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Bergamo

Secco Suardo, la nuova sede divide il Consiglio Comunale

La delibera apre lo scenario sulla mancanza di aule nelle scuole cittadine. Lega e Fratelli d'Italia insistono sul consumo di suolo su un'area libera. E APF punge la Provincia

Bergamo. Scontro in aula sulla costruzione di un nuovo edificio a favore del Secco Suardo. La realizzazione del polo scolastico di via Europa, secondo l’istanza richiesta dalla Provincia di Bergamo, all’interno del progetto di Porta Sud e con un finanziamento derivante dal PNRR, infiamma il consiglio comunale di Bergamo, con posizione divergenti anche all’interno della maggioranza e veti da parte della minoranza. No secco di Fratelli d’Italia, no della Lega e astensione per Forza Italia, con Gianfranco Ceci che riflette comunque sul valore e sull’utilità dell’iniziativa.

Dieci astenuti, tre contrari e diciassette favorevoli. Questo il risultato del voto al suono della campanella.

A introdurre la delibera l’assessore alla Riqualificazione Francesco Valesini: “Proponiamo e votiamo la realizzazione di un nuovo edificio scolastico, precisamente quello di una scuola superiore, con 10 aule a favore del Secco Suardo, oggi ospitato alla scuola Mazzi. Un’iniziativa che andrà a realizzarsi dentro l’ambito di trasformazione di Porta Sud, nell’ambito di rigenerazione urbana. Il lotto interessato è uno di completamento, libero, che prevede 2200 metri quadrati di superficie, con una dotazione di 18 parcheggi. Questo progetto non va inteso come un’anticipazione o un avvio di un progetto di natura urbanistica, ma nasce dalla necessità di trovare aule, visto il numero crescente di studenti”.

“L’intervento è finanziato dal PNRR per un importo pari 3,5 milioni di euro. Per via Europa ci troviamo all’interno di un piano di trasformazione, quindi di una nuova costruzione. Un edificio con una funzione pubblica dunque, che mira a risolvere i problemi degli istituti che vertono in una situazione critica, con situazioni promiscue e ibride. Ad oggi la Provincia spende oltre 238mila euro per garantirsi e sostenere i costi di 14 aule, di proprietà, 52 in convenzione con il Comune e 49 di altre proprietà. Per un totale di 115. Ecco, l’intervento serve per dare risposta a queste criticità”.

E a lanciare un messaggio preciso, alla Provincia, è Oriana Ruzzini (APF): “Nessuno vuole fare l’integralista del consumo di suolo, ma ciò che chiediamo è che la provincia anziché approcciare il tema scuola in questo modo ristrutturi, rinnovi, ampli le scuole esistenti perché hanno tutte bisogno di riqualificazione e rinnovamento. Poi attendiamo un confronto sul tema campus scolastico, se sia utile per i ragazzi e per la città essere concentrati in un’area o contribuire a far vivere la città nel suo insieme. Quella che si sta progettando non è una scuola, sono aule di interscambio dove tuttavia i ragazzi poi trascorrono anni, senza una palestra, una biblioteca o un’aula studi.  Abbiamo bisogno di un approccio più lungimirante da parte della nostra provincia, sia riguardo la scuola che sul consumo di suolo”.

“Una maggioranza che procede in ordine sparso – sottolinea Gianfranco Ceci, Forza Italia -. Si tratta di un edificio in cui manca la palestra, ha solo aule. E’ un progetto scollegato, che poco ha a che fare con quello di Porta Sud. A mio parere si tratta di un iter frettoloso, oltre che di consumo di suolo, principio sostenuto largamente dalla maggioranza, su area libera che, dal mio punto di vista, rappresenta un motivo di perplessità. D’altro canto è pur sempre un edificio pubblico, per il quale è previsto un finanziamento ed è una scuola”.

La Lega boccia il progetto e Romina Russo, Pd, replica: “Smentire quello che i vostri colleghi della Lega, in Provincia, hanno votato a favore nel Pop, a bilancio nel 2022, con un sì all’unanimità. Questo progetto rappresenta lo sforzo enorme che la Provincia fa per andare incontro alle esigenze degli istituti scolastici della città. Il Secco Suardo ha una succursale di 10 aule nella scuola Mazzi che, a breve, sarà oggetto di riqualificazione. Da qui la richiesta. Questo intervento, finanziato dal PNRR, contrasta la povertà educativa. Il nuovo edificio sarà realizzato secondo le più moderne esigenze di progettazione, imposte dalle linee guide della scuola del futuro. Moderno, flessibile, che dialoga con il territorio e mette in prima il diritto allo studio”.

