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Tribunale

Molestie telefoniche all’anziana zia: “Dammi i soldi, avida”. Finisce davanti al giudice

Per l'imputata, 59 anni, la parente si sarebbe appropriata di parte dell'eredità lasciata dalla nonna, così l'avrebbe tormentata per mesi con squilli e messaggi a tutte le ore

Azzano San Paolo. Squilli al telefono fisso ad ogni ora del giorno e della notte. Ogni tanto una risposta, sempre dello stesso tono: “Avida”, “Maga Circe”, “Ladra”, “Dammi i soldi”. E poi messaggi su Whatsapp con continue richieste di denaro.

Vittima delle molestie telefoniche T.L., classe 1939, residente ad Azzano San Paolo. Dall’altro capo del telefono la nipote, C.L., 59 anni, residente a Seriate, figlia del fratello di lei.

Tutto nasce da una presunta questione di soldi. Secondo l’imputata l’anziana zia avrebbe sottratto del denaro dall’eredità lasciata dalla nonna, morta nel 2015 a 103 anni. T.L. l’aveva tenuta in casa con sé per accudirla per ben 20 anni.

La nipote nel 2020 aveva fatto recapitare alla zia una lettera dell’avvocato con la richiesta di 30mila euro, somma che secondo lei l’84enne aveva trattenuto. La signora ha fatto rispondere al suo di avvocato, comunicando che nulla era dovuto perché nulla era stato preso. La nipote non poi proseguito con azioni civili per il recupero del denaro.

Ieri la presunta vittima, difesa dall’avvocato Cristina Pizzocaro, è stata sentita in tribunale nel corso del processo che vede la nipote imputata. “Gli squilli sul telefono fisso sono iniziati nell’ottobre 2020, arrivavano a tutte le ore, anche tre o quattro volte al giorno. Così ho iniziato a staccare il telefono di notte. Poi il 18 ottobre ho sporto denuncia ai carabinieri ed ho scoperto che si trattava di mia nipote”, ha dichiarato la vittima, che ha preso meticolosamente appunti rispetto alla data e all’orario di ogni telefonata ricevuta.

Le molestie sono proseguite fino al luglio 2021, quando l’anziana ha deciso di dismettere la linea fissa per non essere più disturbata. Ha anche cambiato il numero di cellulare per evitare di ricevere messaggi. Nello stesso periodo i carabinieri hanno convocato C.L. in caserma, le hanno mostrano i tabulati telefonici, lei ha negato di essere l’autrice delle chiamate ed ha querelato a sua volta la zia per calunnia, ma il procedimento è già stato archiviato.

La questione è finita davanti al giudice e la prossima udienza è fissata per il 6 dicembre.

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