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L'annuncio

Da Hera 8 nuove colonnine di ricarica per auto elettriche nei quartieri di Bergamo video

Saranno operative in un’area compresa tra Longuelo, Loreto, S. Lucia e S. Paolo: complessivamente in città si andrà così oltre quota 100

Bergamo. Entro fine anno la città di Bergamo sarà dotata di 32 nuove colonnine per la ricarica di auto elettriche. Salirà così a 99, momentaneamente, il totale dei distributori (ognuno dei quali dotato di due postazioni) di energia, sparsi per le vie e i quartieri del capoluogo. Se ad essi si somma poi la quindicina di colonnine presenti in parcheggi sotterranei o in struttura, quota 100 è ampiamente superata.

Delle 32 nuove colonnine in arrivo, le otto a marchio Hera (multiutility bolognese che ha chiuso il 2022 con ricavi per 20 miliardi, mettendo in evidenza un Mol vicino ad 1,3 miliardi) saranno operative in un’area che interessa i quartieri di Longuelo, Loreto, S. Lucia e S. Paolo.

L’annuncio della loro imminente attivazione (due entro ottobre e le altre sei entro novembre) è stato dato da Carlo Ferri, responsabile Progetti di innovazione commerciale di HeraComm, durante il Talk su ‘L’energia che ci unisce’, organizzato nel tardo pomeriggio di lunedì 18, nella cornice della tredicesima edizione de ‘I Maestri del Paesaggio’, in Città alta.

“Come richiesto dal bando comunale – ha spiegato Ferri – anche le nostre colonnine saranno di tre diverse tipologie. Quattro saranno Quick (vale a dire 22 kWh erogabili, a fronte di circa tre ore necessarie per la ricarica), due Fast (50 kWh, un’ora di ricarica) e due Ultrafast (60 kWh, mezz’ora per la ricarica)”.

Le quattro Quick si trovano: all’altezza del civico 11 di via S. Lucia, del civico 3 di via Albricci, del civico 4 di via XXIV Maggio e del civico 16 di via Legionari di Polonia. Le due di tipo Fast sono state installate in via Grataroli e all’altezza del numero 6 di via Nullo. Le ultime due colonnine, le Ultrafast, sono posizionate in prossimità del civico 6 di via G.Brembilla (zona Polaresco) e del 92 di via Broseta.

A fronte di un investimento aggiratosi sui 300mila euro, la multiutility bolognese offrirà così agli automobilisti bergamaschi, già ‘convertiti’ all’elettrico, otto nuove fonti di approvvigionamento; che si aggiungeranno alle 24 colonnine che saranno gestite (a gruppi di otto) dalle altre tre società (A2A E-Mobility, Be Charge e Ressolar) aggiudicatarie dei restanti tre lotti.

Dopo una breve presentazione del Gruppo Hera, di Blue Meta (operativa dal 2003 in qualità di società di vendita dei prodotti energetici del Gruppo Ascopiave in Bergamasca) e di EstEnergy (realtà del Gruppo bolognese, presente in Lombardia con una sessantina di sportelli oltre che del brand Blue Meta), Ferri ha evidenziato quanto il gruppo Hera sia impegnato sia nel perseguimento degli obiettivi indicati nell’Agenda Onu (tra cui la carbon neutrality) sia di quelli comunitari (tra cui il Fit for 55, il Piano UE nato per contrastare il cambiamento climatico puntando alla riduzione delle emissioni di gas serra), lavorando nell’ambito delle diverse forme di mobilità sostenibile.

Non da solo, ma sempre cercando di coinvolgere, informando e poi promuovendo idonee iniziative, le coscienze delle persone che abitano i territori in cui Gruppo Hera è presente: “Non si può pensare, infatti, di giocare da soli una partita così importante” sentenzia Ferri.

“Se, per quanto concerne gli spostamenti privati – monopattini, bici oppure auto in carsharing – la mobilità elettrica è una strada obbligata – ragiona il manager – è anche vero che essa è avanti decenni rispetto ad altre tecnologie. E anche se l’elettrico non può essere la soluzione per tutte le tipologie di trasporto, senz’altro rappresenta un processo difficilmente reversibile”.

Quindi, secondo il responsabile Progetti di Innovazione commerciale di HeraComm, “ciò che manca in Italia è una chiara direzione, anche politica, verso questo tipo di alimentazione. In altri Paesi europei, penso all’Olanda, alla Norvegia e più in generale a quelli del Nord continentale, l’uso delle auto elettriche si è ampiamente diffuso, grazie ad importanti Piani di incentivazione”.

Fors’anche è questo il motivo per cui “le auto plug-in (dotate cioè di dispositivi di ricarica, nda), comprese le ibride, hanno quote di mercato, in termini di immatricolazioni, ancora molto basse: circa il 9% del totale. Inoltre, l’insieme delle auto plug-in, in Italia, conta ora circa 400 mila mezzi. Un dato che corrisponde all’1% del parco circolante nazionale. Cui corrisponde l’attivazione, finora, di circa 45mila punti di ricarica”.

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