Il nuovo piano cimiteriale

Approvato all’unanimità il nuovo piano cimiteriale che prevede un nuovo ingresso, di servizio e una serie di migliorie da apportare al campo santo della città.

Ad illustrare la delibera sul cimitero, l’assessore competente Giacomo Angeloni, che ha così introdotto la discussione: “Questa delibera pensa ad un nuovo ingresso, di servizio, sul lato nord, in via Serassi, per facilitare l’accesso al cimitero da parte di chi utilizza il servizio della TEB, porre le basi per progettare e la riqualificazione delle catacombe storiche, al fine di ampliare la possibilità di realizzare spazi adatti ad ospitare nuovi cinerari riqualificando le aree monumentali, in particolare delle catacombe. Il tutto oltre a valutare in quali aree sia possibile edificare nuove cappelle di famiglia e o sepolture di pregio e nuove edicole cinerarie, programmare un’eventuale espansione del forno crematorio con ingresso carrabile indipendente, arrivando a quattro, per via del passaggio da 2300 a 9000 cremazioni, individuare l’area per la realizzazione di una compostatrice di comunità per i rifiuti organici e sostenere e promuovere l’enorme patrimonio arboreo, forestale inserendo nel piano una mappatura delle alberature in collaborazione con il Servizio Opere del Verde”. Sul tema del verde l’intervento dell’assessore al Verde Marzia Marchesi: “Si tratta del secondo parco più grande dopo la Trucca, 1174 sono gli, 157 cespugli e 1195 metri lineari di siepe e 46.320 metri quadrati di superficie a prato”.

L’ex carcere di Sant’Agata

Un accordo, accompagnato da un programma di valorizzazione, dedicato all’ex carcere di sant’Agata. Ancora l’assessore Valesini chiamato a spiegare la delibera: “L’accordo del 2012 metteva insieme il carcere insieme all’ex convento del Carmine. Destinato, in origine, a diventare un hotel di lusso, ora, invece, avrà una vocazione tutta rivolta all’housing sociale. L’aggiornamento dell’accordo risale al 2017, nel quale si prevedevano scenari differenti, tra i quali la possibilità che Cooperativa e Circolino rimanessero ad appannaggio dell’ex carcere, con la restante parte destinato al Conservatorio o adibita a funzioni socio ricreativo, oppure, ancora, ad ostello. L’accordo di valorizzazione prevede un sostanziale monitoraggio che ha portato ad evidenziare come il conservatorio ha puntato su altre sedi, mentre l’ex carcere è stato candidato, nel 2020, al progetto Pinqua.

Si tratta dell’ultima proprietà comunale di una certa dimensione non ancora trasformata che prevede la messa a terra di un progetto di housing che si accompagna al mantenimento di spazi culturali e al museo del carcere per salvaguardare il valore di testimonianza. Il bando ha avuto esito positivo, con il percepimento di 8milioni e 800mila euro dal parte del Pnrr. Il progetto definitivo del carcere di Sant’Agata prevede 15 appartamenti, per lo più monolocali, con canone agevolato e rivolti all’housing sociale, con una particolare attenzione a giovani e coppie. Trova così epilogo il conferimento avvenuto undici anni fa sotto l’egida dell’amministrazione Tentorio, con l’approvazione di un intervento volto alla rinascita di uno degli edifici simbolo di Città Alta”.
Nonostante il voto favorevole da parte della maggioranza e della minoranza, Lega e Fratelli d’Italia, la polemica si accende sul finale dopo l’intervento di Gianfranco Ceci, Forza Italia, al quale segue la risposta dell’assessore Valesini e la chiusa finale del sindaco Gori che mette il punto alla querelle relativa all’attribuzione dei meriti sull’opera.
“Siamo qui sa portare avanti il  senso della continuità amministrativa – così il sindaco Giorgio Gori –. E senza dover dire male di nessuno, è giusto sottolineare come l’attuale amministrazione abbia ribaltato, da capo a piedi, un accordo di programma. Abbiamo riportato la cooperativa esattamente dove era, a Sant’Agata. Quindi, massimo rispetto per chi è venuto prima di noi, ma quell’accordo di valorizzazione non era sostenibile. Oggi lo è anche grazie a delle situazioni favorevoli che si sono venute a creare, derivanti, ad esempio, dal PNRR”.

 

 

 
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