi, che l’abbiano contratta in precedenza. Spesso, però, succede che queste persone hanno preso altri virus, ma non la vera influenza: nel periodo autunnale/invernale, infatti, si diffondono anche altre forme virali come riniti, raffreddori e bronchiti.

Quali sono i sintomi dell’influenza?

Quelli che contraddistinguono l’influenza sono forti dolori muscolari e febbre molto alta. Assomigliano a quelli del Covid-19 e per essere sicuri che non si tratti di quest’ultimo bisogna effettuare il tampone e prestare attenzione a ridurre i rischi di contagio degli altri, specialmente se si è a contatto con anziani e fragili che possono svilupparlo in forma severa.

Ma i termini di sintomi ci sono differenze fra l’influenza e il Covid?

In genere l’influenza comporta febbre alta che persiste per diversi giorni, mentre nei casi di Covid-19 che stiamo vedendo attualmente la febbre ha una durata più limitata nel tempo e tende a scendere al massimo nell’arco di un paio di giornate.

Cosa consiglia di fare in caso di influenza?

Nei primi 2-3 giorni il consiglio è quello di prendere antinfiammatori come terapia sintomatica, idratarsi spesso e mangiare leggero. Inoltre, è utile consumare più frutta e verdura, che contengono vitamine e sali minerali. Nel caso persistesse la tosse, inoltre, può servire un mucolitico o un sedativo specifico: rivolgendosi al medico di famiglia si riceveranno le indicazioni in base alle proprie necessità. Qualora vi fosse un’infezione batterica, per esempio, potrebbe ricorrere a un antibiotico. Indicativamente l’influenza richiede 5-7 giorni di riposo, anche stando a letto: non va sottovalutato il rischio di complicanze come polmoniti e ricoveri, in modo particolare per i pazienti più fragili.

Ivan Carrara

Per concludere, un’altra vaccinazione è quella contro il pneumococco.

Questa vaccinazione si può effettuare insieme all’antinfluenzale. In passato prevedeva la somministrazione di richiami dopo la prima dose, mentre dal 2017 la modalità è cambiata. Il vaccino anti-pneumococco viene proposto ed eseguito alle persone che nell’anno di riferimento della campagna compiono 65 anni – anche se non hanno condizioni di rischio particolari. Si effettua una volta soltanto e non viene ripetuto più per tutta la vita. Essendo nel 2023, quindi, è rivolto alla classe del ’58. Oltre a loro è indicato per chi soffre di patologie a rischio di infezioni polmonari come asma, bronchite cronica o alcune forme di tumore e per i pazienti diabetici.

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