Bergamo. Un Pd combattuto. Tra le anime del suo partito, in un momento in cui, ora più che mai, le appartenenze alle mozioni Bonaccini e Schlein si fanno sentire. Con buona pace di chi, probabilmente, a mandato finito, si chiama fuori e di chi, al contrario, si troverà a dimostrare di essere in grado di gestire una bella gatta da pelare.
La campana che suona non sembra essere proprio quella della domenica del villaggio, o almeno non ancora, perché se la tanto decantata “stagione dei congressi” è dietro l’angolo, la sintesi politica ancora non si vede all’orizzonte. Domenica 1 ottobre i sette circoli cittadini saranno chiamati a votare i loro nuovi rappresentanti, mentre l’8 sarà la volta del provinciale, con le consacrazioni ufficiali dei nuovi segretari: gli unti, con tutti i sacri crismi, saranno Alessandro de Bernardis, chiamato a rappresentare la città, e Gabriele Giudici, voce dei territori.
Ma non è mica finita qui. La seconda domenica del mese sarà infatti anche l’overture di una serie di discussioni che dovrebbero accompagnare il partito a sciogliere le riserve e a fare sintesi politica tra le candidature di Elena Carnevali e Sergio Gandi, i due papabili alla corsa a Palazzo Frizzoni nella sfida delle amministrative 2024.
Abbandonata ogni ricerca del papa straniero, il partito si concentra su una donna, ex parlamentare e assessore ai Servizi Sociali, e un uomo, da quasi dieci anni vice sindaco del capoluogo oltre che assessore con una sfilza di deleghe.
Una poltrona per due. Con una decisione che pare lontana. Una visione astigmatica. Al punto tale da far avanzare, all’area Schlein la proposta delle primarie interne al partito. Una possibilità contemplata dallo statuto Dem e sulla quale la stessa segretaria nazionale pare stia puntando moltissimo proprio quando insiste sul tema della metamorfosi che vedrà protagonista il partito.
Schlein spinge infatti sull’acceleratore della partecipazione, dell’apertura all’esterno, del consenso e del voto popolare e lo fa, evidentemente, sulla scorta della natura della sua stessa elezione, costruita sull’onda popolare. Uscita sconfitta dalle primarie interne al partito, che avevano dato ragione a Bonaccini, l’ha spuntata grazie proprio al volere della gente.
La stessa a cui ora l’area cittadina che più la rappresenta in città, guarda con interesse al metodo “della conta” per uscire dall’impasse. Una chiamata alle armi per arrivare, democraticamente, ad una fumata bianca? Un moto di stizza per lo scatto in avanti fatto dalla Giunta che non ha rispettato l’accordo di discutere della questione ai congressi? La volontà politica, da parte dell’area Schlein, di mettere il cappello alla candidatura di Carnevali nonostante lei fosse, come Gandi, per Bonaccini?
L’obiettivo, ad ascoltare gli addetti ai lavori, sembra un altro, quello cioè di arrivare ad una scelta, il prima possibile, attraverso il dialogo. Ma non è detto che la storia possa avere una happy ending.
Difficile un passo indietro da parte di uno dei due pretendenti, se non fosse altro per la preferenza espressa dagli attuali amministratori e per quella, discordante, dell’anima più istituzionale del partito e di una buona fetta dei simpatizzanti dell’area Schlein della città che tifa per Carnevali.
Bisognerà capire se a prevalere sarà la logica interna a Palazzo Frizzoni, e dunque una linea di continuità rispetto a questi due mandati, o l’espressione di una base più larga. Oltre alle posizioni delle altre forze di coalizione.
I nodi, prima o poi, dovevano venire al pettine. Ora si gioca a carte scoperte. Ciascuno con i suoi assi nella manica.
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