• Abbonati
L'intervento

Uomini e donne per l’Europa

Bergamo ha espresso persone che avevano un insieme di competenze ed esperienze che ben si adattavano al progetto europeo. Ne ricordo tre di uomini e donne per l'Europa: Filippo Pandolfi, Giovanni Giavazzi e Pia Locatelli

Uomini e donne per l’Europa. È vero: i contenuti delle politiche europee sono importantissimi, ma chi sarà scelto nelle prossime elezioni a trasformare buone idee in piani di azione forse lo è ancora di più.

Partiamo dalle buone idee. Mi ha colpito in questi giorni nel ricordo di Giorgio Napolitano la definizione di statista europeo, rappresentante di quella borghesia illuminata che è approdata a concepire l’Europa come unica patria politica, dove far atterrare quella capacità di solidarietà sociale che il comunismo ha tradito ovunque si sia manifestato.

Il percorso accidentato del presidente Napolitano nel partito comunista dal dopoguerra, con errori di valutazione come quello sull’invasione russa dell’Ungheria del 1956 , si è inserito nella via tracciata da uomini della sinistra come Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Antonio Giolitti che costruirono la cornice ideale per noi italiani europeisti.
In questa scia si sono inseriti ex presidenti del consiglio: Romano Prodi, Mario Monti, Enrico Letta e Mario Draghi. Il primo ha realizzato il cosiddetto “allargamento”, cioè l’inclusione dei paesi dell’Europa dell’Est, ai tempi dominati dall’Unione Sovietica. Allargamento pieno di insidie, ma pensiamo all’Europa oggi con una guerra come quella dell’Ucraina senza quella scelta . Al secondo, quando era commissario europeo, dobbiamo le politiche sulla concorrenza che hanno tenuto l’Europa salda sui principi di mercato, attenta ai consumatori, elemento base della democrazia economica. A Letta, rigettato dal PD, è stato dato recentemente l’incarico di redigere un rapporto sullo stato del mercato unico europeo guardando al futuro. A Mario Draghi è stato affidato il compito di preparare il rapporto sulla competitività dell’Unione Europea , ad un anno dalla incredibile scelta del Parlamento italiano di sfiduciarlo.

Quindi i nostri uomini migliori sono valorizzati più a Bruxelles che a Roma, dimostrando il provincialismo della politica italiana. Tendenza che temo vedremo anche per le prossime elezioni europee, quando nelle liste troveremo candidati “da sistemare” con uno stipendio, vuoi perché non eletti nell’ultimo giro elettorale, perché alla fine di un mandato amministrativo, perché della corrente avversa del partito e così non danno fastidio, perché ex sindacalisti che possono organizzare consenso nelle preferenze. Personaggi che poi scompaiono nelle cronache delle idee e delle azioni europee per apparire in contesti diversi, quelli della politica nazionale e ahimè recentemente in qualche cronaca di tangenti. Qualcuno scompare del tutto.

Bergamo ha espresso persone che avevano un insieme di competenze ed esperienze che ben si adattavano al progetto europeo. Ne ricordo tre: Filippo Pandolfi, Giovanni Giavazzi e Pia Locatelli.

pia locatelli

Parto da Pia Locatelli che incontrai a Bruxelles quando mi occupavo di Europa per Confindustria. Ricordo come seguiva i dossier e come si districava bene nel comunicare in inglese: quest’ultima caratteristica vergognosamente rara nei nostri parlamentari.

giovanni giavazzi

Giovanni Giavazzi, deputato delle prime due legislature, 1979 e 1984, nel parlamento europeo, partecipò attivamente alla costruzione di quella istituzione, giocando un ruolo anche come vice presidente del Partito Popolare Europeo che progressivamente si avvicinò all’idea di Europa.

filippo maria pandolfi

Ma è soprattutto a Filippo Pandolfi che mi piace rivolgere lo sguardo nella ricerca dei candidati ideali. Il più importante politico bergamasco dell’ultimo secolo si affacciò alla Commissione Delors, dal 1989 al 1993, dopo 14 anni ininterrotti di incarichi di governo. Una competenza indiscussa nei temi dell’economia e della ricerca. Una cultura classica, assolutamente europea, una padronanza delle lingue che gli permetteva di sedersi a qualsiasi tavolo con grande autorevolezza in una Commissione non inquinata dagli odierni nazionalismi e che ci aiutava a crescere. Ricordo di aver fatto visita a Bruxelles con una delegazione di giovani imprenditori di Confindustria, orgoglioso di condividere il luogo di nascita con una persona così grande. Orgoglio italiano che mi piacerebbe rianimare con gli uomini e le donne che rappresenteranno l’Italia in Europa nel 2024.

Uomini e donne per l’Europa.

* Andrea Moltrasio, Industriale, già presidente di Confindustria Bergamo e del Consiglio di Sorveglianza di Ubi Banca

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI